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Stanchi dei fiori - Arte e Arti

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43<br />

I FIORI E LA VAnItAS<br />

istituita ad Amsterdam dedicata al mercato internazionale <strong>dei</strong> bulbi<br />

che vedrà un tracollo nel 1637. Il conseguente ed improvviso calo <strong>dei</strong><br />

prezzi, destabilizzando l’economia olandese e mandando in rovina<br />

molte famiglie, sancisce in modo definitivo il legame fra il tulipano e<br />

la fugacità delle cose terrene.<br />

L’osservazione delle molte pitture di Vanitas ci dichiara comunque<br />

quanti altri siano i <strong>fiori</strong> rappresentati come, ad esempio, gli anemoni<br />

e le rose, legati sin dall’antichità alla simbologia della morte e alla<br />

brevità della vita.<br />

Per quanto riguarda l’anemone ad esempio, la fonte letteraria antica<br />

sono le Metamorfosi di Ovidio (X, 705-730) che ci raccontano la storia<br />

dell’amore fra la dea Venere e il giovane Adone, ucciso da un cinghiale<br />

durante la caccia; dal suo sangue nascerà un fiore così fragile da diventare<br />

simbolo dalla vita brevissima, tanto che il suo nome deriva dalla parola<br />

greca ànemos che significa vento. La simbologia passerà ovviamente alla<br />

religione cristiana, con significato analogo collegato alla morte.<br />

Lo stesso avviene anche per la rosa, simbolo funerario legato al culto<br />

<strong>dei</strong> morti. Stratone, poeta greco del II secolo d.C., nella sua Antologia<br />

Palatina ci ricorda la sua bellezza effimera:<br />

Ti vai vantando della tua bellezza?<br />

Anche la rosa <strong>fiori</strong>sce,<br />

Ricorda,<br />

Ma appassisce d’un subito<br />

Per essere gettata nel letamaio 15<br />

Abbiamo quindi appreso come il concetto di Vanitas non sia<br />

esclusivamente legato alla rappresentazione di oggetti macabri, quali<br />

teschio e ossa, ma come sin dall’inizio possa essere trovato fra le<br />

composizioni di Jan Brueghel il Vecchio (Bruxelles 1568 - Anversa

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