di Bruno Bontempo - Edit
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eraia guidata da Lech Walesa<br />
idarnosc fallì<br />
Richieste sindacali<br />
e altro ancora<br />
Walesa anni dopo confesserà che<br />
con Gniech aveva bluffato. Minacciava<br />
agitazioni a lungo termine, senza<br />
essere certo che gli operai lo avrebbero<br />
davvero seguito anche solo fino<br />
all’indomani. Fra i lavoratori regnava<br />
il malumore per le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro<br />
ed economiche, ma non erano organizzati.<br />
Walesa puntò alto e vinse,<br />
Gniech aveva dovuto in<strong>di</strong>etreggiare <strong>di</strong><br />
fronte a richieste fatte in pubblico, richieste<br />
che non erano più solo sindacali<br />
ma <strong>di</strong> buon senso, <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità.<br />
Domenica 17 agosto Walesa si presentò<br />
in fabbrica con una grande croce<br />
in legno e la piantò davanti all’ingresso,<br />
altri portarono l’immagine della<br />
Madonna nera <strong>di</strong> Jasna Gora e una<br />
foto <strong>di</strong> Giovanni Paolo II. Il giorno<br />
dopo nacque l’alleanza fra gli operai<br />
dei cantieri navali e quelli del nord: il<br />
pane portato agli occupanti dei cantieri<br />
navali fu <strong>di</strong>viso con gli operai dei<br />
cantieri del nord, che se la passavano<br />
peggio. Un gesto semplice e <strong>di</strong> grande<br />
impatto emotivo, che richiamava la<br />
comune fede cristiana. Durante l’occupazione<br />
delle fabbriche si cominciò<br />
a pregare, i sacerdoti furono invitati a<br />
<strong>di</strong>re la Messa.<br />
La prima protesta<br />
operaia non violenta<br />
Quelle migliaia <strong>di</strong> tute blu inginocchiate<br />
durante le celebrazioni dentro ai<br />
cantieri furono un’immagine sconvolgente<br />
<strong>di</strong> fede popolare che rimbalzò su<br />
tv e giornali <strong>di</strong> tutto il mondo. Quella<br />
<strong>di</strong> Danzica è stata soprattutto la prima<br />
rivoluzione operaia non violenta,<br />
all’insegna dello slogan “non c’è libertà<br />
senza solidarietà”. Eppure, curiosamente,<br />
il nome del primo sindacato libero<br />
Solidarnosc (solidarietà, in polacco)<br />
fondato ufficialmente il 31 agosto<br />
quando il governo si arrese alle richieste<br />
operai, fu scelto su in<strong>di</strong>cazione involontaria<br />
<strong>di</strong> uno dei maggiori oppositori<br />
<strong>di</strong> quegli operai, cioé il <strong>di</strong>rettore<br />
dei cantieri navali Gniech, il quale<br />
<strong>di</strong> fronte al <strong>di</strong>ffondersi degli sciope-<br />
Ricorrenze<br />
Il 31 agosto 1980 una folla oceanica si riversò nelle strade <strong>di</strong> Danzica<br />
ri, era sbottato <strong>di</strong>cendo: “ma questi<br />
sono scioperi <strong>di</strong> solidarietà”. Walesa<br />
se ne ricordò al momento <strong>di</strong> scegliere<br />
il nome del nuovo sindacato. In<br />
ogni caso, come <strong>di</strong>sse Bronislaw Geremek,<br />
protagonista <strong>di</strong> quella lontana<br />
estate polacca, poi ministro degli<br />
esteri e eurodeputato, a Danzica nel<br />
1980 prese corpo quella che “è stata<br />
soprattutto la prima rivoluzione operaia<br />
non violenta”.<br />
Nell’estate 1980 il governo polacco<br />
decretò pesanti rincari e razionamenti<br />
dei generi <strong>di</strong> prima necessità<br />
per far fronte alla gravissima crisi economica<br />
in cui il Paese era precipitato.<br />
Al termine <strong>di</strong> un estenuante braccio <strong>di</strong><br />
ferro con le autorità, il 30 agosto e il<br />
3 settembre 1980 vennero firmati gli<br />
accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Danzica, in 21 punti, grazie<br />
ai quali veniva riconosciuto il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
sciopero e veniva accettata la costituzione<br />
<strong>di</strong> un sindacato in<strong>di</strong>pendente dal<br />
Partito comunista.<br />
Il nuovo sindacato così sorto nel<br />
settembre 1980 crebbe rapidamente<br />
(oltre <strong>di</strong>eci milioni <strong>di</strong> iscritti in breve<br />
tempo) <strong>di</strong>ventando <strong>di</strong> fatto un centro<br />
<strong>di</strong> potere alternativo, incompatibile<br />
col sistema comunista polacco. La<br />
situazione continuò a deteriorarsi, finché<br />
nella notte tra il 12 e il 13 <strong>di</strong>cembre<br />
1981 il generale W. Jaruzelski, che<br />
dal 18 ottobre precedente riuniva in sé<br />
la carica <strong>di</strong> ministro della Difesa, segretario<br />
del Partito comunista e capo<br />
del governo, compì un colpo <strong>di</strong> stato.<br />
Forte dell’appoggio dell’Unione Sovietica,<br />
egli impose la legge marziale<br />
su tutto il territorio polacco, facen-<br />
do sospendere i <strong>di</strong>ritti costituzionali,<br />
rendendo nulli gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Danzica<br />
e facendo internare Wałesa (eletto nel<br />
frattempo presidente del sindacato) assieme<br />
a migliaia <strong>di</strong> militanti. Nel corso<br />
del 1982, tuttavia, la società polacca,<br />
confortata dalla solidarietà internazionale,<br />
operò una resistenza quoti<strong>di</strong>ana<br />
che affiancava quella attiva sostenuta<br />
dalla costituita <strong>di</strong>rezione clandestina<br />
<strong>di</strong> Solidarnosc. Nel maggio furono<br />
sciolti tutti i sindacati, fino ad allora<br />
sospesi, ma nell’autunno successivo,<br />
grazie anche all’attiva me<strong>di</strong>azione<br />
della Chiesa cattolica, si ebbe un momento<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione che condusse alla<br />
liberazione <strong>di</strong> Wałesa e alla sospensione<br />
dello stato <strong>di</strong> guerra (poi abolito nel<br />
luglio 1983). Sebbene fossero ormai<br />
pochi a credere a una possibile rinascita<br />
<strong>di</strong> Solidarnosc, Wałesa, cui venne<br />
assegnato nell’ottobre 1983 il premio<br />
Nobel per la pace, riuscì a trovare spazi<br />
d’azione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo non violento,<br />
nonostante episo<strong>di</strong> come il rapimento<br />
e l’assassinio <strong>di</strong> padre Popiełuszko da<br />
parte <strong>di</strong> agenti della polizia politica.<br />
Le amnistie e la liberazione dei prigionieri<br />
politici, i nuovi pellegrinaggi polacchi<br />
del Papa, il fallimento del referendum<br />
voluto dal governo nel 1987<br />
e osteggiato dal sindacato, riorganizzatosi<br />
informalmente, prepararono<br />
gli scioperi della primavera del 1988;<br />
nell’agosto seguente furono ripresi i<br />
contatti ufficiali tra le parti sociali e si<br />
avviò una tavola rotonda tra governo<br />
e opposizione che si raccolse intorno<br />
a un Comitato civico. La con<strong>di</strong>zione<br />
era un nuovo riconoscimento ufficia-<br />
Panorama 15