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qui - Porphyra

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Croce di Andronico III<br />

(sigillo aureo).<br />

Croce di Giovanni VIII<br />

(miniatura).<br />

2.9. L’ akakia: pegno della resurrezione e memento mori.<br />

57<br />

Croe di Manuele II,<br />

sigillo aureo<br />

L’akakia o anexikakia (letteralmente “sopportazione dei mali”) è un sacchetto cilindrico di<br />

seta purpurea, contenente una manciata di terra (cfr. supra, p. 11). Come il loros, essa ha un<br />

duplice significato: conserva in sé caratteri di vittoria e significati mistico-religiosi rimandanti alla<br />

caducità del mondo; 365 è pegno della «resurrezione della nostra sostanza terrena» 366 e del<br />

desiderio del regno celeste, essendo l’impero su questo mondo null’altro che vanitas. 367 A dare<br />

l’esempio è lo stesso Costantino, il quale, dopo aver ricevuto il battesimo e apprestandosi la sua<br />

morte, disdegnò la porpora regale e preferì vestirsi solo della candida alba; tale era il surplus di<br />

valore della vita nel regno celeste rispetto alla somma carica temporale. 368<br />

Pertusi suppone che questa insegna derivi dalle vesti ed ornamenti consolari: durante il trionfo<br />

il console portava nella destra la mappa, un fazzoletto purpureo visibile nel dittico eburneo del<br />

Console Magno. 369 Lanciato nell’ippodromo, esso era il segnale dell’inizio delle corse, 370 ed è noto<br />

che i giochi consolari avevano una funzione apotropaica: «la pompa circensis» puntualizza Carile,<br />

«è una evocazione magica, puntigliosamente figurata, dell'ordine cosmico dell'impero terreno<br />

della basileìa (la corsa dei carri) garantito dal basileus autocratore vittorioso sui nemici portatori<br />

del chaos» 371 , ovvero ciò che Gagé chiama «teologia della vittoria imperiale». L’ipotesi di Pertusi<br />

va tuttavia messa a confronto con un passaggio del De officiis dello Pseudo-Codino, in cui si<br />

distingue nettamente tra akakia e mappa. 372<br />

L’interpretazione cristiana vedeva nell’akakia un simbolo del memento mori, poiché indica<br />

l’instabilità del potere di questo mondo che passa dall’uno all’altro. Nel Libro delle cose preziose,<br />

nella descrizione della processione dell’imperatore verso S. Sofia, l’akakia compare in forma non<br />

già di sacchetto purpureo, ma di bauletto aureo aperto a intervalli regolari dall’imperatore, il quale,<br />

365 Cfr. RAVEGNANI, Imperatori, p. 116.<br />

366 Cfr. CONST. PORPH., Liber de cerimoniis, 1, 11; 57, 14; 175, 13.<br />

367 Cfr. EUSEBIO DI CESAREA, De laudibus Constantini, 1, 2; 2, 27; 3, 7; 5; IDEM, Vita Constantini, 1, 9.<br />

368 Cfr. EUSEBIO DI CESAREA, Vita Constantini, 4, 62, 4-5; MARCONE A., Pagano e cristiano..., cit., p. 170;<br />

FOWDEN G., The Last Days of Constantine: Oppositional Version and their Influence, in “Journal of Roman Studies”<br />

84 (1994), pp. 146-170.<br />

369 Avorio, tavoletta di dittico consolare, 518 d.C., Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet des Médailles.<br />

370 Cfr. PERTUSI, Le insegne, pp. 520-521; VOLBACH W.F., Elfenbeinarbeiten der Spätantike und des Mittelalters,<br />

Mainz 1952, nn. 6, 16, 21; WESSEL – PILTZ – NICOLESCU, Art. Insignien, pp. 408-409; ALFÖLDI A., Insignien<br />

und Tracht..., cit., pp. 34 sgg.; BELLINGER – GRIERSON, Catalogue..., cit., 4, pp. 170-171.<br />

371 Cfr. CARILE, Le cerimonie, p. 788.<br />

372 Cfr. PSEUDO-CODINO, De Officiis, 2, 2, pp. 390-391.

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