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Il Radon ambientale in Emilia-Romagna - Arpa

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soglia. La disponibilità di queste <strong>in</strong>formazioni rende più facile l’identificazione delle zone su cui<br />

attivare future campagne di monitoraggio, ottimizzando così l’uso delle risorse.<br />

Per quanto riguarda l’<strong>in</strong>dividuazione delle aree a maggior rischio radon esistono essenzialmente due<br />

approcci: ci si può basare esclusivamente su misure di radon <strong>in</strong>door (vedi ICRP (5) ), oppure si può<br />

fare riferimento a dati geologici come il contenuto di uranio e radio nelle rocce, la presenza di radon<br />

nelle acque e nei gas naturali, oppure di fattori che facilitano l’emanazione del gas quali<br />

permeabilità del suolo o altro.<br />

La Commissione Europea ha promosso un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e nei paesi E.U. per acquisire <strong>in</strong>formazioni sui<br />

progetti, realizzati o <strong>in</strong> corso, di mappatura del rischio radon, nonché sulle modalità di<br />

<strong>in</strong>dividuazione delle aree, f<strong>in</strong>anziando un apposito progetto, ERRICCA 2 (6) . Dal rapporto del marzo<br />

2005 risulta che molti paesi europei hanno svolto <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i basandosi <strong>in</strong> alcuni casi solo su misure di<br />

radon <strong>in</strong>door (ad es. il Regno Unito) e <strong>in</strong> altri solo su dati geologici (ad es. Repubblica Ceca e<br />

Germania).<br />

Mettendo a confronto i due metodi si possono evidenziare <strong>in</strong> entrambi vantaggi e limiti. Le mappe<br />

che si basano solo su dati geologici non sono <strong>in</strong>dicatori affidabili della concentrazione <strong>in</strong>door di<br />

radon, che può dipendere da molti fattori di natura non geologica, legati più alle modalità<br />

costruttive. L’approccio basato solo su misure <strong>in</strong>door può essere <strong>in</strong>vece non efficiente rispetto alle<br />

<strong>in</strong>formazioni necessarie, perché richiede un numero molto elevato di misure negli edifici, molte<br />

delle quali possono risultare a posteriori eseguite <strong>in</strong> zone a bassissimo rischio radon.<br />

Per i motivi sopra esposti il gruppo di lavoro attivato dalla Regione <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong> ha deciso di<br />

procedere <strong>in</strong> primis ad una lettura <strong>in</strong>tegrata di tutte le <strong>in</strong>formazioni disponibili sulla geologia del<br />

territorio rispetto al rischio radon e sulle concentrazioni del gas <strong>in</strong>door misurate <strong>in</strong> precedenti<br />

campagne svoltesi nel corso degli anni ’90.<br />

L’obiettivo di questa lettura <strong>in</strong>tegrata era quello di valutare lo stato delle conoscenze ai f<strong>in</strong>i<br />

dell’identificazione di parti del territorio regionale da considerare a maggior rischio e su cui<br />

eventualmente attivare delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i specifiche di approfondimento.<br />

<strong>Il</strong> presente documento, che descrive per esteso il lavoro del gruppo, si struttura <strong>in</strong> 7 capitoli.<br />

Dopo l’<strong>in</strong>troduzione un capitolo è dedicato alla valutazione del materiale bibliografico disponibile;<br />

seguono capitoli che riportano dati di misura delle concentrazioni di radon <strong>in</strong> diverse matrici<br />

(<strong>in</strong>door edifici, acque, rocce, gas) e la descrizione della geologia del territorio regionale, con una<br />

proposta di classificazione dell’Appenn<strong>in</strong>o emiliano-romagnolo sulla base delle caratteristiche<br />

litologiche che possono <strong>in</strong>fluenzare il contenuto di precursori del radon nei suoli.<br />

Inf<strong>in</strong>e viene illustrata l’analisi geostatistica svolta, che rappresenta il momento di <strong>in</strong>tegrazione dei<br />

vari dati.<br />

A questi materiali si aggiungono le conclusioni, condivise dagli autori del presente volume, a s<strong>in</strong>tesi<br />

del lavoro compiuto e per del<strong>in</strong>eare le prospettive future di approfondimento.<br />

<strong>Il</strong> testo è corredato da 4 mappe cartografiche riferite ad alcune delle analisi descritte nei capitoli e<br />

da un CD contenente, oltre a copia del documento, il data base dei dati ambientali associati alle<br />

varie matrici, usate dal gruppo di lavoro per le elaborazioni statistiche.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

(1) WHO-IARC (World Health Organization – International Agency for Research on Cancer) (1988)<br />

“IARC Monograph on the Evaluation of Carc<strong>in</strong>ogenic Risks to Humans: Man-made m<strong>in</strong>eral fibres<br />

and <strong>Radon</strong>” IARC Monograph, Vol. 43, Lyon France<br />

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