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qui - Porphyra

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Costanzo II compare come il padre unico rettore dell’Orbe, che regge due labari sul cui<br />

stendardo compare il Chrismon nella forma a noi consueta; iconografia, questa, ripresa in toto<br />

dall’usurpatore Vetranio. 392<br />

Labaro costantiniano. Labaro di Costanzo II.<br />

Tale emblema rimane in uso presso gli imperatori come insegna del potere e nei secoli<br />

successivi appare sempre in compagnia del globo sormontato dalla vittoria, a individuarne il<br />

carattere marziale, che si evince dal titolo costantiniano di victor e dalle monete ove compare la<br />

scritta «victoria augg. com». Nel dittico detto di Probo, del IV secolo, Onorio è effigiato in vesti<br />

da parata militare, coperto della lorica, dello stemma e con i coturni militari; nella destra tiene il<br />

labaro nelle forme a noi note, ornato da una corona contenente il Chrismon, da cui pende un<br />

drappo con l’iscrizione «in nomine xri vincas semper». Il carattere trionfale è sottolineato dalla<br />

presenza nella sinistra del globo su cui svetta la vittoria che porge con la destra una corona di<br />

lauro all’Augusto e detiene nella sinistra una palma. 393<br />

Questa iconografia viene ripresa nella coppa della largitio di Valentiniano III, ove, sebbene il<br />

rilievo sia consunto, si nota l’imperatore a capo di un drappo di cinque alti ufficiali con scudi e<br />

lance; anch’egli veste la lorica, ma inverte le insegne del potere, poiché il labaro è tenuto nella<br />

sinistra (a causa dell’usura non si intravvede se sul drappo vi sia una scritta), mentre la destra<br />

392 Follis di Costantino Magno con la scritta «Constantinus Caesar», zecca di Milarense, 335-337; follis della zecca di<br />

Treviri, 307-308; follis della zecca di Roma, 312-324; follis di Licinio della zecca di Roma, 312 -324; Costantino II,<br />

zecca di Antiochia con la scritta «gloria exsercitu»; zecca di Tessalonica con inscritto «virtus exsercitus»; Costanzo II,<br />

zecca di Centenionale, con iscrizione non ben leggibile (la parola «concordia» pare sicura, l’altra sembrerebbe<br />

«militum»); al recto di in un’ulteriore moneta compaiono tre stendardi simili al follis del padre del 335-337, ma con la<br />

scritta: «virtus exercitus»; Vetranio, zecca di Centenionale con la scritta «concordie militum».<br />

393 Cfr. il dittico di Probo, Roma 406 d.C., Aosta, Collezione dell’Accademia di S. Anselmo, in cui compaiono Onorio<br />

e, incisa sopra il nimbo, la scritta «Onorio semper Augustus»; cfr. la descrizione in MACCORMACK, Arte, p. 321,<br />

nonché CRIPPA – ZIBAWI, L’arte paleocristiana..., cit., p. 368.<br />

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