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qui - Porphyra

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2.8. Lo scettro, la verga e la croce.<br />

Lo scettro è tra i simboli più antichi legati al potere regio: presso i popoli dell’Asia centrale<br />

esso è costituito da un’asta, ha carattere assiale e si presenta sormontato da un quadrato su cui svetta<br />

un uccello mitico o un’a<strong>qui</strong>la, simbolo di ascensione al cielo e «del potere ricevuto ed esercitato<br />

dall’alto». 342<br />

Di simile foggia era lo scipio di cui erano dotati i consoli: ereditato anche questo dagli Etruschi,<br />

veniva altresì consegnato ai generali durante il trionfo. 343 Esso va ad annoverarsi tra le insegne di<br />

vittoria dell’imperatore, garanti dell’eterno trionfo e dell’eternità dell’impero romano; 344 in alcune<br />

monete Costantino è raffigurato appieno come victor, rivestito della trabea triumphalis consolare,<br />

tiene la sfera recante la vittoria e lo scettro sormontato dall’a<strong>qui</strong>la. Questo compare anche nella<br />

monetazione di Tiberio II, Maurizio, Foca, Eraclio e scompare definitivamente con Filippico.<br />

Scipio<br />

eburneus.<br />

Scettro lungo<br />

di romana memoria.<br />

53<br />

Scipio con croce<br />

(monetazione di Tiberio II).<br />

La rara presenza di tale scettro è da spiegarsi con la progressiva perdita di valore del consolato:<br />

da Maurizio in poi, come ritiene il Pertusi la carica si era svuotata di ogni significato, tanto che lo<br />

stesso Maurizio, invece di assumerla all’inizio dell’anno 583, la assunse a dicembre. In verità, già<br />

dai tempi di Domiziano, al consolato era stata lasciata la sola prerogativa di dare il nome all’anno.<br />

Come ricorda Ravegnani, poiché nel V secolo la carica era declinata a causa degli ingenti costi 345<br />

per chi l’assumeva, con una novella si decise di non dare più il nome all’anno se non vi era console<br />

in carica e il computo partiva dall’ultimo anno con un console. 346<br />

342 Cfr. DE CHAMPEAUX, I simboli, pp. 391-392; CARDINI F., L’a<strong>qui</strong>la, in “Abstractan” 13 (1987), pp. 38-43; per<br />

l’a<strong>qui</strong>la usata come emblema anche dalle legioni cfr. PLINIO IL VECCHIO, Naturalis Historia, 33, 58.<br />

343 Cfr. DIONIGI DI ALICARNASSO, Anti<strong>qui</strong>tates Romanae, 3, 61, 2; LIVIO, Ab urbe condita, 1, 8, 2-3;<br />

SCHIAVONE A. (a cura di), Storia del diritto romano, Torino 2001, p. 20.<br />

344 Cfr. MACCORMICK M., Eternal Victory..., cit., pp. 129-130.<br />

345 Giustiniano decise di ridurre i costi del consolato con una legge, Nov. Iust., 105, a. 537; RAVEGNANI, La corte, p.<br />

45.<br />

346 Cfr. Nov. Iust., 47, a 537.

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