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Il Radon ambientale in Emilia-Romagna - Arpa

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grandezza <strong>in</strong>feriori al nuclide padre, determ<strong>in</strong>ando <strong>in</strong> tal modo una condizione di stazionarietà tra<br />

processi di formazione e processi di decadimento, l’attività di tutti i membri della catena<br />

presentano la stessa attività.<br />

In genere, se il sistema è isolato, ossia se non consente scambio di materia con l’ambiente<br />

esterno, rocce e suoli si trovano <strong>in</strong> condizioni di equilibrio secolare.<br />

Dato che però tutte e tre le famiglie radioattive <strong>in</strong>cludono un isotopo del gas nobile radon ad un<br />

livello <strong>in</strong>termedio delle rispettive catene di decadimento, è estremamente probabile che, a causa<br />

del suo allontanamento irreversibile dal punto di formazione, <strong>in</strong> relazione alle sue proprietà<br />

chimico-fisiche, esso emani nello spazio libero, così perturbando le condizioni di equilibrio.<br />

Questa situazione si riflette perciò non solo sull’attività del radon stesso, ma anche su quella dei<br />

suoi discendenti, a discapito dei risultati spettrometrici, che possono portare ad una sottostima<br />

dei loro valori di concentrazione/attività specifica.<br />

Com’è ovvio, sperimentalmente le condizioni di equilibrio vengono <strong>in</strong>evitabilmente violate<br />

durante la fase di prelievo e preparazione del campione, ma possono essere riprist<strong>in</strong>ate, una volta<br />

preparati i campioni per l’analisi, sigillando adeguatamente i contenitori dei campioni utilizzati<br />

per la spettrometria γ, per prevenire il rilascio del radon e consentirne l’accumulo f<strong>in</strong>o a<br />

stazionarietà.<br />

Ovviamente, l’isotopo del radon per cui normalmente vengono applicate queste precauzioni è<br />

l’isotopo 222 che con il suo t ½ = 3.83 giorni richiede la decorrenza di almeno 5-6 semivite (~ 1<br />

mese) per il raggiungimento dell’equilibrio secolare, prima di poterne effettuare l’analisi <strong>in</strong><br />

spettrometria γ.<br />

L’acquisizione degli spettri γ è stata pertanto effettuata dopo circa un mese dalla preparazione<br />

dei campioni per il raggiungimento dell’equilibrio secolare, utilizzando rivelatori HPGe di tipo<br />

coassiale dell’ Università BO: p-type Ortec, efficienza relativa = 30% e di <strong>Arpa</strong> PC: p-type e ntype<br />

Ortec, efficienza nom<strong>in</strong>ale relativa = 25% - 80%.<br />

<strong>Il</strong> tempo di conteggio per s<strong>in</strong>golo campione è stato di 12-48 ore con errori medi di misura<br />

percentuali (k = 2) pari al 14 – 20 %, ottenuti propagando l’<strong>in</strong>certezza sull’area dei picchi e<br />

quella relativa alla curva di fitt<strong>in</strong>g per la calibrazione <strong>in</strong> efficienza.<br />

I rivelatori utilizzati da <strong>Arpa</strong> Piacenza sono stati calibrati con soluzioni standard multipicco<br />

(QCY44 Amersham) opportunamente diluite e preparate nella stessa geometria di conteggio dei<br />

campioni.<br />

Nel laboratorio di Radiochimica Ambientale, la procedura di analisi γ è stata verificata<br />

utilizzando lo standard di riferimento UTS-3 (uranium tail<strong>in</strong>gs) di CANMET, anch’esso nella<br />

stessa geometria di conteggio.<br />

La concentrazione di attività dei radionuclidi di <strong>in</strong>teresse è stata determ<strong>in</strong>ata nel modo seguente:<br />

• per il 40 K si è fatto riferimento al fotopicco di emissione di energia 1460 keV;<br />

• per il 238 U si è fatto riferimento al fotopicco di emissione di energia 1001 keV del<br />

nuclide figlio 234m Pa;<br />

• per il 226 Ra ci si è riferiti alla media “pesata” dei fotopicchi di emissione pr<strong>in</strong>cipali dei<br />

suoi prodotti di decadimento 214 Pb (352 keV) e 214 Bi (609 keV);<br />

• per il 232 Th si è fatto riferimento al fotopicco di emissione di energia 911 keV del<br />

nuclide figlio 228 Ac.<br />

Tali fotopicchi di emissione sono scelti <strong>in</strong> base all’assenza di <strong>in</strong>terferenze con le emissioni di<br />

energia di altri radionuclidi.<br />

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