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qui - Porphyra

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Si conosceva un ulteriore tipo di corona portata dal basileus trionfante: la tupha, una bassa<br />

corona con un ventaglio di piume di pavone, la cui presenza è documentata nella statua equestre di<br />

Giustiniano (non pervenutaci) che si trovava su un lato di S. Sofia; ne abbiamo testimonianza<br />

grazie ad un disegno eseguito nel 1340. 226<br />

La cerimonia di creazione dell’autocrate dei Romani aveva il suo apice nell’imposizione della<br />

corona. Col passare del tempo si creò un apposito rituale religioso per sancire l’ascesa al trono<br />

dimenticando l’eredità romana di natura militare–civile. Una benda di porpora accompagnava<br />

invece la salma dell’imperatore per l’eternità e gli veniva imposta al momento della sepoltura dopo<br />

che gli era stato tolto il diadema dal capo; 227 il preposito, alla richiesta: «deponi la tua corona!»,<br />

spogliava il sovrano dell’ornamento. 228<br />

Nel Libro delle cerimonie si annoverano ben quattro corone, tante quante i colori dei demi<br />

(bianca, rossa, verde e azzurra). 229 A Natale i sovrani indossano la corona rossa nell’andare alla<br />

chiesa, e la bianca al ritorno, alla stessa maniera fanno il giorno di Pentecoste, il giorno di Pasqua è<br />

loro facoltà scegliere se portare la bianca o la rossa all’andata e l’altra non usata al ritorno.<br />

All’Epifania cingono la corona azzurra all’andata e al ritorno la bianca, il giorno della<br />

Trasfigurazione usano la corona verde all’andata e la bianca al ritorno. Nelle altre feste<br />

l’imperatore poteva mettere quella che più li aggradava. 230 Inoltre l’imperatore possedeva anche<br />

una tiara 231 di cui si poteva ornare il giorno di Pasqua.<br />

Frygium<br />

32<br />

Elmo di Giustiniano<br />

La corona era menzionata anche nelle apocalissi bizantine: l’ultimo imperatore, dopo aver<br />

sottomesso tutti i suoi nemici (Franchi, Persiani, Arabi e Turchi), si sarebbe recato al Golgota e lì<br />

avrebbe consegnato il regno a Cristo nella metafora dell’offerta della corona. 232 Questa, una volta<br />

226 Cfr. RAVEGNANI, La corte, tav. 9. La statua equestre di Giustiniano fu eretta tra il 543-544: l’imperatore vi<br />

appariva col globo crucifero e la destra alzata verso oriente, ad intimare ai Persiani di non invadere l’impero; venne poi<br />

fusa dai Turchi. Cfr. la descrizione di Procopio di Cesarea, Sugli edifici, 1, 2, pp. 10 sgg.<br />

227 Cfr. PERTUSI, Le insegne, pp. 498-499; FRANCHI DE CAVALIERI P., I funerali di Costantino Magno, Città del<br />

Vaticano 1962, pp. 228-229; COR., In laud. Iust., 2, 10 sgg.<br />

228 Cfr. RAVEGNANI, Imperatori, p. 160.<br />

229 Cfr. CONST. PORPH., Liber de cerimoniis, 1, 46, (37).<br />

230 Il libro delle cerimonie contempla le feste della Theotokos: Natività, Annunciazione e Dormizione ed in più quella di<br />

Tutti i Santi: cfr. CONST. PORPH., Liber de cerimoniis, 1, 46, (37).<br />

231 Cfr. PILTZ E., Kamelaukion et mitra. Insignes byzantins impériaux et ecclésiastiques, in “Uppsala Studies in the<br />

History of Art, nova series” 15 (1977), pp. 10-50; SACHSSE C., Tiara und Mitra der Päpste in “Zeitschrift für<br />

Kirchengeschichte” 35 (1914), 4, pp. 481-501.<br />

232 Cfr. Apocalypsis Methodii e la Visio Danielis. La redazione siriaca è stata studiata da KOMSKO M., Das Rätsel des<br />

Pseudomethodius, in “Byzantion” 4 (1931), pp. 273-296, quella greca da ISTRIN V.M., Otkrovenie Mefodija

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