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Il calcio una storia universale - Violagol

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evitare il confronto: non un proprio gioco da imporre, ma il contro gioco, speculativo,<br />

sugli spazi lasciati dall'avversario.<br />

<strong>Il</strong> catenaccio non è un invenzione italiana. All'inizio degli anni Trenta la Svizzera di<br />

Rappan, allenatore del Servette di Ginevra, aveva introdotto il verrou, righello, che<br />

consisteva in un evoluzione difensiva del metodo con la disposizione di un quarto<br />

difensore in orizzontale.<br />

In questo modo i difensori determinavano <strong>una</strong> superiorità numerica sugli attaccanti,<br />

4-3, ed avevano ciascuno un attaccante da marcare. La versione italiana del<br />

catenaccio porta il quarto difensore dietro la linea dei tre marcatori, arretrando un<br />

centrocampista. Era la risposta, soprattutto delle piccole squadre che avevano la<br />

necessità di coprirsi, al dilagare del sistema dove ogni errore dei difensori creava<br />

occasioni da rete.<br />

Nella tradizione sportiva italiana l'adozione del libero, ancora non si chiamava così.<br />

il termine fu coniato da Gianni Brera, viene fatta risalire a Gipo Viani –<br />

centromediano metodista nell'Inter di Weisz, pokerista e playboy – quando in serie C,<br />

nel 1942-43, allenava la Salernitana che portò in A nel 1946, tanto da meritare il<br />

neologismo vianema.<br />

In realtà, come sempre accade nelle invenzioni c'è <strong>una</strong> convergenza della comunità<br />

scientifica, in questo caso i tecnici che lavorano alla definizione di nuovi paradigmi.<br />

Sono tanti, oltre a Viani, i padri del catenaccio italiano con il libero: il Modena di<br />

Alfredo Mazzoni, 1947, Bigogno nell'Udinese.<br />

Nereo Rocco lo aveva già interpretato da giocatore e come allenatore lo applica alla<br />

Triestina che porta al terzo posto nel 1948, Foni fu il primo a presentarlo in <strong>una</strong><br />

grande squadra, l'Inter campione d'Italia 1953 e 1954.<br />

E' <strong>una</strong> ricerca non solo italiana, quella di impostazioni tattiche che partono dal<br />

sistema, ad esempio in Argentina, per costruire ostruzionismo difensivo. Proseguirà<br />

per tutti gli anni Cinquanta con lo studio di vari modelli di gioco (Ungheria, Uruguay,<br />

<strong>Il</strong> <strong>calcio</strong> <strong>una</strong> <strong>storia</strong> <strong>universale</strong> – versione beta – Massimo Cervelli – 59

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