Il calcio una storia universale - Violagol

Austria ed in Germania, si sono distinti per gli attacchi razzisti al giocatore della
nazionale Mario Balotelli.
Razzismo
Il calcio italiano non è nuovo a manifestazioni di razzismo che hanno radici lontane:
le manifestazioni antisemite dei tifosi dell’Udinese contro l’acquisto dell’attaccante
Rosenthal; il comportamento del laziale Mihajilovic contro Vieira; il razzismo di
Treviso contro il calciatore Omolade, a cui risposero, tingendosi i volti di nero, i
giocatori del club; gli striscioni nazisti all’Olimpico, curve romaniste e laziali sullo
stile: Lazio, Livorno la stessa iniziale lo stesso forno.
Del resto la difesa a 360° di Capello che si dimette da commissario tecnico della
nazionale inglese, perché scavalcato dalla Federazione che ha tolto i gradi di capitano
a Terry per gli insulti razzisti ad Anton Ferdinand, la dice lunga su quello che è il
background del football italiano.
La figura di Balotelli, un italiano nero, nato a Palermo da immigrati ghanesi e
cresciuto nel bresciano con genitori adottivi, è quella che scatena maggior odio
razzista. Una campagna xenofoba centrata sull’assioma non ci sono negri italiani che
portò, il 19 aprile 2009, all’exploit razzista della curva juventina contro il calciatore.
Gli ultras bianconeri ne hanno fatto un tratto distintivo, con la complicità e la
collaborazione del governo del calcio che si è limitato a far disputare alla Juventus
una partita di campionato a porte chiuse.
Il 25 novembre 2005, durante Messina-Inter il difensore Zoro divenne oggetto di
insulti razzisti, l’arbitro non intervenne e non ne fece cenno nel suo referto.
Ad un certo punto della gara il difensore ivoriano prese il pallone e minacciò di
abbandonare il campo. Fu dissuaso dall’intervento degli avversari dell’'Inter che lo
convinsero a ricominciare a giocare.
Il calcio una storia universale – versione beta – Massimo Cervelli – 207