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Stanchi dei fiori - Arte e Arti

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GAbRIELE d’AnnunzIO. unO CHE dEI FIORI...<br />

gialle, vermiglie, brune. Alcune larghe e chiare, come quelle della Villa<br />

Pamphilj, freschissime e tutte imperlate, avevano non so che di vitreo<br />

tra foglia e foglia; altre avevano petali densi e una dovizia di colore<br />

che faceva pensare alla celebrata magnificenza delle porpore d’Elisa<br />

e di Tiro; altre parevano pezzi di neve odorante e facevano venire una<br />

strana voglia di morderle e d’ingoiarle; altre erano di carne, veramente<br />

di carne, voluttuose come le più voluttuose forme d’un corpo di donna,<br />

con qualche sottile venatura. Le infinite gradazioni del rosso, dal<br />

cremisi violento al color disfatto della fragola matura, si mescevano<br />

alle più fini e quasi insensibili variazioni del bianco, dal candore<br />

della neve immacolata al colore indefinibile del latte appena munto,<br />

dell’ostia, della midolla d’una canna, dell’argento opaco, dell’alabastro,<br />

dell’opale. - Oggi è festa - ella disse, ridendo; e i <strong>fiori</strong> le coprivano il<br />

petto fin quasi alla gola. - Grazie! Grazie! Grazie! - ripeteva Andrea<br />

aiutandola a deporre il fascio sul tavolo, su i libri, su gli albi, su le<br />

custodie de’ disegni. - Rosa rosarum! Ella, poi che fu libera, adunò tutti<br />

i vasi sparsi per le stanze e si mise a riempirli di rose, componendo<br />

tanti singoli mazzi con una scelta che rivelava in lei un gusto raro, il<br />

gusto della gran convivatrice. 14<br />

La presenza floreale più meritatamente celebre del romanzo è<br />

rappresentata tuttavia dal mazzo di rose bianche che Andrea lascia<br />

sulla neve davanti alla porta di Maria Ferres, dopo una vana attesa<br />

notturna dinanzi al palazzo di Elena: una splendida “Symphonie en<br />

blanc majeur” 15 che segna uno degli snodi centrali del romanzo e uno<br />

<strong>dei</strong> maggiori pezzi di bravura di d’Annunzio:<br />

La carrozza rimase ferma d’innanzi alla reggia, lungo tempo. Di nuovo,<br />

il poeta seguiva il suo sogno inarrivabile. E Maria Ferres era vicina;<br />

forse anche vegliava, sognando; forse anche sentiva gravare sul cuore<br />

tutta la grandezza della notte e ne moriva d’angoscia; inutilmente.<br />

La carrozza passò, piano, d’innanzi alla porta di Maria Ferres, ch’era<br />

chiusa, mentre in alto i vetri delle finestre rispecchiavano il plenilunio<br />

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