Il calcio una storia universale - Violagol
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Svizzera e Capodistria, che in quegli anni già trasmettono a colori mentre la Rai,<br />
secondo lui, è un mortorio. Veramente, la pulce nell'orecchio gliela infila suo padre<br />
(quello naturale, non Berlusconi), già segretario com<strong>una</strong>le a Lissone, che qualche<br />
anno prima aveva conosciuto uno svizzero, tale ingegner Barbuti, capace di<br />
spalancargli tutto un universo fatto di antenne, tralicci, ripetitori, concessioni,<br />
segnali, programmi in rete. <strong>Il</strong> futuro, probabilmente. Papà Galliani si mette in<br />
movimento e acquista montagne in proprio. Appalta cocuzzoli, attività che Adriano<br />
amplierà su scala industriale, vendendo i suoi apparati di ricezione e spostando la<br />
tivù svizzera fuori frequenza: chi voleva tornare a vederla, doveva acquistare i<br />
magici aggeggi dell'Elettronica Industriale. Un trucchetto un po' da banditi.<br />
<strong>Il</strong> geometra Galliani negli anni Settanta era il titolare dell’Elettronica Industriale di<br />
Lissone, <strong>una</strong> piccola azienda produttrice di apparecchi di ricezione. <strong>Il</strong> suo business<br />
principale consisteva nell’acquisto di appezzamenti sulle pendici dei monti per<br />
sistemare ripetitori che trasmettevano fuori frequenza i segnali della TV Svizzera di<br />
lingua italiana e Capodistria. Chi voleva ricevere queste emittenti, che trasmettevano<br />
già a colori, doveva collegare all’antenna un convertitore – i convertitori venivano<br />
prodotti dall’Elettronica Industriale di Lissone. Nasce così il Galliani uomo delle<br />
antenne.<br />
<strong>Il</strong> tutto avveniva in assenza di leggi specifiche, anche se delle irregolarità c’erano e<br />
riguardavano i gabbiotti che ospitavano i trasmettitori che, se rintracciati, venivano<br />
chiusi dai carabinieri.<br />
Galliani raccontava, in <strong>una</strong> vecchia intervista al settimanale Epoca: Non vorrei<br />
raccontare – <strong>una</strong> <strong>storia</strong> troppo piratesca e sembrare uno di quei baronetti inglesi che<br />
prima avevano fatto i corsari. Comunque con quel sistema cominciammo a vendere<br />
decine di migliaia di convertitori alla settimana. Dalla fabbrica di Lissone<br />
consegnavamo queste apparecchiature ai rivenditori di materiali elettrici che, oltre<br />
alle apparecchiature, distribuivano il segnale all’interno delle varie regioni. Una<br />
specie di catena di Sant’Antonio. Loro prendevano il segnale al Nord della regione,<br />
<strong>Il</strong> <strong>calcio</strong> <strong>una</strong> <strong>storia</strong> <strong>universale</strong> – versione beta – Massimo Cervelli – 160