Stanchi dei fiori - Arte e Arti
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I FIORI E LA VAnItAS<br />
istituita ad Amsterdam dedicata al mercato internazionale <strong>dei</strong> bulbi<br />
che vedrà un tracollo nel 1637. Il conseguente ed improvviso calo <strong>dei</strong><br />
prezzi, destabilizzando l’economia olandese e mandando in rovina<br />
molte famiglie, sancisce in modo definitivo il legame fra il tulipano e<br />
la fugacità delle cose terrene.<br />
L’osservazione delle molte pitture di Vanitas ci dichiara comunque<br />
quanti altri siano i <strong>fiori</strong> rappresentati come, ad esempio, gli anemoni<br />
e le rose, legati sin dall’antichità alla simbologia della morte e alla<br />
brevità della vita.<br />
Per quanto riguarda l’anemone ad esempio, la fonte letteraria antica<br />
sono le Metamorfosi di Ovidio (X, 705-730) che ci raccontano la storia<br />
dell’amore fra la dea Venere e il giovane Adone, ucciso da un cinghiale<br />
durante la caccia; dal suo sangue nascerà un fiore così fragile da diventare<br />
simbolo dalla vita brevissima, tanto che il suo nome deriva dalla parola<br />
greca ànemos che significa vento. La simbologia passerà ovviamente alla<br />
religione cristiana, con significato analogo collegato alla morte.<br />
Lo stesso avviene anche per la rosa, simbolo funerario legato al culto<br />
<strong>dei</strong> morti. Stratone, poeta greco del II secolo d.C., nella sua Antologia<br />
Palatina ci ricorda la sua bellezza effimera:<br />
Ti vai vantando della tua bellezza?<br />
Anche la rosa <strong>fiori</strong>sce,<br />
Ricorda,<br />
Ma appassisce d’un subito<br />
Per essere gettata nel letamaio 15<br />
Abbiamo quindi appreso come il concetto di Vanitas non sia<br />
esclusivamente legato alla rappresentazione di oggetti macabri, quali<br />
teschio e ossa, ma come sin dall’inizio possa essere trovato fra le<br />
composizioni di Jan Brueghel il Vecchio (Bruxelles 1568 - Anversa