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qui - Porphyra

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christòs Theoù. Con il rito dell’unzione si aveva la piena christomimesis: l’imperatore diveniva<br />

l’unto di Dio non solo in senso metaforico. 177<br />

La cerimonia si concludeva con una processione di ecclesiastici che affiancavano il basileus, il<br />

quale aveva ricevuto anche il grado di deputatos 178 ed era elevato a metà tra gli ecclesiastici ed il<br />

popolo. Dai tempi di Anastasio l’imperatore era tenuto a prestare al patriarca giuramento di<br />

rispettare l’ortodossia; 179 dal IX secolo il giuramento verrà sostituito dalla recita del credo di<br />

Nicea-Costantinopoli. In una nota del protocollo del V secolo nel De cerimoniis sono riportati i<br />

giuramenti a cui erano tenuti tutti i dignitari, codificati poi nelle novelle di Giustiniano (Nov. 8<br />

iusiurandum) e da Leone (Nov. 97). Anche il patriarca era tenuto al giuramento; a riguardo<br />

Svoronos sostiene che esso ebbe origine nei tempi dell’iconoclastia quando la Chiesa osteggiava<br />

l’imperatore. 180 Leone VI obbligò al giuramento tutto il popolo, così come Manuele I Comneno,<br />

ma solitamente questo era richiesto ai tutori del giovane imperatore, reggenti ed imperatrici, anche<br />

se ciò non valse ad evitare l’indennità per questi; 181 caso eclatante quello di Michele Paleologo,<br />

che accecò Giovanni IV Ducas che aveva giurato di proteggere.<br />

Una cerimonia meno pomposa si eseguiva quando l’imperatore era ancora in vita e nominava<br />

un symbasileus (coregnante) - solitamente un figlio - o se l’imperatore era malato e designava un<br />

successore. Su preghiera dei senatori, dei militari e del popolo, il basileus investiva il<br />

successore dopo la convocazione del silentium cum conventu, recando i motivi a sostegno di tale<br />

scelta e presentando il nuovo basileus al patriarca ed al Senato. 182 Nel kathisma infine il neo-eletto<br />

veniva presentato al popolo e ai militari, e successivamente veniva incoronato dal basileus (come<br />

nel caso di Leone II) o dal patriarca (come nel caso di Giustiniano, 183 di Tiberio 184 e dei figli di<br />

Eraclio, Costantino ed Eracleona). 185 Ancora una volta il Senato offriva il modiolus. Nel IX secolo<br />

era «l’imperatore anziano, dopo la consueta preghiera del patriarca, che aiutato dagli eunuchi,<br />

rivestiva con essa [la clamide] il nuovo eletto; lo stesso avveniva poi con la corona: dopo le<br />

preghiere di rito il patriarca la metteva in capo al sovrano più anziano, poi questi a sua volta<br />

incoronava il nuovo sovrano». 186<br />

In un interessante cammeo dell’Ermitage, due colleghi anziani, incoronati da due vittorie,<br />

creano un imperatore: l’uno gli mette in capo il diadema, l’altro gli impone la clamide, sotto un<br />

enorme chrismon. 187 Degna di nota è un’altra miniatura, dove l’imperatore anziano che incorona il<br />

giovane collega, mentre entrambi sono sollevati sullo scudo da quattro uomini. 188<br />

177<br />

Cfr. FUSCO F. – GARZYA A., Il panegirico inedito di Michele Italico per Manuele Comneno in “Annali della<br />

Facoltà di Lettere di Macerata”, 3-4 (1970-1971), pp. 687-727; LAMMA P., Comneni e Staufer. Ricerche sui rapporti<br />

fra Bisanzio e l’Occidente nel sec. XII, Roma 1957, pp. 84-87.<br />

178<br />

Il grado di deputatos nella Chiesa ortodossa è inferiore al subdiacono, tale parte del cerimoniale è riportata dallo<br />

Pseudo-Codino, p. 335, 5-7 (nel protocollo di Manuele II) e da Giovanni Cantacunzeno in Storie, 1, 41, p. 198, 8-10<br />

(nel protocollo di Andronico III).<br />

179<br />

Essendo Anastasio sospetto di monofisismo, il patriarca Eufemio lo costrinse a giurare di rispettare ed accettare tutti<br />

i canoni della Chiesa. Giurarono di accettare i canoni ed i dogmi della Chiesa, anche Leone III, Michele I, Leone V e<br />

Niceforo Foca, (cfr. TEOFANE, Cronografia p. 289, 14-16).<br />

180<br />

Cfr. SVORONOS N., Le serment de fidélité à l’empereur byzantin et sa signification constitutionelle, in “Revue des<br />

études byzantines” 9 (1951), p. 196; BREHIER L., L’investiture des Patriarches de Constantinople au Moyen Age, in<br />

Miscellanea G. Mercati, 3, Città Del Vaticano 1946, pp. 386-372; PERTUSI, Il pensiero, pp. 87-91, IDEM, Le insegne,<br />

pp. 529-531.<br />

181<br />

Tali giuramenti si ebbero sotto Michele II, Teofilo e Leone VI (cfr. TEOFANE, Cronografia, 78;79;85).<br />

182<br />

Cfr. CAMERON A., An Emperor’s Abdication, in “Byzantinoslavica” 37 (1976), pp. 161-167.<br />

183<br />

Cfr. COR., In laud. Iust., 1, 93.<br />

184<br />

Cfr. TEOFILATTO SIMOCATTA, Historiae, 3, 2.<br />

185<br />

Cfr. COSTANTINO NICEFORO, Cronografia, p. 9; Chronicon paschale, p. 703; per Eracleona, cfr.<br />

CHRISTOPHILOPOULOU AI., Eklogè, anagoreusis kai stepsis tou Buzantinou autokratoros, Athinai 1956, pp. 68-69;<br />

186<br />

Cfr. RAVEGNANI, Imperatori, p. 81.<br />

187<br />

Cfr. MACCORMACK, Arte, fg. 48: intaglio proveniente dall’impero d’Occidente, eseguito da Romulus, San<br />

Pietroburgo, Museo dell’Ermitage, IV sec. d.C..<br />

188<br />

Miniatura delle cronache di Skylitzes, probabilmente Michele I che incorona Leone l’Armeno.<br />

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