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evoluzione del fenomeno della droga in europa - EMCDDA - Europa

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Commento: il problema <strong>del</strong>le droghe <strong>in</strong> <strong>Europa</strong><br />

In breve: stime sul consumo di <strong>droga</strong> <strong>in</strong> <strong>Europa</strong><br />

(Le stime riportate si riferiscono alla popolazione adulta<br />

e sono le più recenti disponibili. Per i dati completi e tutte le<br />

note metodologiche si veda il bollett<strong>in</strong>o statistico allegato.)<br />

Cannabis<br />

Prevalenza una tantum: almeno 65 milioni, ossia un adulto<br />

europeo su c<strong>in</strong>que<br />

Consumo nell’ultimo anno: 22,5 milioni di adulti europei,<br />

ossia un terzo dei consumatori una tantum<br />

Consumo negli ultimi 30 giorni: 12 milioni di europei<br />

Variazione tra paesi <strong>del</strong> consumo nell’ultimo anno:<br />

Range complessivo dallo 0,8 % all’11,3 %<br />

Range tipico dal 2,8 % al 7,5 % (15 paesi)<br />

Coca<strong>in</strong>a<br />

Prevalenza una tantum: almeno 10 milioni, ossia più <strong>del</strong> 3 %<br />

degli adulti europei<br />

Consumo nell’ultimo anno: 3,5 milioni di adulti europei, ossia<br />

un terzo dei consumatori una tantum<br />

Consumo negli ultimi 30 giorni: più di 1,5 milioni<br />

Variazione tra paesi <strong>del</strong> consumo nell’ultimo anno:<br />

Range complessivo dallo 0,1 % al 2,7 %<br />

Range tipico dallo 0,3 % all’1,2 % (18 paesi)<br />

Ecstasy<br />

Prevalenza una tantum: circa 8,5 milioni di adulti europei<br />

Consumo nell’ultimo anno: 3 milioni, ossia un terzo dei<br />

consumatori una tantum<br />

Consumo negli ultimi 30 giorni: più di 1 milione<br />

Variazione tra paesi <strong>del</strong> consumo nell’ultimo anno:<br />

Range complessivo dallo 0,0 % al 3,5 %<br />

Range tipico dallo 0,3 % all’1,5 % (15 paesi)<br />

Anfetam<strong>in</strong>e<br />

Prevalenza una tantum: quasi 10 milioni, ossia il 3 % circa<br />

degli adulti europei<br />

Consumo nell’ultimo anno: 2 milioni, ossia un qu<strong>in</strong>to dei<br />

consumatori una tantum<br />

Consumo negli ultimi 30 giorni: meno di 1 milione<br />

Variazione tra paesi <strong>del</strong> consumo nell’ultimo anno:<br />

Range complessivo dallo 0,0 % all’1,4 %<br />

Range tipico dallo 0,2 % all’1,1 % (16 paesi)<br />

Oppiacei<br />

Consumo problematico di oppiacei: tra 1 e 8 casi ogni<br />

1 000 persone adulte (età compresa tra 15 e 64 anni)<br />

Quasi 7 000 decessi improvvisi legati al consumo di <strong>droga</strong>,<br />

con circa il 70 % dei casi legato al consumo di oppiacei (dati<br />

<strong>del</strong> 2003)<br />

Pr<strong>in</strong>cipale sostanza usata dal 60 % dei soggetti che chiedono<br />

di entrare <strong>in</strong> terapia per consumo di stupefacenti<br />

Più di mezzo milione di consumatori di oppiacei nel 2003<br />

è stato sottoposto a trattamento con terapia sostitutiva<br />

e gli ex consumatori di stupefacenti per via parenterale<br />

rappresenterà probabilmente uno dei pr<strong>in</strong>cipali costi<br />

sanitari negli anni a venire. Se si cede alla tentazione di<br />

concludere che il consumo di <strong>droga</strong> per via parenterale<br />

è <strong>in</strong> lento decl<strong>in</strong>o e che l’<strong>Europa</strong> ha reagito bene alla<br />

sfida posta dall’epidemia <strong>del</strong>l’HIV negli anni novanta, si<br />

corre il rischio di compiacersi dei risultati e di abbassare<br />

la guardia nei confronti <strong>del</strong>la m<strong>in</strong>accia sanitaria che<br />

tali comportamenti cont<strong>in</strong>uano a porre. I livelli elevati di<br />

