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di Bruno Bontempo - Edit

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<strong>di</strong> <strong>Bruno</strong> <strong>Bontempo</strong><br />

Nell’arco <strong>di</strong> appena una settimana<br />

due Comunità istriane hanno<br />

avuto il privilegio ed il piacere<br />

<strong>di</strong> fare gli onori <strong>di</strong> casa alla premier<br />

Kosor e al presidente Josipović. Al <strong>di</strong> là<br />

dell’aspetto e del contesto istituzionale,<br />

gli incontri <strong>di</strong> Pola e Cittanova sono<br />

stati due tasselli importanti, due grossi<br />

appuntamenti per la nostra Comunità<br />

nazionale. Due gesti significativi<br />

<strong>di</strong> amicizia, stima, considerazione per<br />

l’operato dell’Unione italiana e, complessivamente,<br />

per la nostra presenza<br />

su questi territori. Nella lettura del linguaggio<br />

<strong>di</strong>plomatico, si potrebbe aggiungere<br />

anche la conferma del felice<br />

momento che stanno vivendo i rapporti<br />

tra Croazia e Italia e per il ruolo rispettoso<br />

e onesto che la Cni svolge in questo<br />

puzzle. E come tale una mossa politica<br />

molto azzeccata.<br />

Per la prima volta un premier croato<br />

ha visitato il soldalizio <strong>di</strong> Pola, dove<br />

il presidente dell’Unione Italiana e deputato<br />

Furio Ra<strong>di</strong>n si è compiaciuto<br />

per il fatto che la posizione degli italiani<br />

e delle altre comunità nazionali<br />

è migliorata <strong>di</strong> molto, a partire dal<br />

riconoscimento del <strong>di</strong>ritto al voto aggiuntivo,<br />

all’introduzione della <strong>di</strong>citura<br />

italiana ufficiale per i Comuni e città<br />

dove vivono gli italiani, alla comparsa,<br />

seppure timida, del bilinguismo<br />

negli enti statali in Istria. Il presidente<br />

Ivo Josipović, sempre garbato, con<br />

grande sensibilità è andato anche oltre,<br />

rivolgendosi ai presenti in lingua<br />

italiana all’apertura della rinnovata<br />

sede del sodalizio cittanovese cui ha<br />

presenziato.<br />

Tutto bene, dunque?<br />

Per tanti versi indubbiamente sì,<br />

anche se restano altri no<strong>di</strong>, non tutti<br />

cruciali ma tuttavia essenziali per la<br />

nostra esistenza e crescita, per il buon<br />

funzionamento delle nostre strutture e<br />

<strong>di</strong> tutte le cellule minoritarie. Ci sono<br />

tanti piccoli, apparentemente insignificanti<br />

momenti che - come gli ormoni<br />

e l’insulina nel nostro corpo controllano<br />

i livelli <strong>di</strong> zucchero nel sangue<br />

- potrebbero fungere da anticorpi<br />

per aiutarci a combattere la malattia<br />

In primo piano<br />

Qualche riflessione dopo le visite della Premier e del Presidente in Istria<br />

