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Il Radon ambientale in Emilia-Romagna - Arpa

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Riassumendo, dal punto vista geostatistico i dati di radon <strong>in</strong>door mostrano la stessa struttura della<br />

variabilità spaziale, sia <strong>in</strong> pianura sia <strong>in</strong> montagna (figura 7.10); essa è composta di tre strutture<br />

isotrope:<br />

• una parte della variabilità è priva di correlazione spaziale (effetto pepita);<br />

• una parte della variabilità è legata a distanze caratteristiche di 8 km (modello sferico portata<br />

8.000 m);<br />

• una parte della variabilità è legata a distanze caratteristiche di oltre 50 Km (modello<br />

esponenziale portata equivalente di 50.000 m).<br />

Figura 7.10 – Confronto tra i variogrammi di montagna e di pianura<br />

I risultati, benché elementari, sono <strong>in</strong>teressanti perché suscitano delle domande le cui risposte<br />

dovrebbero contribuire a chiarire le caratteristiche della distribuzione spaziale del radon <strong>in</strong> regione.<br />

Una conclusione appare ovvia: la correlazione spaziale, netta ed estesa a tutta la regione, esclude un<br />

legame significativo fra concentrazioni di radon osservate e materiali edilizi, a meno di un<br />

contributo, tutto da quantificare, sull’effetto pepita.<br />

La presenza delle stesse tre strutture evidenzia, senza possibilità di equivoco, una medesima<br />

“logica” (orig<strong>in</strong>e, causalità, propagazione) di distribuzione spaziale del radon, logica di cui occorre<br />

<strong>in</strong>terpretarne il significato. Relativamente all’effetto proporzionale, ipotizzando la provenienza del<br />

gas dal basso, la coltre sedimentaria <strong>in</strong> pianura potrebbe avere funzionato da filtro/tappo, riducendo<br />

un poco il valore medio del radon <strong>in</strong> superficie ed omogeneizzandone la distribuzione spaziale<br />

(dispersioni m<strong>in</strong>ori).<br />

La presenza di variabilità non correlata spazialmente (almeno 30% della variabilità totale <strong>in</strong> pianura<br />

ed almeno 20% <strong>in</strong> montagna) ha molte possibili cause, alcune naturali (distribuzione effettivamente<br />

random), altre artificiali (errori di misura), altre ancora legate alla scala di lavoro (assenza di coppie<br />

di campioni a piccola distanza, escludendo quelle relative alle città).<br />

Appare utile, comunque, proseguire nell’analisi delle possibili orig<strong>in</strong>i del radon sperimentando altri<br />

approcci.<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali variabili di tipo geologico correlabili ai livelli di radon sono:<br />

• i diversi litotipi su cui gli stessi sondaggi sono stati effettuati;<br />

• le particolari strutture geologiche, come può essere il sollevamento tettonico cui lo stesso<br />

appenn<strong>in</strong>o emiliano-romagnolo (qu<strong>in</strong>di il limite tra montagna e pianura) è soggetto;<br />

• le faglie, possibili vie di risalita e diffusione del gas.<br />

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