<strong>in</strong>fezione endemica da HCV, la cont<strong>in</strong>ua trasmissione <strong>del</strong><br />

virus tra i consumatori di <strong>droga</strong> per via parenterale — con<br />

un’<strong>in</strong>cidenza <strong>in</strong> crescita osservata <strong>in</strong> alcune fasce <strong>del</strong>la<br />

popolazione — e la presenza di un folto gruppo di<br />

consumatori di <strong>droga</strong> per via parenterale ad alto rischio <strong>in</strong><br />

alcuni dei nuovi Stati membri sono elementi che rivelano<br />

la necessità di cont<strong>in</strong>uare a considerare il consumo per<br />

via parenterale e i problemi sanitari ad esso connessi<br />

come un problema di primaria importanza per la salute<br />

pubblica <strong>in</strong> <strong>Europa</strong> e un settore critico per la politica <strong>in</strong><br />

materia di stupefacenti e per la vigilanza <strong>del</strong>la ricerca.<br />

Coca<strong>in</strong>a: segni di stabilità per la seconda sostanza illecita<br />

più diffusa <strong>in</strong> <strong>Europa</strong><br />

Le stime sul consumo di coca<strong>in</strong>a (prevalenza nell’ultimo<br />

anno) pongono ora questa sostanza poco più avanti<br />

<strong>del</strong>l’anfetam<strong>in</strong>a e <strong>del</strong>l’ecstasy, al secondo posto tra le<br />

sostanze illecite più consumate <strong>in</strong> <strong>Europa</strong>. Tuttavia, il<br />

quadro generale sui livelli di consumo sembra additare<br />

a una stabilizzazione, dopo un periodo <strong>in</strong> cui il numero<br />

dei consumatori era cresciuto <strong>in</strong> maniera significativa.<br />

Tra il 2000 e il 2001, dopo l’impennata registrata <strong>in</strong><br />

Spagna e Regno Unito a partire dalla seconda metà<br />

degli anni novanta, il dato relativo alla prevalenza<br />

<strong>del</strong>la coca<strong>in</strong>a sembra essersi stabilizzato. Altrove non<br />

si registrano drastici aumenti <strong>del</strong> consumo di coca<strong>in</strong>a,<br />

a parte le modeste crescite riferite <strong>in</strong> qualche paese. In<br />

generale, la situazione <strong>in</strong> <strong>Europa</strong> per quanto riguarda<br />

la coca<strong>in</strong>a rimane molto eterogenea e il consumo<br />

massiccio di tale <strong>droga</strong> è ristretto a una manciata<br />

di paesi, soprattutto <strong>del</strong>l’<strong>Europa</strong> occidentale.<br />

Sarebbe comunque un errore concludere che a questi segni<br />

di stabilizzazione <strong>del</strong> consumo di coca<strong>in</strong>a si affianca una<br />

stabilizzazione <strong>del</strong>l’entità dei problemi attribuiti al consumo<br />

di questa sostanza. In <strong>Europa</strong>, il consumo di coca<strong>in</strong>a è a<br />

livelli storicamente alti, e gli esperti suggeriscono che<br />

è normale che l’aumento dei problemi correlati al consumo di<br />

una sostanza stupefacente si verifichi soltanto a distanza di<br />

tempo rispetto all’aumento <strong>del</strong>la prevalenza. Questo perché<br />

è necessario <strong>del</strong> tempo perché i mo<strong>del</strong>li di consumo <strong>in</strong>tensivo<br />

e regolare di <strong>droga</strong> attecchiscano e i problemi correlati<br />

traspaiano. È questo quanto può <strong>in</strong>iziare ad accadere <strong>in</strong><br />

quei paesi europei <strong>in</strong> cui il consumo di coca<strong>in</strong>a appare<br />

oggi consolidato. Sia Paesi Bassi che Spagna riferiscono<br />

che almeno una domanda di trattamento su quattro è legata<br />

al consumo di coca<strong>in</strong>a; <strong>in</strong> generale, il numero <strong>del</strong>le nuove<br />

domande di trattamento per tossicodipendenza da coca<strong>in</strong>a<br />

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