di Bruno Bontempo - Edit
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20 Panorama<br />
Arte<br />
Il festival <strong>di</strong> cultura ebraica Bejahad ha portato ad Abbazia il pittore Vla<strong>di</strong>mir Veličko<br />
Coerenza nel procedere e nel tenere g<br />
<strong>di</strong> Erna Toncinich<br />
Ho notato più volte la presenza<br />
<strong>di</strong> quelle signore: <strong>di</strong> mezza<br />
età, piacenti, eleganti e molto<br />
chiacchierone. Sto impalata <strong>di</strong>nanzi ad<br />
una delle opere esposte ma non posso<br />
fare a meno <strong>di</strong> captare quello che una<br />
delle donne <strong>di</strong>ce all’altra: ”Me lo dessero<br />
questo <strong>di</strong>pinto, lo rifiuterei. Non<br />
terrei mai in casa un quadro del genere,<br />
mi vengono i brivi<strong>di</strong> al solo osservarlo,<br />
terribile, opprimente, con questi corpi<br />
scheletrici, grigi, neri, privi della testa...<br />
I ratti poi, li ve<strong>di</strong> i ratti? Che schifo!<br />
E quelle macchie rosse che sembrano<br />
vero, puro, sangue... Ripugnante!”.<br />
Sono pienamente immersa nella contemplazione<br />
dello stesso <strong>di</strong>pinto calunniato<br />
dalle due dame ma colgo chiaramente<br />
la “bestemmia” appena pronunciata<br />
dalle signore. Allora - penso - rifiuterebbero<br />
anche il sanguinolento Bue<br />
squartato <strong>di</strong> Rembrandt, il terrificante<br />
Urlo <strong>di</strong> Munch o un qualsiasi <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong><br />
Bacon.... Chiaro: a queste signore piacciono<br />
i paesaggi, i fiori, gli uccellini...<br />
La vernice sta per iniziare ed io “scappo”<br />
dalle due chiacchierone.<br />
Nel fondo dello spazio espositivo<br />
- che è quello del Pa<strong>di</strong>glione artistico<br />
“Juraj Šporer” <strong>di</strong> Abbazia dove un numeroso<br />
pubblico è in attesa dell’apertura<br />
<strong>di</strong> una importante mostra - l’artista<br />
espositore, Vla<strong>di</strong>mir Veličković, il<br />
Veličković nel suo atelier. In basso: figure acefale, teste che rotolano, corpi<br />
<strong>di</strong>laniati, urlo e silenzio presenti in quasi tutti i <strong>di</strong>segni dell’Artista<br />
noto critico d’arte Tonko Maroević,<br />
che presenterà brillantemente l’artista<br />
e parlerà delle opere esposte, lo scrittore<br />
Predrag Matvejević, un altro artista<br />
croato, Zlatko Bourek (pittore, illustratore<br />
e scenografo, uno dei più noti<br />
e apprezzati esponenti della scuola<br />
d’animazione <strong>di</strong> Zagabria), personaggi<br />
e ospiti importanti che in un modo o<br />
nell’altro hanno dato lustro alla quarta<br />
e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Bejahad e si sono alternati<br />
nell’apporre la firma nel Libro d’oro<br />
<strong>di</strong> Abbazia. Anche quest’anno il festival,<br />
autentica Scena culturale ebraica,<br />
dal 24 al 31 agosto scorso ha proposto<br />
una fitta scaletta <strong>di</strong> appuntamenti<br />
culturali e sociali in più punti della<br />
località rivierasca e in questo ambito<br />
è stata allestita questa mostra, alla cui<br />
apertura si sono avvicendati con i loro<br />
interventi il critico Maroević, lo stesso<br />
Veličković, l’autore del celeberrimo<br />
“Breviario me<strong>di</strong>terraneo” Predrag<br />
Matvejević, ed il sindaco <strong>di</strong> Abbazia,<br />
Ivo Dujmić, che ha inaugurato l’esposizione.<br />
Sino a qualche decennio fa la Galleria<br />
Moderna <strong>di</strong> Fiume, come allora<br />
si chiamava, organizzava due importanti<br />
manifestazioni: la Mostra<br />
del Disegno originale e la Biennale<br />
dei Giovani; ed è in alcune e<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> queste rassegne d’arte che<br />
avevo conosciuto i lavori del giovane<br />
Veličković. Belgradese, <strong>di</strong> professione<br />
architetto - e anche promettente,<br />
da poco laureato, già collaborava<br />
con Bogdan Bogdanović e Dušan<br />
Džamonja -, entra nella “scuola” <strong>di</strong><br />
Krsto Hegedušić che segna la svolta