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IL DESIGN COME RICERCA DELLA LIBERTÀ. YOSUKE TAKI<br />
PARLA DI ACHILLE CASTIGLIONI, INTERVISTA | DI<br />
MANUELA DE LEONARDIS<br />
21 gennaio, 2009<br />
di Manuela De Leonardis<br />
inserito in appr<strong>of</strong>ondimenti, architettura design grafica<br />
887 lettori<br />
Yosuke Taki, regista di teatro,<br />
fotografo e videoartista è autore di<br />
un volume su Achille Castiglioni<br />
edito in Giappone (Axis, Tokyo –<br />
novembre 2007); in corso di<br />
pubblicazione anche la versione<br />
italiana. Taki è tra gli artisti invitati a<br />
<strong>part</strong>ecipare alla collettiva “Focus”, a<br />
cura di Stefano Elena e Chiara Erika Manzi, in collaborazione con la<br />
Galleria artMbassy di Berlino al MLAC – Museo Laboratorio di <strong>Art</strong>e<br />
Contemporanea di Roma (22 gennaio – 27 febbraio 2009)<br />
Roma. Yosuke Taki (Tokyo 1962, vive a Roma) parla di Achille Castiglioni<br />
ricordandolo come “un marziano poetico che aveva un qualcosa che<br />
andava al di là di ogni categoria.” Il loro primo incontro avviene nel 1998.<br />
L’artista giapponese rimane colpito dalla completa libertà, curiosità,<br />
energia, e poi il rispetto, l’ironia, il rigore, il grande senso di responsabilità<br />
del grande architetto e designer italiano (Milano 1918-2002).<br />
‚”Quest’uomo ci insegna ad essere critici col mondo. Penso che sia<br />
proprio questa la lezione che ognuno di noi, anche quelli che non<br />
praticano il mestiere dell’architetto, dobbiamo imparare da lui.”. Taki è<br />
autore di un volume (che in italiano suona “Achille Castiglioni – design<br />
come la ricerca della libertà”), uscito in Giappone (casa editrice Axis di<br />
Tokyo) nel novembre 2007. La prefazione è di Gianfranco Cavaglià,<br />
collaboratore storico di Castiglioni che con Irma Barni Castiglioni si è<br />
battuto perché lo studio di piazza Castello a Milano non venisse<br />
smantellato. Un sospiro di sollievo quando, nel 2006, grazie anche<br />
all’intervento della Triennale, il luogo si è trasformato in Studio Museo<br />
Achille Castiglioni.<br />
Come nasce l’idea del libro su<br />
Castiglioni diretto al pubblico<br />
giapponese?<br />
Castiglioni, naturalmente, è<br />
conosciuto a livello internazionale<br />
per i suoi oggetti di design. Per lo<br />
più è noto questo risultato finale del<br />
suo lavoro, ma per lo meno in<br />
Giappone è del tutto sconosciuto il pensiero che c’è dietro. Nella mia<br />
ricerca ho cercato di analizzare a trecentosessanta gradi tutto il suo<br />
lavoro, inclusi i “progetti fantasma”. Parlo di progetti mai realizzati, come<br />
quello di piazza De Angeli a Milano o quello urbanistico sul sistema di<br />
illuminazione di Torino. Tra gli aspetti meno conosciuti ci sono anche gli<br />
oltre quattrocento allestimenti, da showroom a grandi mostre, realizzati<br />
da Castiglioni. Uno dei più belli è quello della mostra “L’altra metà<br />
dell’avanguardia” (1910-1940), curata da Lea Vergine a Palazzo Reale di<br />
Milano nel 1980. Mi ha colpito molto questo aspetto scenografico del<br />
lavoro di Achille Castiglioni, l’approccio teatrale e il grande<br />
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