evoluzione del fenomeno della droga in europa - EMCDDA - Europa
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Relazione annuale 2006: Evoluzione <strong>del</strong> <strong>fenomeno</strong> <strong>del</strong>la <strong>droga</strong> <strong>in</strong> <strong>Europa</strong><br />
di terapie sostitutive per oppiacei <strong>in</strong> corso <strong>in</strong> <strong>Europa</strong>.<br />
Ciò fa pensare che la percentuale dei consumatori di<br />
ero<strong>in</strong>a, anche per via parenterale, che sono o sono stati<br />
<strong>in</strong> contatto con i servizi terapeutici può essere molto alta<br />
<strong>in</strong> molti paesi. L’OEDT sta attualmente studiando, tramite<br />
i suoi gruppi tecnici nazionali, il valore che può essere<br />
aggiunto raccogliendo <strong>in</strong>formazioni diverse sulle richieste<br />
di trattamento, la reperibilità dei trattamenti e le stime<br />
<strong>del</strong> consumo di ero<strong>in</strong>a, anche per via parenterale.<br />
Oltre l’<strong>in</strong>dicatore PDU<br />
Un ulteriore passo per accrescere la nostra capacità<br />
di comprendere meglio il problema «<strong>droga</strong>» <strong>in</strong> <strong>Europa</strong><br />
è quello di capire f<strong>in</strong>o a che punto il consumo <strong>in</strong>tensivo<br />
di stupefacenti possa essere <strong>in</strong>tegrato nell’esercizio di<br />
monitoraggio, al di là <strong>del</strong> monitoraggio basato sul PDU.<br />
Il collegamento tra consumo <strong>in</strong>tensivo di stupefacenti,<br />
comunque lo si voglia def<strong>in</strong>ire, e la dipendenza nonché<br />
i livelli e i tipi di problemi nascenti impone un’ulteriore<br />
elaborazione; per esempio, Kan<strong>del</strong> e Davis (1992) hanno<br />
calcolato che negli Stati Uniti circa un terzo dei consumatori<br />
quotidiani di cannabis potrebbe essere considerato<br />
tossicodipendente. Per procedere su questa scia è necessario<br />
formalizzare il concetto di consumo frequente e <strong>in</strong>tensivo<br />
di cannabis e di altre sostanze illecite come bersaglio<br />
specifico <strong>del</strong>le attività di monitoraggio. L’uso frequente<br />
o <strong>in</strong>tensivo si può misurare nei dati statistici per completare<br />
la stima attraverso metodi statistici <strong>in</strong>diretti. Attualmente<br />
i dati statistici ottenuti dalle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i forniscono un’utile<br />
visuale sui vari mo<strong>del</strong>li di consumo di cannabis, che tuttavia<br />
sono prevalentemente mo<strong>del</strong>li comportamentali e dist<strong>in</strong>ti sul<br />
piano <strong>del</strong>la frequenza d’uso. I dati derivati dalle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />
potranno rivelarsi importanti se saremo <strong>in</strong> grado di elaborare<br />
stime solide <strong>del</strong> numero di consumatori di sostanze come La<br />
cannabis, che potrebbero essere descritti come consumatori<br />
dipendenti o a rischio, perlomeno per autodichiarazione.<br />
Questa volontà di trovare una def<strong>in</strong>izione formale<br />
per il consumo frequente o <strong>in</strong>tensivo di una serie di<br />
stupefacenti permetterebbe anche di creare strumenti<br />
di ricerca f<strong>in</strong>alizzati a valutare il grado dei problemi<br />
e <strong>del</strong>la dipendenza causati dai diversi livelli e mo<strong>del</strong>li di<br />
consumo di cannabis. Un certo numero di paesi europei sta<br />
lavorando alla creazione di strumenti metodologici per la<br />
misurazione sia <strong>del</strong> consumo <strong>in</strong>tensivo sia <strong>del</strong> grado <strong>del</strong>la<br />
dipendenza e dei problemi, e <strong>in</strong> questo settore di attività<br />
l’OEDT sta promuovendo le <strong>in</strong>iziative di collaborazione.<br />
Una difficoltà <strong>in</strong>contrata nell’<strong>in</strong>dividuare il consumo<br />
<strong>in</strong>tensivo come <strong>in</strong>dicatore dei consumatori più a rischio<br />
di cadere nella dipendenza o di avere qualche genere<br />
di problema consiste nel fatto che la nozione di ciò che<br />
costituisce consumo <strong>in</strong>tensivo dipende, <strong>in</strong> certa misura, dal<br />
