di Bruno Bontempo - Edit

pegno nei rapporti italo-croati
ro europeo
parla italiano. Gliene siamo grati anche
perché in una storia neanche tanto
lontana siamo stati testimoni di atteggiamenti
diametralmente opposti.
Ma per fortuna le cose cambiano, il
processo di democratizzazione procede
e i risultati sono ben visibili.
Sull’incontro ha veleggiato quella
sinergia positiva che è nata ancora
a luglio in occasione del “Concerto
dell’amicizia” tenutosi a Trieste
alla presenza dei tre Capi di Stato,
Italia, Croazia e Slovenia, a conferma
che questi Paesi sono fermamente
intenzionati a sviluppare la cultura
della pace, dell’amicizia, dei rapporti
di buon vicinato, ben coscienti delle
vicende storiche che hanno segnato
la storia di queste terre e i destini di
coloro che qui hanno vissuto e continuano
a vivere.
”Signore e signori buonasera” ha
esordito il presidente Josipović. Un
saluto fatto in italiano non certo per
motivi protocollari, bensì, si ha l’im-
pressione, per puro convincimento
del fatto che in Istria la convivenza, il
bilinguismo, la multiculturalità sono
La premier Jadranka Kosor a Pola mentre saluta il presidente della GE
dell’UI, Maurizio Tremul. Al centro il presidente UI, Furio Radin
Attualità
Emozionante il momento in cui il Presidente ha consegnato alla signora Gina
Cittar il riconoscimento in quanto socio meritevole e attivista pluriennale della
CI. A sinistra: la solenne cerimonia d’apertura a cui hanno partecipato anche
gli attivisti più giovani
parte integrante della vita, anche politica,
della Penisola.
”Siamo qui per festeggiare una
giornata importante, non solo per
voi italiani, ma per tutti noi. Questa
inaugurazione è un grande contributo
all’amicizia italo-croata. La cultura
croata e quella italiana sono fortemente
intrecciate e testimoniano della
grande apertura e della volontà di
vivere e di lavorare assieme, di costruire
assieme un futuro migliore”
ha rilevato il Presidente.
Josipović ha riconosciuto il contributo
della minoranza italiana al processo
di democratizzazione ed allo
sviluppo dell’Istria e dell’intera Croazia:
“Sono lieto di poter constatare
che la minoranza italiana afferma in
numerosi modi e con successo il suo
particolare patrimonio culturale e
storico operando a favore della propria
crescita identitaria e dello sviluppo
dei rapporti tra la Repubblica
di Croazia e la Repubblica italiana”.
Ha fatto poi un’aggiunta: “Il termine
minoranza è in realtà solo un termine
tecnico, vincolato alla lingua, alla
sua diffusione. Sono concorde con
Furio Radin quando sostiene che
nessuno qui deve sentirsi minoranza.
Tutti devono sentire di essere cittadini
a pieno diritto e ciascuno deve ave-
Panorama 7