Stanchi dei fiori - Arte e Arti

GRAndIVILLE, QuAndO I FIORI SI AnIMAnO
Qui giace Grandville, animò tutto e, dopo Dio, fece
vivere tutto, parlare e camminare - Ma non seppe
percorrere la sua strada.
J. J. Grandville, Epitaffio funebre
Con queste parole Jean Ignace Isidore Gérard (Nancy 1803 - Parigi
1847) — divenuto noto con lo pseudonimo J.J. Grandville — volle
congedarsi dal mondo; lo strumento un epitaffio funebre sintetico
quanto efficace, uscito dalla penna e dalla mente di chi sapeva bene
quale fosse stato il proprio cammino. Non temendo nemmeno di
paragonarsi al Creatore, Grandville non risparmiò una nota amara
rivolta a un’insoddisfazione tutta personale che esula forse dalla
sfera artistica. Egli “animò tutto e [...] fece vivere tutto, parlare e
camminare” ed è proprio questa la sensazione che si ha quando,
sfogliando uno dei volumi corredati dalle sue splendide illustrazioni,
vediamo popolarsi sotto ai nostri occhi un mondo fantastico dove chi
è per sua natura già vivo, come lo sono gli animali, inizia ora a parlare,
muoversi e assumere forme umane che incarnano alla perfezione i vizi
e le debolezze dell’uomo moderno. Chi invece seppur vivo è confinato
ad una esistenza statica in luogo dove lo spostamento, come accade
al fiore reciso, è per lo più segno di morte imminente, s’illumina di
vita nuova e vera, abbandona le proprie radici e se ne va per il mondo
leziosamente vestito.
Prendendo in prestito il titolo di una celebre opera di Grandville, Un
autre monde, potremmo quindi definire l’artista come creatore di un
altro mondo, diversissimo eppure speculare rispetto a quello reale.
Un mondo metamorfico, nel quale gli uomini sono trasformati in
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