tipo di sostanza consumata. Se il consumo problematico di<br />
oppiacei è fortemente caratterizzato da mo<strong>del</strong>li di consumo<br />
quotidiano, lo stesso spesso non si può dire per le sostanze<br />
stimolanti. Con queste sostanze <strong>in</strong>fatti è più frequente il<br />
consumo di un certo numero m<strong>in</strong>imo di dosi, con un’escalation<br />
dei consumi per brevi periodi cui fanno seguito periodi di<br />
consumo ridotto, durante i quali gli oppiacei lasciano il<br />
posto ad altre sostanze o all’alcol per tamponare gli effetti<br />
avversi <strong>del</strong>l’ast<strong>in</strong>enza. Possono <strong>in</strong>fluenzare <strong>in</strong> maniera<br />
<strong>in</strong>cisiva i mo<strong>del</strong>li <strong>del</strong> consumo <strong>in</strong>tensivo di stupefacenti fattori<br />
di tipo sia farmacologico sia situazionale, ma è chiaro<br />
che gli <strong>in</strong>terventi di natura comportamentale dest<strong>in</strong>ati ai<br />
consumatori <strong>in</strong>tensivi non potranno ignorare i diversi mo<strong>del</strong>li<br />
di consumo a seconda <strong>del</strong> tipo di sostanza implicata.<br />
La sfida di segnalare i problemi dovuti alla poliassunzione<br />
Per buone ragioni pratiche e metodologiche la maggior parte<br />
<strong>del</strong>le segnalazioni sul consumo di <strong>droga</strong> fa una descrizione<br />
dist<strong>in</strong>ta per ogni sostanza. Questo metodo fornisce la chiarezza<br />
concettuale necessaria per favorire la segnalazione sulla base<br />
<strong>del</strong>le misure comportamentali disponibili, ma non tiene <strong>in</strong><br />
considerazione il fatto che il s<strong>in</strong>golo consumatore di stupefacenti<br />
spesso ha fatto uso o fa uso di una gamma variegata di<br />
sostanze lecite e illecite e, di conseguenza, può avere<br />
problemi derivanti dal consumo di più di una sostanza. Questi<br />
consumatori possono alternare sostanze diverse o modificare la<br />
<strong>droga</strong> d’elezione nel tempo o consumare contemporaneamente<br />
più sostanze. Questa situazione complessa rappresenta una<br />
sfida importante per un sistema di monitoraggio, anche se<br />
l’analisi è ristretta alle sole misure comportamentali <strong>del</strong> consumo<br />
di stupefacenti <strong>in</strong> periodi di tempo diversi. Se si <strong>in</strong>cludono<br />
i concetti <strong>del</strong>l’uso problematico e dipendente, le difficoltà<br />
aumentano ulteriormente: a livello europeo esistono pochi<br />
dati solidi per consentire un’analisi <strong>in</strong>formata. È probabile,<br />
tuttavia, che <strong>in</strong> alcuni paesi vi sia un gruppo non trascurabile<br />
di consumatori problematici cronici di stupefacenti che<br />
sfuggono alle classificazioni per sostanze primarie e che<br />
possono avere problemi dovuti al consumo concomitante<br />
di sostanze lecite e illecite. Per risolvere questo problema<br />
è necessario comprendere meglio i mo<strong>del</strong>li <strong>del</strong>la poliassunzione<br />
e applicare nella pratica queste nuove acquisizioni per<br />
migliorare le segnalazioni a livello nazionale ed europeo.<br />
Polisostituzione<br />
Nella nozione generale di poliassunzione si può<br />
<strong>in</strong>travedere una serie di significati specifici. Da un lato,<br />
si ha un consumo di più sostanze <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>tensiva<br />
e caotica, simultaneamente o consecutivamente, <strong>in</strong><br />
molti casi alternando una sostanza all’altra, a seconda<br />
<strong>del</strong>la disponibilità. È questo il caso, per esempio, dei<br />
consumatori problematici che fanno uso di diversi oppiacei<br />
nonché di medic<strong>in</strong>ali, coca<strong>in</strong>a, anfetam<strong>in</strong>e e alcol.<br />
Questo mo<strong>del</strong>lo di consumo sembra diffuso tra<br />
alcuni consumatori cronici, con una certa probabilità<br />
appartenenti a gruppi emarg<strong>in</strong>ati, forse tra soggetti<br />
con problemi di tipo psichiatrico. Nell’ambito di molti<br />
sistemi di segnalazione <strong>in</strong> <strong>Europa</strong>, questi casi verrebbero<br />
classificati come casi di consumo di oppiacei.<br />
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