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Il Radon ambientale in Emilia-Romagna - Arpa

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Nonostante i livelli di radon <strong>in</strong>door dipendano <strong>in</strong> modo significativo dalla concentrazione di<br />

radionuclidi precursori nelle rocce/suoli, è il processo di trasferimento dai materiali crostali<br />

(rocce e suoli) agli ambienti <strong>in</strong>door nella sua complessità che più spesso risulta determ<strong>in</strong>ante al<br />

f<strong>in</strong>e dell’accumulo del radon stesso (4) .<br />

4.3 Criteri di campionamento<br />

I campioni sono stati prelevati, sulla base dei criteri precedentemente menzionati, dal Servizio<br />

Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione e dalla Sezione Prov<strong>in</strong>ciale di Reggio <strong>Emilia</strong> di<br />

ARPA, e sottoposti ad analisi γ dai Laboratori di Radiochimica Ambientale del Dipartimento di<br />

Chimica “G. Ciamician” dell’Università degli Studi di Bologna e dell’Area Eccellenza Isotopia e<br />

Radioattività Ambientale della Sezione Prov<strong>in</strong>ciale di Piacenza di ARPA, secondo un protocollo<br />

comunemente convenuto.<br />

Va osservato che <strong>in</strong> precedenti ricerche di tipo analogo sono state adottate densità statistiche di<br />

campionamento pari a circa 1 campione ogni 50 km² (5) . Nella presente prospezione è stata<br />

adottata una densità m<strong>in</strong>ore considerato il carattere prelim<strong>in</strong>are del lavoro.<br />

I campioni di roccia sono stati sottoposti ad un prelim<strong>in</strong>are trattamento, consistito nella<br />

mac<strong>in</strong>atura, pesatura (aliquote variabili tra 80-120 g) ed <strong>in</strong>serimento <strong>in</strong> contenitori di materiale<br />

polimerico adeguato <strong>in</strong> modo da ottenere una geometria cil<strong>in</strong>drica di spessore pari ad 1 cm per 6<br />

cm di diametro. Al term<strong>in</strong>e i contenitori sono stati opportunamente sigillati mediante res<strong>in</strong>e<br />

epossidiche, allo scopo di garantire la tenuta del gas radon.<br />

4.4 Analisi radiometriche: spettrometria γ ad alta risoluzione<br />

La determ<strong>in</strong>azione dei livelli di radioattività <strong>in</strong> materiali crostali viene effettuata mediante la<br />

misura non distruttiva dell’emissione γ degli isotopi radioattivi <strong>in</strong> essi presenti; per questo tipo di<br />

misura vengono normalmente impiegati sistemi di rivelazione al germanio <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seco (HPGe) 3 .<br />

La scelta di sistemi di rivelazione al germanio <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seco è sicuramente molto vantaggiosa nel<br />

caso della determ<strong>in</strong>azione di radioattività nei materiali crostali, che contenendo praticamente tutti<br />

i membri delle tre famiglie radioattive naturali, presentano spettri γ <strong>in</strong> genere piuttosto complessi.<br />

Con l’eccezione del radionuclide primordiale 40 K che presenta un’unica emissione a 1461 keV,<br />

238 235 232<br />

U, U e Th presentano una serie di emissioni γ associate ai discendenti che costituiscono le<br />

famiglie radioattive naturali di cui sono capostipiti.<br />

La difficoltà <strong>in</strong>terpretativa non dipende solo dal numero di γ-emettitori simultaneamente<br />

presenti, ma anche dalla complessità dei loro schemi di decadimento e dalle numerose<br />

<strong>in</strong>terferenze spettrali dovute ad energie di emissione γ a volte molto prossime o addirittura<br />

sovrapposte.<br />

E’ possibile perciò sfruttare l’elevata capacità risolvente dei rivelatori a semiconduttore di tipo<br />

HPGe per analizzare <strong>in</strong> modo ottimale questa tipologia di campioni (13) . La corretta e def<strong>in</strong>itiva<br />

<strong>in</strong>terpretazione degli spettri di rocce e suoli, tuttavia, non è mai un’operazione banale, come<br />

ampiamente documentato <strong>in</strong> letteratura (14) , (6) .<br />

Un altro ben noto problema nella spettrometria γ per la ricerca di radioattività naturale nei<br />

campioni da analizzare deriva dalla possibile assenza di equilibrio secolare tra i membri delle<br />

catene radioattive.<br />

In condizioni di equilibrio secolare, condizioni che si possono <strong>in</strong>staurare quando un nuclide<br />

padre genera discendenti radioattivi caratterizzati da un tempo di semivita di diversi ord<strong>in</strong>i di<br />

3 Nel caso delle misure <strong>in</strong> laboratorio i dati di spettrometria γ risultano notevolmente accurati <strong>in</strong> relazione ai tempi di<br />

conteggio che possono essere gestiti dall’operatore <strong>in</strong> funzione e alla possibilità di effettuare le misure <strong>in</strong> condizioni<br />

di equilibrio radioattivo, condizione spesso molto importante al f<strong>in</strong>e di valutare correttamente i livelli di attività dei<br />

membri delle famiglie radioattive naturali<br />

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