01.06.2013 Views

di Bruno Bontempo - Edit

di Bruno Bontempo - Edit

di Bruno Bontempo - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

eraia guidata da Lech Walesa<br />

idarnosc fallì<br />

Richieste sindacali<br />

e altro ancora<br />

Walesa anni dopo confesserà che<br />

con Gniech aveva bluffato. Minacciava<br />

agitazioni a lungo termine, senza<br />

essere certo che gli operai lo avrebbero<br />

davvero seguito anche solo fino<br />

all’indomani. Fra i lavoratori regnava<br />

il malumore per le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro<br />

ed economiche, ma non erano organizzati.<br />

Walesa puntò alto e vinse,<br />

Gniech aveva dovuto in<strong>di</strong>etreggiare <strong>di</strong><br />

fronte a richieste fatte in pubblico, richieste<br />

che non erano più solo sindacali<br />

ma <strong>di</strong> buon senso, <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità.<br />

Domenica 17 agosto Walesa si presentò<br />

in fabbrica con una grande croce<br />

in legno e la piantò davanti all’ingresso,<br />

altri portarono l’immagine della<br />

Madonna nera <strong>di</strong> Jasna Gora e una<br />

foto <strong>di</strong> Giovanni Paolo II. Il giorno<br />

dopo nacque l’alleanza fra gli operai<br />

dei cantieri navali e quelli del nord: il<br />

pane portato agli occupanti dei cantieri<br />

navali fu <strong>di</strong>viso con gli operai dei<br />

cantieri del nord, che se la passavano<br />

peggio. Un gesto semplice e <strong>di</strong> grande<br />

impatto emotivo, che richiamava la<br />

comune fede cristiana. Durante l’occupazione<br />

delle fabbriche si cominciò<br />

a pregare, i sacerdoti furono invitati a<br />

<strong>di</strong>re la Messa.<br />

La prima protesta<br />

operaia non violenta<br />

Quelle migliaia <strong>di</strong> tute blu inginocchiate<br />

durante le celebrazioni dentro ai<br />

cantieri furono un’immagine sconvolgente<br />

<strong>di</strong> fede popolare che rimbalzò su<br />

tv e giornali <strong>di</strong> tutto il mondo. Quella<br />

<strong>di</strong> Danzica è stata soprattutto la prima<br />

rivoluzione operaia non violenta,<br />

all’insegna dello slogan “non c’è libertà<br />

senza solidarietà”. Eppure, curiosamente,<br />

il nome del primo sindacato libero<br />

Solidarnosc (solidarietà, in polacco)<br />

fondato ufficialmente il 31 agosto<br />

quando il governo si arrese alle richieste<br />

operai, fu scelto su in<strong>di</strong>cazione involontaria<br />

<strong>di</strong> uno dei maggiori oppositori<br />

<strong>di</strong> quegli operai, cioé il <strong>di</strong>rettore<br />

dei cantieri navali Gniech, il quale<br />

<strong>di</strong> fronte al <strong>di</strong>ffondersi degli sciope-<br />

Ricorrenze<br />

Il 31 agosto 1980 una folla oceanica si riversò nelle strade <strong>di</strong> Danzica<br />

ri, era sbottato <strong>di</strong>cendo: “ma questi<br />

sono scioperi <strong>di</strong> solidarietà”. Walesa<br />

se ne ricordò al momento <strong>di</strong> scegliere<br />

il nome del nuovo sindacato. In<br />

ogni caso, come <strong>di</strong>sse Bronislaw Geremek,<br />

protagonista <strong>di</strong> quella lontana<br />

estate polacca, poi ministro degli<br />

esteri e eurodeputato, a Danzica nel<br />

1980 prese corpo quella che “è stata<br />

soprattutto la prima rivoluzione operaia<br />

non violenta”.<br />

Nell’estate 1980 il governo polacco<br />

decretò pesanti rincari e razionamenti<br />

dei generi <strong>di</strong> prima necessità<br />

per far fronte alla gravissima crisi economica<br />

in cui il Paese era precipitato.<br />

Al termine <strong>di</strong> un estenuante braccio <strong>di</strong><br />

ferro con le autorità, il 30 agosto e il<br />

3 settembre 1980 vennero firmati gli<br />

accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Danzica, in 21 punti, grazie<br />

ai quali veniva riconosciuto il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

sciopero e veniva accettata la costituzione<br />

<strong>di</strong> un sindacato in<strong>di</strong>pendente dal<br />

Partito comunista.<br />

Il nuovo sindacato così sorto nel<br />

settembre 1980 crebbe rapidamente<br />

(oltre <strong>di</strong>eci milioni <strong>di</strong> iscritti in breve<br />

tempo) <strong>di</strong>ventando <strong>di</strong> fatto un centro<br />

<strong>di</strong> potere alternativo, incompatibile<br />

col sistema comunista polacco. La<br />

situazione continuò a deteriorarsi, finché<br />

nella notte tra il 12 e il 13 <strong>di</strong>cembre<br />

1981 il generale W. Jaruzelski, che<br />

dal 18 ottobre precedente riuniva in sé<br />

la carica <strong>di</strong> ministro della Difesa, segretario<br />

del Partito comunista e capo<br />

del governo, compì un colpo <strong>di</strong> stato.<br />

Forte dell’appoggio dell’Unione Sovietica,<br />

egli impose la legge marziale<br />

su tutto il territorio polacco, facen-<br />

do sospendere i <strong>di</strong>ritti costituzionali,<br />

rendendo nulli gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Danzica<br />

e facendo internare Wałesa (eletto nel<br />

frattempo presidente del sindacato) assieme<br />

a migliaia <strong>di</strong> militanti. Nel corso<br />

del 1982, tuttavia, la società polacca,<br />

confortata dalla solidarietà internazionale,<br />

operò una resistenza quoti<strong>di</strong>ana<br />

che affiancava quella attiva sostenuta<br />

dalla costituita <strong>di</strong>rezione clandestina<br />

<strong>di</strong> Solidarnosc. Nel maggio furono<br />

sciolti tutti i sindacati, fino ad allora<br />

sospesi, ma nell’autunno successivo,<br />

grazie anche all’attiva me<strong>di</strong>azione<br />

della Chiesa cattolica, si ebbe un momento<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione che condusse alla<br />

liberazione <strong>di</strong> Wałesa e alla sospensione<br />

dello stato <strong>di</strong> guerra (poi abolito nel<br />

luglio 1983). Sebbene fossero ormai<br />

pochi a credere a una possibile rinascita<br />

<strong>di</strong> Solidarnosc, Wałesa, cui venne<br />

assegnato nell’ottobre 1983 il premio<br />

Nobel per la pace, riuscì a trovare spazi<br />

d’azione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo non violento,<br />

nonostante episo<strong>di</strong> come il rapimento<br />

e l’assassinio <strong>di</strong> padre Popiełuszko da<br />

parte <strong>di</strong> agenti della polizia politica.<br />

Le amnistie e la liberazione dei prigionieri<br />

politici, i nuovi pellegrinaggi polacchi<br />

del Papa, il fallimento del referendum<br />

voluto dal governo nel 1987<br />

e osteggiato dal sindacato, riorganizzatosi<br />

informalmente, prepararono<br />

gli scioperi della primavera del 1988;<br />

nell’agosto seguente furono ripresi i<br />

contatti ufficiali tra le parti sociali e si<br />

avviò una tavola rotonda tra governo<br />

e opposizione che si raccolse intorno<br />

a un Comitato civico. La con<strong>di</strong>zione<br />

era un nuovo riconoscimento ufficia-<br />

Panorama 15

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!