Mani tese verso la CNI, però...<br />

che ci minaccia e che potrebbe portare<br />

anzitempo al nostro esaurimento.<br />

Che cosa chie<strong>di</strong>amo ancora? Semplicemente<br />

il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere accettati<br />

per quello che siamo, senza se e senza<br />

ma. Perché se è stato emozionante<br />

sentire il presidente Josipović esprimersi<br />

in italiano con una terminologia<br />

che gratifica tutto il corpo minoritarioitaliano,<br />

è altrettanto deludente sentirsi<br />

ancora, troppo spesso, emarginati,<br />

<strong>di</strong>menticati, trascurati se non proprio<br />

rifiutati. Perché se finalmente sembra<br />

avviata a una soluzione l’infinita<br />

storia del doppio voto, si complica<br />

nuovamente la faccenda dell’apertura<br />

dell’asilo <strong>di</strong> Zara, per il quale è stato<br />

ripescato l’esecrabile filtro etnico.<br />

Perché se - restando nel fragile, complesso,<br />

delicato mondo dell’istruzione<br />

- nella maturità <strong>di</strong> Stato è riconosciuto<br />

il <strong>di</strong>ritto a usare la nostra lingua madre<br />

- non si è ancora certi che si riuscirà<br />

a scongiurare l’accorpamento delle<br />

classi che potrebbe essere dettato dal<br />

basso numero degli alunni in alcune<br />

sezioni. E la lista dei segnali <strong>di</strong> preoccupazione<br />

o allarme non si ferma certo<br />

qui. Perché sul sito web del Governo,<br />

sezione foto, è stata registrata la visita<br />

a Pola della Premier, ma nella <strong>di</strong>dascalia<br />

non si nomina la locale CI? E<br />

come si spiega che alla firma dell’accordo<br />

<strong>di</strong> amicizia tra Trieste e Fiume<br />

il sindaco Dipiazza abbia chiamato il<br />

rappresentante della Comunità croata<br />

del capoluogo giuliano, ma il suo collega<br />

fiumano Obersnel non ha ritenuto<br />

opportuno o necessario dare pari <strong>di</strong>gnità<br />

all’organizzazione degli Italiani<br />

<strong>di</strong> Fiume?<br />

Ciò che ci duole è che la maggioranza<br />

non si sforza neanche <strong>di</strong> capire le nostre<br />

espressioni linguistiche e tantomeno<br />

i nostri problemi, si interessa poco<br />

e superficialmente alla nostra cultura e<br />

alla nostra storia, non segue la nostra<br />

stampa, non legge e non <strong>di</strong>vulga i libri<br />

dei nostri autori, salvo in saltuarie occasioni<br />

e limitatamente... Tanto che un<br />

uomo <strong>di</strong> potere, neanche tanti anni fa,<br />

<strong>di</strong> fronte a una richiesta <strong>di</strong> sostegno finanziario<br />

per alcune iniziative e<strong>di</strong>toriali,<br />

sbottò volgarmente: “Ma quanti c...<br />

zo siete che scrivete tanto?” ●<br />

Costume<br />

e scostume<br />

Prima le paghe<br />

poi le pensioni<br />

Su <strong>di</strong> una cosa i sindacati croati<br />

e i datori <strong>di</strong> lavoro sono concor<strong>di</strong>:<br />

bisogna mo<strong>di</strong>ficare quanto<br />

prima il modello contributivo<br />

per le pensioni. Ciò significa che<br />

bisognerà procedere alla riforma<br />

pensionistica: infatti al momento<br />

si lavora a lungo e alla fine della<br />

carriera il lavoratore recepisce<br />

una mensilità che non gli permette<br />

<strong>di</strong> continuare a vivere affrontando<br />

le spese, seppur ridotte<br />

al minimo, necessarie per una<br />

vita <strong>di</strong>gnitosa. E allora quale soluzione<br />

viene proposta? Quella<br />

<strong>di</strong> prolungare l’anzianità <strong>di</strong> servizio<br />

ad un minimo <strong>di</strong> 40 anni e<br />

portare l’età pensionabile a 65<br />

anni, in<strong>di</strong>stintamente per uomini<br />

e donne. Se i sindacati credono<br />

<strong>di</strong> fare con ciò un piacere alla<br />

classe lavoratrice allora si sbagliano<br />

<strong>di</strong> grosso.<br />

Pensiamo alle <strong>di</strong>fficoltà che<br />

un ultrasessantenne può avere<br />

nell’espletare i propri compiti<br />

<strong>di</strong> lavoro in un cantiere navale,<br />

in una scuola elementare (dove è<br />

importante anche l’agilità della<br />

maestra). Pensiamo alle giornate<br />

lavorative perse a causa <strong>di</strong> permessi<br />

malattia che i “senior” si<br />

dovranno concedere per poter tirare<br />

avanti. No, questa non è una<br />

buona soluzione. Bisognerebbe<br />

semmai rivedere la tassazione dei<br />

red<strong>di</strong>ti qui e oggi. Dalla busta<br />

paga al lordo viene mensilmente<br />

detratto circa il 50 p.c. a titolo<br />

<strong>di</strong> tasse e contributi. Impensabile<br />

anche per una società capitalista<br />

e crudele e insensibile come lo<br />

sono gli Stati Uniti... Insomma,<br />

regoliamo la tassazione delle paghe<br />

e poi capiremo meglio come<br />

“rivedere” le pensioni.<br />

Panorama 3

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