n Venerdì 16 dicembre: durante la nevicata che interessa prevalentemente la Dorsale alpina e le valli del Gran Paradiso si registrano numerose valanghe. La ripresa aerea documenta l’accumulo della valanga 14-053 del Comune di Rhêmes-Notre-Dame, detta Chappioisa, caratterizzato dall’avere una conformazione “a tenaglia” dei due rami più esterni; si noti come il ramo che si avvicina di più all’alveo del torrente vada ad arrestare la sua corsa all’interno di un’area recintata a ridosso di un container di metallo.
4. valanghe sPontanee Le valanghe spontanee sono eventi il cui distacco ha luogo in assenza di influenze esterne sul manto nevoso. Le cause più comuni del distacco sono da ricercarsi tra le modificazioni indotte dagli agenti atmosferici sulla struttura e sulle condizioni fisiche della neve: precipitazioni solide o liquide, venti intensi e sensibili variazioni termiche sono, infatti, in grado di modificare l’equilibrio e, quindi, la stabilità del manto nevoso. Esistono, tuttavia, casi in cui è il sovraccarico repentino esercitato dalla caduta di blocchi di ghiaccio, seracchi o massi a provocare il cedimento del manto nevoso quando probabilmente, in assenza di tali sollecitazioni, esso non genererebbe valanghe. Essendo il crollo di tali elementi un evento ordinario dell’ambiente alpino, si ritiene che le valanghe che ne derivano possano a buon diritto essere incluse nel novero delle valanghe spontanee, senza contraddizione con la definizione fornita ad inizio paragrafo. Il censimento degli eventi ai fini del Catasto include, perciò, anche queste valanghe che, in Francia, vengono definite “spontanee provocate naturalmente”. Tradizionalmente il censimento delle valanghe spontanee si svolgeva tramite sopralluogo a cura del Corpo forestale della <strong>Valle</strong> d’Aosta; a partire dal 1970, anno di istituzione dell’Ufficio neve e valanghe, questa attività viene svolta anche dai tecnici regionali. Gli eventi osservati erano fotografati, perimetrati sul posto e descritti attraverso la compilazione della “Scheda Notiziario Valanghe”. Presso l’Ufficio, si provvedeva all’archiviazione della documentazione raccolta ed all’inserimento degli eventi censiti all’interno di apposite schede riepilogative relative al singolo fenomeno. Occorre sottolineare che, lavorando “da valle”, risultava difficile, specie in caso di fenomeni estesi su bacini ampi e/o su grandi dislivelli, ottenere informazioni esaustive relativamente alle zone di distacco e di scorrimento della valanga. Negli ultimi anni l’evoluzione tecnica degli strumenti di rilevamento ha aperto nuove possibilità di miglioramento della qualità e della quantità dei dati rilevati. E’ stato perciò possibile aggiornare i metodi in uso a favore di nuove procedure più versatili e funzionali. Il tradizionale lavoro “da valle” viene oggi eseguito, principalmente sulla zona di accumulo, con l’utilizzo di dispositivi GPS che rilevano il perimetro della valanga e la localizzazione esatta di punti di specifico interesse. La realizzazione di riprese fotografiche digitali, la stima dello spessore dell’accumulo e la registrazione 93 dei danni completano la fase di raccolta dati sul campo. I limiti di questa procedura sono rappresentati dalla eventuale cattiva visibilità e dalla scarsa accessibilità delle zone di distacco e scorrimento, dal pericolo incombente che può rendere necessario rinviare il sopralluogo e dalla disponibilità di personale. Il lavoro descritto è certamente oneroso in termini di tempi di esecuzione e di personale impegnato, ma garantisce ottimi risultati grazie alle osservazioni effettuate direttamente sul terreno lungo l’intero perimetro dell’accumulo della valanga. IL CATASTO VALANGhE IN SINTESI Nella struttura del Catasto, ad ogni valanga, intesa come sito valanghivo (per esempio: il canalone del Fouis), è associato un numero progressivo che permette un’identificazione univoca del fenomeno. Ad esempio la valanga Fouis corrisponde al codice 13-034, dove la cifra 13 indica il comprensorio “Valsavarenche” e la cifra 034 indica il fenomeno “valanga Fouis”. Al fenomeno sono associati i diversi eventi verificatisi nel corso degli anni, per cui, per il fenomeno 13-034, si potrà confrontare, ad esempio, l’evento del 3 marzo 2006 con quello del febbraio 1972 o del dicembre 1959. Un secondo metodo di censimento delle valanghe prevede la realizzazione dall’elicottero di riprese fotografiche digitali degli eventi indagati e la loro successiva georeferenziazione tramite software GIS, in modo da farle aderire al supporto cartografico utilizzato. Il risultato ottenuto in questo caso è subordinato alla qualità delle riprese realizzate, ma si attesta generalmente su valori medio-alti. In condizioni ottimali permette, infatti, di ottenere informazioni sulle zone di accumulo e scorrimento della valanga, storicamente poco conosciute. I limiti del lavoro effettuato con l’elicottero sono dati dai tempi richiesti per la pianificazione del volo, dalla disponibilità dell’elicottero e dalle condizioni meteorologiche in atto, quali l’intensità del vento in quota e le condizioni di visibilità. Occorre considerare, inoltre, che la notevole distanza di ripresa rende talvolta difficile individuare danni puntuali agli edifici, ai popolamenti forestali ed alle infrastrutture. Ecco perché le informazioni ottenute sono integrate, dove possibile, con i modelli 7 AINEVA compilati a cura del Corpo forestale della <strong>Valle</strong> d’Aosta e dei tecnici dell’Ufficio neve e valanghe per poi confluire nel Catasto.