Stanchi dei fiori - Arte e Arti

IPERuRAnIO - VOL. 1, n. 1
antichi caratterizza anche la Cina. Fiori e piante (nonché le loro radici
che hanno un significato speciale nella filosofia e nella medicina)
rivestono un ruolo importante nel pensiero e nell’arte cinese e come
per il Giappone, è attraverso il Buddhismo e tramite la Via della Seta
che si radica in Cina il costante uso dei motivi floreali per decorare,
per comunicare, per trasmettere significati.
Prima con la dinastia Tang (ca. 618-907) e poi con la dinastia Ming
(1368 – 1644), fiori e piante si trasformano in motivi popolari, ricchi
in colore, fragranze e simbolismo, diventando parte integrante di miti,
silenziosi protagonisti delle narrazioni visive di eventi storici rilevanti
o compagni privilegiati di versi di poesia o frammenti di prosa; senza
dimenticare il loro indiscusso protagonismo in bellissimi dipinti in cui
spesso e volentieri sono associati ad animali specifici, in particolare
uccelli, che caricano ulteriormente il loro significato metaforico.
Un motivo floreale cinese, che sia finemente dipinto o magistralmente
ricamato, non è solo un disegno visivamente piacevole ma è
soprattutto un mezzo tramite il quale uno stato d’animo, una stagione,
un sentimento o un augurio viene trasmesso all’esterno; per questa
ragione, osservando un motivo composto di frutta o fiori si può tuttora
identificare la volontà dell’artista di rappresentare un particolare
periodo dell’anno così come una specifica virtù morale (tre peonie
indicano la primavera, il loto invece l’estate, il prugno l’inverno,
mentre il crisantemo indica l’autunno per esempio). 9
In passato, era piuttosto condivisa la concezione che i fiori fossero
degni emissari della bellezza e della grazia femminile nell’arte; a questo
proposito Soame Jenyns (1704-1787) conosciuto scrittore inglese, annotò:
[…] quando un artista cinese intende dipingere una giovane donna,
butta giù lo schizzo di un ramo fiorito in primavera piuttosto che la
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