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CAROL RAMA: UNA PASIONARIA AL CASTELLO DI<br />
LEGNANO | DI BARBARA MARTUSCIELLO<br />
21 gennaio, 2009<br />
di Barbara Martusciello<br />
inserito in appr<strong>of</strong>ondimenti<br />
1.115 lettori<br />
La mostra di Carol Rama<br />
Self-portrait al Castello di<br />
Legnano è uno spettacolo per gli<br />
occhi e per la mente. Ideata da<br />
Flavio Arensi, Direttore<br />
dell’istituzione espositiva, e da<br />
Alexandra Wetzel, è un<br />
bell’omaggio ad una pasionaria del<br />
Novecento: una giovane artista di novant’anni dalla quale c’è ancora<br />
tanto da imparare sia come pr<strong>of</strong>essionisti della materia che come<br />
persone.<br />
Di questa donna minuta e forte, originale e fiera, una guerrigliera del<br />
segno e della poetica che attraverso esso si palesa, mi sono occupata più<br />
volte.<br />
Mi adirai molto quando, di fatto, le inibirono, non troppo tempo fa, la<br />
libertà di essere e agire liberamente dichiarandola non più autosufficiente,<br />
soprattutto dal punto di vista psicologico e mentale… Ricordo, anche,di<br />
aver fatto un’associazione di idee affiancando Carol ad Alda Merini…Ma<br />
questa è un’altra storia…<br />
Quella più pertinente in questo contesto<br />
riguarda quanto scrissi della sua opera e<br />
del suo essere complesso e definito.<br />
Testimoniai, infatti,e lo ribadisco dopo<br />
aver goduto della bella mostra, che nelle<br />
sue creazioni -siano disegni, incisioni,<br />
tempere od olii- la Rama sperimenta con<br />
veemenza linguaggi artistici portandovi<br />
aspetti traumatici della vita, della sua vita. La sua attenzione, nello<br />
specifico, è rivolta ad appr<strong>of</strong>ondire i rapporti tra corpo, sessualità e<br />
identità femminile.<br />
Negli anni Trenta e Quaranta, quando Carolina ha esordisce e mostra la<br />
sua creatività al mondo, le sue <strong>part</strong>icolari figurazioni sono malviste perché<br />
considerate indiscutibilmente ambito di trattazioni tabù, anche se lei le<br />
rende attraverso quei suoi originali toni grotteschi e, soprattutto, con una<br />
tale naturalezza da trasfigurarle… Nonostante ciò, incappa nelle maglie di<br />
un’ottusa censura che, nel 1945, porta le istituzioni a farle chiudere la sua<br />
prima personale e a sequestrarle i quadri, di fatto trasformandola, agli<br />
occhi della collettività torinese, in un personaggio scandaloso, pertanto<br />
molto scomodo.<br />
Questo non la ferma.<br />
Dopo una breve esperienza astratta<br />
nel MAC-Movimento <strong>Art</strong>e Concreta<br />
torinese, riafferma ed anzi marca il<br />
proprio linguaggio visivo fatto di<br />
immagini visionarie e inquietanti:<br />
<strong>part</strong>i di corpi femminili, mani, piedi,<br />
dentiere, volti, donne interrotte,<br />
smembramenti, scarpe, letti, sedie<br />
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