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di Bruno Bontempo - Edit

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dai facili entusiasmi. La storia <strong>di</strong> Sakineh<br />

è più semplice e forse per questo<br />

più terribile ancora, perché lei non<br />

ha sfidato il potere cieco della milizia<br />

del Basij o delle Guar<strong>di</strong>e rivoluzionarie,<br />

né è accusata <strong>di</strong> atti eversivi contro<br />

un sistema politico che dopo l’elezione<br />

<strong>di</strong> Mahmud Ahma<strong>di</strong>nejad ha imposto<br />

un nuovo giro <strong>di</strong> vite alle libertà<br />

fondamentali dell’in<strong>di</strong>viduo. Come<br />

ha rilevato il filosofo Bernard-Henry<br />

Lévy, uno tra i più attivi sostenitori<br />

della campagna internazionale per la<br />

revoca della condanna a morte, Sakineh<br />

è probabilmente colpevole solo <strong>di</strong><br />

essersi innamorata e per questo <strong>di</strong> avere<br />

infranto una delle leggi della shari’a<br />

islamica commettendo adulterio,<br />

reato che ha confessato probabilmente<br />

sotto tortura e per il quale è detenuta<br />

dal 15 maggio del 2006 nel carcere <strong>di</strong><br />

Tabriz, dove ha scontato la pena della<br />

fustigazione.<br />

Solo alcuni mesi fa è riemersa una<br />

nuova e vaga accusa <strong>di</strong> uxorici<strong>di</strong>o,<br />

da cui la donna era già stata prosciolta<br />

nel 2006, formalmente confermata<br />

da una nuova confessione in cui Sakineh<br />

avrebbe ammesso una “complicità”<br />

nell’assassinio del marito. Oltre<br />

a confessare, inaspettatamente Sakineh<br />

ha condannato i me<strong>di</strong>a occidentali<br />

“perché hanno interferito nella sua vita<br />

priva ta” e ha preso le <strong>di</strong>stanze dal suo<br />

ex avvocato, Mohamma<strong>di</strong> Mostafai,<br />

attivista per i <strong>di</strong>ritti umani e costretto a<br />

rifugiarsi in Norvegia per non rischiare<br />

egli stesso l’arresto.<br />

La pena capitale della lapidazione,<br />

e contro la quale l’opinione pubblica<br />

mon<strong>di</strong>ale si è mobilitata - contando in<br />

Italia dell’adesione <strong>di</strong> personalità quali<br />

Rita Levi-Montalcini e all’estero suscitando<br />

un caso <strong>di</strong>plomatico, con il<br />

presidente francese Sarkozy che ha <strong>di</strong>chiarato<br />

<strong>di</strong> considerare la donna sotto<br />

Società<br />

A Piazza Colonna, a Roma, e a Lisbona (a destra) si chiede <strong>di</strong> salvare la vita <strong>di</strong> Sakineh Mohamma<strong>di</strong> Ashtiani<br />

Le donne polacche protestano davanti all’ambasciata dell’Iran a Varsavia<br />

la protezione francese - è prevista in<br />

Iran per il reato <strong>di</strong> adulterio durante il<br />

matrimonio e, sebbene nel 2002 la magistratura<br />

abbia imposto una moratoria<br />

su questa forma <strong>di</strong> esecuzione, le autorità<br />

giu<strong>di</strong>ziarie iraniane hanno ammesso<br />

<strong>di</strong> avere giustiziato in tal modo due<br />

in<strong>di</strong>vidui nel <strong>di</strong>cembre 2008. In base<br />

alle <strong>di</strong>sposizioni del co<strong>di</strong>ce penale iraniano,<br />

il reo viene avvolto in un sudario<br />

e posto in una buca fino all’altezza<br />

del petto se è un uomo, del collo se<br />

è donna. Se riuscisse a liberarsi sarebbe<br />

graziato, ma è evidente che nessuna<br />

donna potrebbe mai farlo. Quin<strong>di</strong><br />

si procede al lancio delle pietre, “non<br />

abbastanza grosse da poter uccidere la<br />

persona con uno o due colpi, non piccole<br />

al punto da non poterle più definire<br />

pietre”. La prima pietra sarà scagliata<br />

dal giu<strong>di</strong>ce nel caso in cui il condannato<br />

abbia rimesso una confessione<br />

presso il tribunale, e da testimoni<br />

oculari se il reato è stato accertato grazie<br />

alla loro deposizione; l’esecuzione<br />

dura almeno mezz’ora. Questo è stato<br />

il tempo necessario a che nel 2006 una<br />

“mano pietosa” decidesse <strong>di</strong> infliggere<br />

con un blocco <strong>di</strong> cemento alla testa<br />

il colpo <strong>di</strong> grazia a Doa Khalil Aswad,<br />

<strong>di</strong>ciassettenne studentessa irachena<br />

<strong>di</strong> fede yazida, che si era innamorata<br />

<strong>di</strong> un vicino <strong>di</strong> casa musulmano e per<br />

questo si era convertita all’Islam; non<br />

meno lunga deve essere stata l’agonia<br />

<strong>di</strong> Aisha Ibrahim Dhuhulow, 23<br />

anni, adultera, lapidata nell’ottobre del<br />

2008 nello sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Chisimaio in Somalia<br />

<strong>di</strong> fronte a migliaia <strong>di</strong> testimoni,<br />

<strong>di</strong>ssotterrata due volte per constatarne<br />

la morte e quin<strong>di</strong> reinterrata fino<br />

a che questa non è sopraggiunta. Per<br />

Sakineh e per tutte le altre, il consesso<br />

umano chiede salvezza. ●<br />

Panorama 19

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