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LIBRI, AUTOGRAFI E STAMPE - Bloomsbury Auctions

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Lotto 342<br />

342<br />

Kepler, Friedrich Johannes von<br />

de stella nova. Praga, Paulus Sessius, 1606.<br />

In 4° (209 x 164 mm.). [12], 212, 35, [3] pp.(ultima carta bianca). Vignetta al frontespizio con motto “Grana dat e fimo scrutans”, una tavola<br />

ripiegata tra pp.76-77, schemi e diagrammi astronomici, frontespizio a p.169, frontespizio dopo p.212, Consideratio novissima, diffuse bruniture<br />

assolutamente usuali, strappo restaurato al margine inferiore della prima carta senza perdita, marginale strappo a c.G1, forellini dovuti<br />

all’acidità della carta a p.175, legatura coeva in pergamena floscia.<br />

* * * prima edizione, di uno dei testi Capitali nella storia dell’osservazione astronomiCa e più in generale del pensiero sCientifiCo moderno.<br />

Il 17 ottobre 1604, comparve nella costellazione di Ofiuco (o del Serpentario) una stella “nuova” che al momento della sua maggiore luminosità<br />

appariva più brillante di Giove. L’astro fu osservato solamente ad occhio nudo, perché il cannocchiale non era ancora stato inventato. Keplero<br />

studiò il fenomeno per due anni, fino a quando, diminuendo progressivamente il suo splendore, l’astro non fu più visibile. Di questa stella molto<br />

luminosa Keplero fece una dettagliata descrizione nella presente operalibro (De Stella Nova in Pede Serpentarii), pubblicato nel 1606. Come<br />

per la supernova di Brahe del 1572, anche Keplero dimostrò che la nuova stella doveva appartenere alla regione delle stelle fisse poiché non<br />

presentava alcuna parallasse quando veniva osservata da luoghi diversi, quindi doveva trovarsi ben al di là del cielo della Luna. Con questa<br />

affermazione egli metteva in discussione ancora una volta l’immobilità e l’eternità aristotelica della volta celeste, dove nulla di nuovo poteva<br />

verificarsi.<br />

“In De Stella Nova Kepler describes the nova’s appearance and possible origin and draws an analogy between the nova of 1604 and the star of<br />

the Magi. He settles upon 5 B.C. as the year of Christ’s birth, a date commonly accepted today. He also argues that stars are not suns. Kepler<br />

speculates that the appearance of the new star will lead to the conversion of the Indians in America, the migration to the New World, the<br />

downfall of Islam. Such astrological predictions, even for astronomers of Kepler’s rank, were commonplace. (…) Kepler’s faith in his powers<br />

of observation was well-deserved. The impact of De Stella Nova was immense It served as a liberating influence for many astronomers,<br />

especially Galileo. Under the weight of new evidence, the old Ptolemaic system was beginning to crumble. Kepler went on to discover his three<br />

laws of planetary motion, which would revolutionize astronomy. Of the solar system, he once wrote, “I contemplate its beauty with incredible<br />

and ravishing delight.” (Winthrop Collection, on line).<br />

Caspar, M. Bibliographia Kepleriana, p. 42; D.S.B., VII, pp. 288-89 ““a monument of its time”“; Gingerich, Rara Astronomica, 28.<br />

€12000 – €15000<br />

BLOOMSBURY AUCTIONS<br />

89

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