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Inverno 2011-2012 - Regione Autonoma Valle d'Aosta

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4. valanghe sPontanee<br />

Le valanghe spontanee sono eventi il cui distacco<br />

ha luogo in assenza di influenze esterne sul<br />

manto nevoso.<br />

Le cause più comuni del distacco sono da ricercarsi<br />

tra le modificazioni indotte dagli agenti<br />

atmosferici sulla struttura e sulle condizioni fisiche<br />

della neve: precipitazioni solide o liquide,<br />

venti intensi e sensibili variazioni termiche<br />

sono, infatti, in grado di modificare l’equilibrio<br />

e, quindi, la stabilità del manto nevoso. Esistono,<br />

tuttavia, casi in cui è il sovraccarico repentino<br />

esercitato dalla caduta di blocchi di ghiaccio,<br />

seracchi o massi a provocare il cedimento del<br />

manto nevoso quando probabilmente, in assenza<br />

di tali sollecitazioni, esso non genererebbe<br />

valanghe. Essendo il crollo di tali elementi un<br />

evento ordinario dell’ambiente alpino, si ritiene<br />

che le valanghe che ne derivano possano<br />

a buon diritto essere incluse nel novero delle<br />

valanghe spontanee, senza contraddizione con<br />

la definizione fornita ad inizio paragrafo. Il censimento<br />

degli eventi ai fini del Catasto include,<br />

perciò, anche queste valanghe che, in Francia,<br />

vengono definite “spontanee provocate naturalmente”.<br />

Tradizionalmente il censimento delle valanghe<br />

spontanee si svolgeva tramite sopralluogo a<br />

cura del Corpo forestale della <strong>Valle</strong> d’Aosta; a<br />

partire dal 1970, anno di istituzione dell’Ufficio<br />

neve e valanghe, questa attività viene svolta anche<br />

dai tecnici regionali.<br />

Gli eventi osservati erano fotografati, perimetrati<br />

sul posto e descritti attraverso la compilazione<br />

della “Scheda Notiziario Valanghe”. Presso l’Ufficio,<br />

si provvedeva all’archiviazione della documentazione<br />

raccolta ed all’inserimento degli<br />

eventi censiti all’interno di apposite schede riepilogative<br />

relative al singolo fenomeno. Occorre<br />

sottolineare che, lavorando “da valle”, risultava<br />

difficile, specie in caso di fenomeni estesi su<br />

bacini ampi e/o su grandi dislivelli, ottenere informazioni<br />

esaustive relativamente alle zone di<br />

distacco e di scorrimento della valanga.<br />

Negli ultimi anni l’evoluzione tecnica degli strumenti<br />

di rilevamento ha aperto nuove possibilità<br />

di miglioramento della qualità e della quantità<br />

dei dati rilevati. E’ stato perciò possibile<br />

aggiornare i metodi in uso a favore di nuove<br />

procedure più versatili e funzionali.<br />

Il tradizionale lavoro “da valle” viene oggi eseguito,<br />

principalmente sulla zona di accumulo,<br />

con l’utilizzo di dispositivi GPS che rilevano<br />

il perimetro della valanga e la localizzazione<br />

esatta di punti di specifico interesse. La realizzazione<br />

di riprese fotografiche digitali, la stima<br />

dello spessore dell’accumulo e la registrazione<br />

93<br />

dei danni completano la fase di raccolta dati<br />

sul campo. I limiti di questa procedura sono<br />

rappresentati dalla eventuale cattiva visibilità<br />

e dalla scarsa accessibilità delle zone di distacco<br />

e scorrimento, dal pericolo incombente che<br />

può rendere necessario rinviare il sopralluogo<br />

e dalla disponibilità di personale. Il lavoro descritto<br />

è certamente oneroso in termini di tempi<br />

di esecuzione e di personale impegnato, ma garantisce<br />

ottimi risultati grazie alle osservazioni<br />

effettuate direttamente sul terreno lungo l’intero<br />

perimetro dell’accumulo della valanga.<br />

IL CATASTO VALANGhE IN SINTESI<br />

Nella struttura del Catasto, ad ogni valanga,<br />

intesa come sito valanghivo (per esempio: il<br />

canalone del Fouis), è associato un numero<br />

progressivo che permette un’identificazione<br />

univoca del fenomeno. Ad esempio la valanga<br />

Fouis corrisponde al codice 13-034, dove<br />

la cifra 13 indica il comprensorio “Valsavarenche”<br />

e la cifra 034 indica il fenomeno<br />

“valanga Fouis”. Al fenomeno sono associati<br />

i diversi eventi verificatisi nel corso degli<br />

anni, per cui, per il fenomeno 13-034, si potrà<br />

confrontare, ad esempio, l’evento del 3 marzo<br />

2006 con quello del febbraio 1972 o del<br />

dicembre 1959.<br />

Un secondo metodo di censimento delle valanghe<br />

prevede la realizzazione dall’elicottero di<br />

riprese fotografiche digitali degli eventi indagati<br />

e la loro successiva georeferenziazione tramite<br />

software GIS, in modo da farle aderire al supporto<br />

cartografico utilizzato. Il risultato ottenuto<br />

in questo caso è subordinato alla qualità delle<br />

riprese realizzate, ma si attesta generalmente su<br />

valori medio-alti. In condizioni ottimali permette,<br />

infatti, di ottenere informazioni sulle zone di<br />

accumulo e scorrimento della valanga, storicamente<br />

poco conosciute.<br />

I limiti del lavoro effettuato con l’elicottero<br />

sono dati dai tempi richiesti per la pianificazione<br />

del volo, dalla disponibilità dell’elicottero e<br />

dalle condizioni meteorologiche in atto, quali<br />

l’intensità del vento in quota e le condizioni<br />

di visibilità. Occorre considerare, inoltre, che<br />

la notevole distanza di ripresa rende talvolta<br />

difficile individuare danni puntuali agli edifici,<br />

ai popolamenti forestali ed alle infrastrutture.<br />

Ecco perché le informazioni ottenute sono integrate,<br />

dove possibile, con i modelli 7 AINEVA<br />

compilati a cura del Corpo forestale della <strong>Valle</strong><br />

d’Aosta e dei tecnici dell’Ufficio neve e valanghe<br />

per poi confluire nel Catasto.

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