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qui - Porphyra

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terreno e dell’umano ed è oggetto di un particolare culto politico religioso» 15 . Tale era la sua<br />

natura da essere chiamato «di divina sorte». 16<br />

Sull’elezione divina concordavano anche i principi degli apostoli. Pietro dice: «siate soggetti<br />

per amore al basileus, come a Colui che eccelle su tutti»; Paolo scongiura: «ogni anima sia<br />

sottomessa alle potestà superiori (...), quelle che ci sono, sono state ordinate da Dio». 17 Già il<br />

libro dei Proverbi afferma che è Dio a consegnare i regni della terra ai re: la vocazione divina<br />

diventa <strong>qui</strong>ndi ine<strong>qui</strong>vocabile. 18<br />

La derivazione teocratica della potestà regale ut supra rappresentata e quale si evince dagli<br />

studi di Pertusi 19 ha radici antichissime ed epistemicamente viene giustificata dallo stesso<br />

Platone 20 in più opere, trova echi in Plotino, 21 con essa concordano gli stoici 22 ed è avvallata pure<br />

da Cicerone 23 : il sovrano è descritto come re e filosofo (interessantissimo in questo senso è<br />

l’encomio di Niceforo Gregora per Andronico II, visto come un novello Platone), 24 eminente tra<br />

gli uomini aurei e piena espressione degli aristoi; egli si distingue per il nous regale e per la<br />

possibilità di contemplare più pienamente la divinità, poiché è più capace di rifletterne il sommo<br />

fulgore 25 e funge da intermediario. La concezione ellenistica si innestò sull’immaginario giudaico<br />

del potere, a determinare l’ideologia cristiana che vuole il sovrano creato a immagine e<br />

somiglianza di Dio, dotato di poteri ritenuti diretta emanazione del Logos-Sophia e pertanto tali da<br />

renderlo giusto e ornato di una conoscenza umana e divina. 26<br />

È questo il retroterra concettuale della dottrina della “imitazione di Dio”: 27 «l’impero terrestre,<br />

infatti, doveva imitare nelle forme quello celeste (...) e chi in terra deteneva l’autorità era tenuto a<br />

sua volta ad imitare Dio. Imitare per essere imitato dai sudditi e portarli così verso la<br />

perfezione». 28 Parallelamente, anche l’imperatore cinese ha, secondo la tradizione, la possibilità di<br />

15<br />

OSTROGORSKY G., Storia dell’impero bizantino, Torino 1968, p. 29; per la continuità tra l’impero dei Cesari e la<br />

sua evoluzione nella Pars orientalis cfr. la novella 47; per il ruolo di legislatore la novella 2; per la sopravvivenza degli<br />

antichi istituti romani: Const. Tanta, 18; Cod. Iust., 6, 51, 1; Nov., 13; Nov., 22.<br />

16<br />

Nov. Iust., 9, a. 535; PIETRO PATRIZIO, Sulla scienza politica, 91, in REISKE I. (a cura di), Constantinus<br />

Porphyrogenitus, Liber de cerimoniis aulae Byzantinae (= CONST. PORPH., Liber de cerimoniis), 1, Bonn 1829, pp.<br />

410-433. In Estremo Oriente, l’imperatore è il tianzi (figlio del cielo), nasce tianming (con un mandato celeste) ed<br />

agisce con la wei wuwei (agire senza agire), una forza mistica che, a detta di Lao–tze, si esplica in maniera immanente<br />

nel cosmo, ineluttabilmente come fosse una delle forze naturali. Riguardo l’ideologia cinese della sovranità cfr.<br />

CONFUCIO, Lunyu, 2, 1; 12, 18, 19, (trad. it.) I dialoghi, Milano 1989; IDEM, Zhongyong, (trad. it.) L’invariabile nel<br />

mezzo, Milano 1989, 33, per l’opera della wei wuwei cfr. IDEM, Ta-tê-ching 37; IDEM, Zhongyong, 26, 5-6; 39, 1;<br />

EVOLA J., La rivolta contro il mondo moderno, Milano 1934, pp. 50-51; MASPÉRO H., La Chine antique, Paris 1925,<br />

pp. 144-145.<br />

17<br />

S. PIETRO, Prima lettera, 2, 13 – 17; S. PAOLO, Epistola ai Romani, 13, 1, 1; per S. Ireneo il regno terreno è stato<br />

istituito da Dio per l’utilità delle genti: cfr. S.IRENEO, Contra haereses, 5, 24, p. 7, 1187; per Origene è Cristo che<br />

sceglie i re del mondo secondo i meriti del popolo: cfr. ORIGENE, Numeros homilia, 22, 2; IDEM, Commentaria in<br />

Epistulam ad Romanos, 9, 25, in Patrologia Graeca (= PG), 14, 1226-1227; IDEM, Commentaria in Mattheum, 16, 8;<br />

IDEM, In Exodum homilia 11, 1-6; IDEM, Contra Celsum, 8, 68. Per Clemente romano il potere viene dato per una<br />

«enarrabile virtù»: CLEMENTE ROMANO, Epistulae, 1, 61.<br />

18<br />

Cfr. Proverbi, 8, 15-16.<br />

19<br />

Cfr. PERTUSI, Il pensiero, pp. 16-31.<br />

20<br />

Cfr. PLATONE, Leggi, 176, 713d, 712b-717; IDEM, Repubblica, 517b, 519b, 521c, 532b, 611; Fedro, 247, 248a,<br />

249cd, 816 e sgg.; Timeo, 90b-d; Gorgia, 507e; Politico, 301d.<br />

21<br />

Cfr. PLOTINO, Enneadi, 1, 6, 7; 4, 3, 15, 5; 5, 8, 10.<br />

22<br />

Cfr. SENECA, De vita beata, 16, 3; Consolatio ad Marciam, 23, 1; De clementia, 1, 1, p. 1.; CARILE A., Seneca e la<br />

regalità ellenistica, in DIONIGI I. (a cura di), Seneca nella coscienza dell’Europa, Milano 1999, p. 77.<br />

23<br />

Cfr. CICERONE, Somnium Scipionis, 3; De natura deorum, 2, 7, 19; 2, 45, 115, 119; 3, 11, 28; De republica, 1, 36-<br />

38; Tusculanae disputationes, 2, 26, 62; De senectute, 21.<br />

24<br />

Cfr. NICEFORO GREGORA, Storie, 10, 1.<br />

25<br />

Cfr. AGAPETO DIACONO, Expositio capitum admonitoriorum, 24, in PG, 86a, c. 1171.<br />

26<br />

Cfr. COHN L. – WENDLAND P. (a cura di), Filone Ebreo. De confusione linguarum, 77; Vita Moysis, 1, 148-162;<br />

2, 5; Legatio ad Caium, 50 e 76, 119; De legibus specialibus, 4, 164, 184-188, Berlin 1896-1915.<br />

27<br />

Cfr. HEITMANN A., Imitatio Dei. Die ethische Nachahmung Gottes nach der Väterlehre der zwei ersten<br />

Jahrhunderten, in “Studia Anselmiana” 10 (1940), pp. 20-25.<br />

28<br />

RAVEGNANI G., Imperatori di Bisanzio, (= RAVEGNANI, Imperatori), Bologna 2008, p. 19.<br />

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