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di Bruno Bontempo - Edit

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10 Panorama<br />

Italia<br />

Sempre alta la tensione tra la corrente finiana e il resto del Pdl<br />

Da Berlusconi a Napolitano<br />

tutti i «vorrei ma non posso»<br />

a cura <strong>di</strong> <strong>Bruno</strong> <strong>Bontempo</strong><br />

Il chiasso davanti alle parole, il<br />

fumo davanti alle scelte per il Paese<br />

ma soprattutto la tattica, tanta,<br />

troppa, davanti alla strategia. La politica<br />

italiana <strong>di</strong> queste ore è peggio<br />

che un teatrino sgangherato. Si rincorre<br />

il fantasma del voto anticipato,<br />

in tanti lo evocano e lo vorrebbero,<br />

ma poi nessuno, per ora, ha il coraggio<br />

<strong>di</strong> staccare davvero la spina al governo.<br />

Come ha scritto Marco Alfieri,<br />

la ragione è molto pratica. Il piatto<br />

è talmente intricato da confondere<br />

vantaggi e svantaggi <strong>di</strong> una crisi al<br />

buio. Il vorrei ma non posso è forse<br />

la fotografia più adatta a descrivere<br />

queste settimane <strong>di</strong> palazzi romani.<br />

Gianfranco Fini vorrebbe rovesciare<br />

il tavolo per imboccare un’altra idea<br />

<strong>di</strong> destra italiana, ma deve abbozzare<br />

e cautelarsi per non passare dalla<br />

parte del torto davanti agli italiani,<br />

non restare col cerino in mano, reo<br />

<strong>di</strong> avere infranto il patto con gli elettori,<br />

peccato supremo; Silvio Berlusconi<br />

vorrebbe andare alle urne imme<strong>di</strong>atamente<br />

e rifarsi una maggioranza<br />

nuova <strong>di</strong> zecca senza più il fardello<br />

dei finiani ingrati, ma è frenato<br />

da sondaggi contrastanti che non gli<br />

garantiscono i numeri al Senato, gli<br />

La maggioranza <strong>di</strong> responsabilità nazionale<br />

I numeri che potrebbero sostenere il governo Berlusconi senza i finiani<br />

Camera<br />

5 Mpa<br />

Lombardo<br />

Misiti<br />

Latteri<br />

Commercio<br />

Lo Monte<br />

237<br />

Pdl<br />

I "cespugli" che hanno già assicurato l'appoggio<br />

5 Noi Sud<br />

Iannaccone<br />

Belcastro<br />

Guzzanti<br />

Milo<br />

Sardelli<br />

restituirebbero un sud gambe all’aria<br />

senza più un’egemonia granitica e un<br />

nord in cui si accentuerebbe il travaso<br />

interno verso la Lega. Risultato: anche<br />

tornando a palazzo Chigi regalerebbe<br />

la golden share al Senatur, sicuro.<br />

Così si acconcia suo malgrado<br />

al negoziato a oltranza con la “legione<br />

straniera”, tentando qualche pseudo<br />

abboccamento con esponenti “selezionati”<br />

dell’Udc per ricostruire un<br />

simulacro <strong>di</strong> maggioranza e sfangarla,<br />

arrivando dritto al 2013. Un vorrei<br />

ma non posso è anche quello <strong>di</strong> Umberto<br />

Bossi che crescerebbe sì in voti<br />

ma rischierebbe <strong>di</strong> trovarsi meno decisivo<br />

in un nuovo Parlamento dove<br />

i rapporti <strong>di</strong> forza non sarebbero così<br />

sbilanciati a destra. E poi dovrebbe<br />

cominciare daccapo la parabola del<br />

federalismo: spiegarlo ai militanti è<br />

un conto, al voto <strong>di</strong> opinione che lo<br />

ha scelto all’ultimo giro ed è meno<br />

ipnotizzabile è più <strong>di</strong>fficile. Allora<br />

non resta che alzare il prezzo, tra<br />

pernacchio e <strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o, e far ricadere<br />

la colpa sugli altri, eventualmente<br />

guadagnando la miglior posizione<br />

in caso <strong>di</strong> elezioni. Infine un vorrei<br />

ma non posso è anche quello <strong>di</strong><br />

Giulio Tremonti, silente e ispirato per<br />

tutta l’estate, quasi non facesse parte<br />

<strong>di</strong> questo esecutivo ai materassi, che<br />

296<br />

3 LibDem 1 Pri<br />

Melchiorre Nucara<br />

Tanoni<br />

Grassano<br />

59<br />

Da "conquistare"<br />

6<br />

Deputati "mancanti"<br />

per avere la maggioranza<br />

Potrebbero essere<br />

conquistati da:<br />

Pri (2); LibDem (1);<br />

Udc (38)<br />

ANSA-CENTIMETRI<br />

pencola tra la fedeltà adamantina al<br />

proprio capo e l’ambizione, nemmeno<br />

recon<strong>di</strong>ta, <strong>di</strong> giocarsi in prima persona<br />

la leadership.<br />

I conti senza l’oste<br />

È <strong>di</strong>fficile insomma capire fin<br />

dove si spinge il bluff e comincia<br />

l’arrosto. Tutti tirano la corda ma<br />

nessuno vuol spezzarla. La paura <strong>di</strong><br />

bruciarsi prevale ancora sul rompete<br />

le righe liberatorio. Per questo si<br />

andrà a bordeggiare fino al <strong>di</strong>scorso<br />

alla Camera <strong>di</strong> Berlusconi, fissato<br />

per fine settembre: è la dead line<br />

che Bossi ha concesso al Cavaliere.<br />

Per quei giorni o si ritrova un po’ <strong>di</strong><br />

bandolo sufficiente a portare a casa<br />

il federalismo e a far camminare <strong>di</strong><br />

nuovo questo governo, o altrimenti<br />

sarà il <strong>di</strong>luvio e qualsiasi scenario<br />

potrebbe riaprirsi: certo non il salto<br />

della quaglia bossiana, ma l’erosione<br />

del patto <strong>di</strong> ferro con Berlusconi,<br />

magari in chiave tremontiana, chissà…<br />

Il tutto facendo, o quasi, i conti<br />

senza l’oste, cioè il Quirinale, conclude<br />

Marco Alfieri. Forse <strong>di</strong>sponibile<br />

a tenere aperto uno spioncino sul<br />

voto a primavera, se la maggioranza<br />

dovesse sfaldarsi del tutto, ma <strong>di</strong> certo<br />

in<strong>di</strong>sponibile ad un voto pre natalizio.<br />

La Costituzione non è un optional,<br />

il Colle non potrebbe esimersi<br />

dal fare un giro esplorativo e allora se<br />

ne vedrebbero delle belle, uscirebbe-

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