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qui - Porphyra

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O Figlio unico e Verbo di Dio, pur essendo<br />

immortale, per la nostra salvezza volesti prendere<br />

carne dalla santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria;<br />

senza mutarti ti sei fatto uomo e fosti crocifisso, o<br />

Cristo Dio, calpestando la morte con la morte; tu,<br />

che sei una delle Persone della Trinità, glorificato<br />

insieme col Padre e lo Spirito Santo salvaci.<br />

Autore di opere teologiche fu Leone VI il Saggio: il suo inno «Venite, o popoli, adoriamo la<br />

Trinità in tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo» si recita nell’ufficiatura dei vespri di<br />

Pentecoste. Quest’ufficio detto della genuflessione, secondo il Gavrilovic è da collegare al<br />

mosaico nel nartece di S.Sofia, dove Leone VI si prostra innanzi a Cristo pambasileus per ottenere<br />

la sapienza necessaria a governare l’impero. 77 Lo stesso basileus compose una preghiera<br />

sapienziale allo Spirito Santo finalizzata al buon governo: «O mente, o sapienza, o Spirito Santo,<br />

natura unica, regno indivisibile concedi la forza della mente in proporzione alla mole delle cose e<br />

governa con noi coloro dei quali ci hai affidato la cura, affinché il popolo tuo da noi guidato, eviti<br />

le avversità che quaggiù accadono e giunga alla felicità celeste che tutti noi auspichiamo di<br />

ottenere dalla tua grazia e bontà, per poter lassù colmare di lodi in eterno la tua eccelsa<br />

divinità». 78<br />

Ma se per divino consenso si ac<strong>qui</strong>sta il trono, per volontà divina lo si perde, come sanzione<br />

per la mancanza di pietas dell’imperatore. Illuminante a riguardo è il passo attribuito alla mano di<br />

Costantino in una sua epistola al governatore d’Africa, in cui lo sollecita a risolvere i problemi<br />

dell’eresia donatista: «potrebbe avvenire che Dio agisca contro di me, alla cui cura egli ha<br />

affidato per decreto celeste la direzione di tutti gli affari umani, disponendo in modo diverso da<br />

come ha fatto finora». 79 Onorio, in una lettera al fratello Arcadio, si mostrava preoccupato di poter<br />

perdere il trono per l’ira divina, suscitata dal disordine religioso che attraversava il regno: «auctor<br />

nostri imperii et rei publicae, quam nobis credidit, gubernator». 80 Così, alla fine dell’impero, sarà<br />

la sentenza divina a scandire la capitolazione della basileìa. Ne Il pianto di Costantinopoli, un<br />

componimento poetico sul genere delle lamentazioni, l’anonimo autore si duole dalla caduta della<br />

città imperiale e ne dà una giustificazione di natura teologica: «apprendi la storia (...) dei Romei<br />

senza testa: (...) tutti erano malvagi, (...) l’uno l’altro sgozzava sovente, (...) senza il volere di Dio<br />

ac<strong>qui</strong>stavano il trono, (...) senza timore di Dio aborriti da tutti, nemici dei cristiani di ogni<br />

monastero per questo ebbero lo sdegno del Signore e perdettero il regno per la loro<br />

trascuratezza». 81<br />

Dio punisce gli errori del suo eletto detronizzandolo come «nel caso di un imperatore pio»<br />

quale era Maurizio «che verrà sostituito dal sanguinario Niceforo Foca». 82 I santi padri, sulla scia<br />

della Lettera ai Romani di S. Paolo, sottolineano che è lecito resistergli nel caso in cui questi<br />

ordini empietà; 83 in tale maniera il basileus perdeva non solo il consenso divino ma rischiava la<br />

rivolta popolare. Ogni imperatore infatti sapeva di sedere su un seggio sempre vacillante e di poter<br />

essere sottoposto se non alla morte, alla tonsura, alla castrazione, all’accecamento o, comunque,<br />

alla mutilazione: 84 l’invalidità constava infatti la perdita del trono. L’uccisione del basileus era pur<br />

77<br />

Cfr. GAVRILOVIC Z.A., The humiliation of Leo VI the Wise, in “Cahiers archéologiques” 28 (1979), pp. 87-94.<br />

78<br />

LEONE V, Orationes, 13; IDEM, De Spiritu Sancto, in PG, 107, 157.<br />

79<br />

OTTATO DI MILEVI, App. 3; MARCONE A., Pagano e cristiano..., cit., p. 102.<br />

80<br />

ONORIO, Epistulae imperiales, 38, 4 Avellana.<br />

81<br />

ANONIMO DEL XVI SECOLO, Il pianto di Costantinopoli.<br />

82<br />

Cfr. KAPLAN M., Bisanzio, l’oro e la porpora di un impero, Milano 1993, p. 32, OSTROGORSKY G., Storia<br />

dell’impero..., cit., p. 336.<br />

83<br />

Cfr. Romani, 13, 5; S. GIOVANNI CRISOSTOMO, Epistula ad Romanos; IDEM, Homilia 23.<br />

84<br />

Cfr. TOYNBEE A., Costantino Porfirogenito e il suo mondo, Firenze 1987, p. 34; RAVEGNANI, Imperatori, pp.<br />

50-70, ove si riportano parecchi aneddoti riguardanti i casi di mutilazioni di imperatori e di pretendenti al trono.<br />

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