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qui - Porphyra

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La clamide è raffigurata nella monetazione imperiale fin dai tetrarchi e riveste Costantino in<br />

trono; 253 successivamente da Giustino II veniva alternata al loros, come anche nelle monete della<br />

dinastia isauriana e macedone. Con i Comneni e per tutto il regno dei Paleologi, a causa<br />

dell’ascesa monastica che aveva calcato l’attenzione sui caratteri mistici delle vesti imperiali, essa<br />

ha ormai ceduto il passo al loros.<br />

2.4. Il trono: immagine del mondo e “miracolo della teurgia imperiale”.<br />

Il solium regale fin dalle origini della potestà regia ricopre un ruolo importantissimo: simbolo<br />

di stabilità, esso caratterizza il sovrano come persona assiale e centro del mondo. Già le divinità<br />

egizie erano raffigurate su scranni e lo stesso vale per i faraoni; 254 i Romani ereditano dagli<br />

Etruschi l’uso della sella curulis (trono d’avorio), 255 che – come anche la porpora – dai re passò ai<br />

consoli e dai consoli agli imperatori.<br />

Giovanni Crisostomo menziona il trono come uno dei regalia signa, 256 col nome di cathedra;<br />

di parere contrario Asterio vescovo di Amaseo, che non lo annovera tra di essi. 257<br />

Nella concezione cristiana, il trono era assimilato alla santità: uno scranno è offerto, exempli<br />

gratia, dalla Vergine a S. Marta nell’omonima Vita. 258 Il trono più importante era naturalmente<br />

quello dell’etimasia di Cristo, vuoto in attesa del suo ritorno e preparato per questo. 259 Altro trono<br />

importante era quello su cui veniva posto il Vangelo durante i concili ritenuti ecumenici. 260 In virtù<br />

di tutto questo, il seggio era legato alla liturgia imperiale ed all’Epifania del basileus.<br />

«La centralità sacra del trono conferisce (...), fra sbalordimento e abbaglio, la tonalità di un<br />

percorso iniziatico, culminante nella uscita dell’imperatore», il quale, accompagnato da eunuchi e<br />

senatori, appare come il Signore tra i suoi santi (i senatori, appunto) e gli angeli (casti viri asessuati<br />

come gli eunuchi), 261 e «nella sua intronizzazione, mentre il Palazzo in se è un secondo cielo, una<br />

gerarchia di luminari fissati nel loro abitacolo, secondo una scala ascendente di luce, su cui<br />

domina lo splendore del sovrano». 262 Pertanto, il trono era offerto alla vista dei più nobili tra i<br />

Bizantini ed agli ambasciatori stranieri come una rivelazione trascendente: dietro il velum, scostato<br />

dallostiario, essi scorgevano l’imperatore in ieratica posa rituale, poiché «un’altra sua qualità era<br />

253 Tripla d’oro della zecca di Costantinopoli, Aja Koninklijk Penning Kabinett: cfr. MACCORMACK, Arte, fg. 52.<br />

254 Cfr. BONGIOANNI A., Luxor e la valle dei Re, Milano 2005, pp. 32-33: affresco copiato da Prisse dalla tomba di<br />

Kenamon,.<br />

255 Cfr. LIVIO, Ab urbe condita, 1, 8: «me haud paenitet eorum sententiae esse <strong>qui</strong>bus et apparitores hoc genus ab<br />

Etruscis finitimis, unde sella curulis».<br />

256 Cfr. CRISOSTOMO, De perf. car., 6, 287 A; PERTUSI, Le insegne, pp. 498-499.<br />

257 Cfr. ASTERIO DI AMASEO, Homilia 2, in PG, 40, 185b-c.<br />

258 Cfr. JANNICK C., (a cura di) De S. Martha vidua matre S. Symeonis junioris stylitae, commentarius praevius, Acta<br />

SS. Mai, 5, Bruxelles 1685 (ed. anastatica 1968), pp. 403-431; VAN DEN VEN P., (trad.), La vie ancienne de s.<br />

Syméon Stylite le Jeune, traduction et commentaire: Vie grecque de sainte Marthe, mère de s. Syméon, Bruxelles 1970,<br />

1, 77-78; 2, 15.<br />

259 Cfr. DE CHAMPEAUX, I simboli, p. 394.<br />

260 Cfr. Conciliorum omnium generalis collectio, XIX Synodus Nicea II generalis sub Hadriano papa I anno<br />

DCCLXXXVII, Paris 1964, 651; CAVALLO G., Libri in scena, proceedings of the XXI International Congress of<br />

Byzantine Studies (London 21-26 august 2006), p. 55.<br />

261 La questione degli eunuchi, lungo la storia dell’impero, è stata disciplinata da più novelle: Nov. Iust., 142, a. 558, si<br />

occupa di regolare la libertà di coloro che, fatti schiavi, divenivano eunuchi; anche il prezzo degli schiavi era fissato<br />

per legge in Cod. Iust., 8, 7, 1, a. 530. Notizie sulla loro creazione ci sono date da PROCOPIO, De bello gothico, 7, 3,<br />

15-20; RAVEGNANI, La corte, p. 33; IDEM, Imperatori, p. 109; KUEFLER M., The manly Eunuch. Masculinity,<br />

Gender Ambiguity and Christian Ideology in Late Antin<strong>qui</strong>ty, Chicago-London 2001, pp. 179, 183, 197, 229, 231, 233,<br />

263, 264, 271; PEERS G., Subtle Bodies. Representing Angels in Byzantium, Los Angeles-London 2001, pp. 147-150;<br />

JONES A.H.M., Il tardo impero romano, Milano 1981, p. 796; SPADARO M.D., Un inedito di Teofilatto di Achrida<br />

sull'eunuchia, in “Rivista di Studi Bizantini e Slavi” 1 (1968), pp. 3-38.<br />

262 Cfr. CARILE, Regalità, pp. 83-84; BRUBAKER L., Vision and Meaning in Ninth-Century Byzantium. Image and<br />

Exegesis in the Homilies of Gregory of Nazianzus, Cambridge 1999, fg. 27.<br />

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