Stanchi dei fiori - Arte e Arti
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IPERuRAnIO - VOL. 1, n. 1<br />
altri esseri secondo una tendenza all’antropomorfismo ben radicata<br />
nella tradizione artistica e letteraria occidentale; l’esempio più noto è<br />
certamente costituito dalle Metamorfosi di Ovidio, che hanno fornito<br />
materiale iconografico agli artisti di ogni tempo.<br />
Sebbene la maggior parte delle opere di Grandville si concentrino<br />
sulla figura animale egli non disdegnò nemmeno, in uno <strong>dei</strong> suoi ultimi<br />
lavori, il mondo floreale. Les Fleurs Animées, pubblicato dall’editore<br />
Gabriel de Gonet nel 1847, anno della morte dell’artista, fa del mondo<br />
<strong>dei</strong> <strong>fiori</strong> animato il proprio soggetto. Ed ecco quindi un mondo dove<br />
anche i <strong>fiori</strong>, non più elemento decorativo, attributo simbolico ne<br />
complemento di altri protagonisti, possono ora essere pienamente<br />
loro i personaggi-protagonisti.<br />
Da rilevare come l’artista mostri, in queste illustrazioni comunque<br />
velate di surrealismo, di padroneggiare anche una perfetta sintesi<br />
botanica che ritroviamo in quei molti “personaggi-<strong>fiori</strong>” i quali,<br />
nonostante il loro singolare aspetto, mantengono comunque inalterate<br />
le proprie caratteristiche peculiari.<br />
La raccolta e la bizzarria dell’opera di questo artista sconcertano<br />
ancor più se paragonate ai ben altri <strong>fiori</strong> che, dieci anni dopo,<br />
Baudelaire raccoglie in Fleurs du mal, dove protagonista è per lo più la<br />
vita caotica della capitale francese, unita alla nevrosi di un poeta che<br />
si appella alla bellezza <strong>dei</strong> <strong>fiori</strong> — di cui nelle città si gode solamente<br />
nella forma recisa a decoro di abitazioni e persone — per alludere<br />
all’aspetto segreto del vizio. 1<br />
Inizia invece, nelle prime pagine della sua introduzione, così il<br />
nostro autore:<br />
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