Stanchi dei fiori - Arte e Arti
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LA CInA, IL GIAPPOnE E I FIORI: unA StORIA SEnzA tEMPO<br />
(miniaturizzata, decontestualizzata, ridestinata) sia parte integrante<br />
dell’apparato socio-culturale nipponico, è l’ikebana.<br />
L’arte <strong>dei</strong> <strong>fiori</strong> recisi — anticamente conosciuta come Kadō, cioè “via<br />
<strong>dei</strong> <strong>fiori</strong>”, inteso come cammino spirituale seguendo i principi dello<br />
zen — non è qualcosa che si esaurisce con il semplice godimento di<br />
<strong>fiori</strong> meravigliosi ma è la pura bellezza tradotta in forma con l’aiuto<br />
di un contenitore e di regole compositive specifiche. La sua origine<br />
si iscrive intorno al VI secolo d. C., in concomitanza con l’arrivo<br />
del Buddhismo e dell’usanza delle offerte floreali votive. È, però,<br />
nel periodo Muromachi (1336-1573) che l’ikebana a noi famigliare<br />
prende forma. Ne esistono tre stili principali, ognuno legato all’altro<br />
perché tutti evoluzione o modificazione della tendenza precedente.<br />
Numerose scuole, come capita per tutte le altre arti, adottarono una<br />
tecnica personale e distintiva. Nelle composizioni rami e <strong>fiori</strong> sono<br />
disposti secondo un sistema ternario, quasi sempre a formare un<br />
triangolo. Il ramo più lungo, ritenuto il più importante, è considerato<br />
qualche cosa che si avvicina al cielo, il ramo più corto rappresenta la<br />
terra e quello intermedio l’uomo. Così come queste tre forze si devono<br />
armonizzare per formare l’universo, anche i <strong>fiori</strong> e i rami si devono<br />
equilibrare nello spazio senza alcuno sforzo apparente.<br />
Nel corso della sua lunga storia, quest’arte compositiva fu usata per<br />
decorare studi, spazi adibiti alla cerimonia del tè, per allietare eventi<br />
connessi alla poesia, diventando inoltre una disciplina importante<br />
nell’educazione delle donne fino alla sua piena diffusione anche<br />
all’estero, grazie a trattati e studi a lei dedicati.<br />
Come già anticipato non è una prerogativa esclusivamente giapponese<br />
la devozione verso i <strong>fiori</strong>, ma è una peculiarità che già dai tempi<br />
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