qui - Porphyra
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piegando la punta superiore della lettera X scrisse in forma abbreviata Cristo sugli scudi» 379 .<br />
Secondo tale filone critico, il labaro non fece affatto comparsa nella battaglia di ponte Milvio; 380 a<br />
sostegno di questa tesi vi è anche la mancanza di qualsiasi riferimento ad esso da parte di<br />
Ambrogio, nel De obitu Theodosii, ogni qualvolta vi si menzionano Costantino ed Elena. 381<br />
Ad ogni modo, nel testo di Eusebio il labaro (fabbricato secondo le istruzioni di Cristo) si<br />
configura come una lunga asta rivestita d’oro che crea una croce con il braccio traverso e presenta<br />
una corona recante al proprio interno un Chrismon formato da X (chi) intrecciata ad una P (rho); il<br />
tutto era concluso da un drappo purpureo ricamato in oro con l’effigie di Costantino e dei figli<br />
contornati da pietre preziose. 382 Secondo alcuni studiosi, tale labaro era quello dalla forma<br />
definitiva, si suppone raggiunta nel 312; tuttavia, dato che sul drappo del labaro compaiono le<br />
effigi di Costantino e dei figli, si presume che esso risalga al 317, poiché essi hanno il titolo di<br />
Cesari solo da tale data (altri si noti, ritengono il drappo aggiunto al momento della creazione dei<br />
Cesari). 383 Importante è l’ordine dato da Costantino di porre copie del labaro per ogni sua<br />
legione, 384 nonché l’uso di far inscrive il Chrismon sul proprio elmo come evinciamo dalla moneta<br />
di argentea di Ticinum. 385<br />
Particolare della multipla d’argento di Ticinum emessa nel 315. Per la prima volta nell’iconografia imperiale compare il Chrismon,<br />
che <strong>qui</strong> vediamo istoriato sull’elmo. L’imperatore indossa la lorica e porta uno scudo .<br />
379 Cfr. LATTANZIO, Sulla morte dei persecutori, 44, 3-5. È da notare la discrasia tra Eusebio (che parla di una<br />
visione celestiale a mezzodì) e Lattanzio (che parla di un mero sogno avvenuto nelle notti precedenti la battaglia di<br />
ponte Milvio). Alcuni critici, come J.R. Palanque, P. Franchi de Cavalieri, J. Zeiller, J. Vogt, ritengono tale evento<br />
come veridico; altri studiosi, come J. Moreau e W. Seston, considerano l’episodio un’invenzione. Il passo sarebbe<br />
un’interpolazione aggiunta forse nel V sec., volta a ricondurre la conversione di Costantino ad un elemento divino, in<br />
modo da legittimarne il potere inserendolo in un ampio disegno politico religioso, che voleva lo sfruttamento della<br />
Chiesa come instrumentum regni. Cfr. TARTAGLIA, Eusebio di Cesarea, Vita di Costantino..., cit., pp. 59-61.<br />
380 Cfr. gli studi di H. Grégoire basati su LATTANZIO, Sulla morte dei persecutori, 44 sgg. Si crede che l’elemento<br />
della visione possa derivare da una croce apparsa nel cielo di Gerusalemme tra il Golgota e il Monte degli ulivi,<br />
attestata da S. Cirillo di Gerusalemme in una sua epistola del 351 (in PG, 33, 1165-1171).<br />
381 Cfr. AMBROGIO, De obitu Theodosii, 40-48.<br />
382 Cfr. FRANCHI DE CAVALIERI C., Il labaro descritto da Eusebio, in IDEM, Scritti Agiografici, Città del Vaticano<br />
1908, pp. 201-227, 255-263. Interessante il lavoro di EGGER R., Das Labarum, die Kaiserstandarte der Spätantike,<br />
Vienna 1960, spec. p. 12; LONGO A., Labaro, in “Enciclopedia dell’arte antica”, 2, Roma 1959, p. 435.<br />
383 Cfr. MARCONE, Pagano e cristiano..., cit., p. 75.<br />
384 Cfr. EUSEBIO DI CESAREA, Vita Constantini, 2, 30-31.<br />
385 Multipla d’argento di Ticinum emessa nel 315, in cui Costantino è raffigurato di tre quarti e porta un elmo su cui è<br />
istoriato il Chrismon; l’imperatore è poi vestito con la lorica e porta uno scudo: cfr. MACCORMACK, Arte, fg. 56. Cfr.<br />
anche ALFÖLDI A., The Helmet of Constantine with the Christian Monogram, in “Journal of Roman Studies” 22<br />
(1932), pp. 9-23.<br />
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