evoluzione del fenomeno della droga in europa - EMCDDA - Europa
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Capitolo 5: Coca<strong>in</strong>a e coca<strong>in</strong>a crack<br />
Trattamento <strong>del</strong>la dipendenza da coca<strong>in</strong>a<br />
Non esistono dati sufficienti a confermare la validità <strong>del</strong><br />
trattamento farmacologico <strong>del</strong>la dipendenza dalla coca<strong>in</strong>a<br />
o da altri psicostimolanti. Tuttavia, nella loro analisi<br />
esaustiva <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong>le farmacoterapie nei consumatori<br />
di psicostimolanti, Shearer e Gow<strong>in</strong>g (2004) concludono<br />
che la terapia sostitutiva, che produce risultati positivi nel<br />
trattamento <strong>del</strong>la dipendenza da oppiacei e nicot<strong>in</strong>a, e ha<br />
il vantaggio di attirare e mantenere <strong>in</strong> cura i consumatori,<br />
non è stata adeguatamente sperimentata nei consumatori<br />
di stimolanti. Di recente l’OEDT ha pubblicato una<br />
revisione <strong>del</strong>la letteratura sulle risposte dei pazienti alla<br />
terapia <strong>del</strong>la tossicodipendenza da coca<strong>in</strong>a e sulla sua<br />
efficacia, comprese tra queste le risposte ai disturbi di<br />
salute mentale tra i consumatori di coca<strong>in</strong>a crack ( 158 ).<br />
In alcuni paesi, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, si<br />
stanno <strong>in</strong>vestendo notevoli risorse nello sviluppo di<br />
alternative di trattamento immunoterapico, creando<br />
anticorpi <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>tercettare la coca<strong>in</strong>a <strong>in</strong> circolo<br />
prima che raggiunga il sistema nervoso centrale (cfr. il<br />
riquadro sul tema immunoterapia per coca<strong>in</strong>omani).<br />
Una comb<strong>in</strong>azione di più <strong>in</strong>terventi terapeutici specifici<br />
di tipo psicosociale è attualmente considerata l’opzione<br />
terapeutica più promettente per i consumatori di<br />
coca<strong>in</strong>a e altri psicostimolanti. L’uso concomitante<br />
<strong>del</strong>l’approccio di r<strong>in</strong>forzo comunitario (community<br />
re<strong>in</strong>forcement approach, CRA) e di <strong>in</strong>terventi basati su<br />
r<strong>in</strong>forzi positivi (cont<strong>in</strong>gency management) ha dimostrato<br />
di contribuire a ridurre il consumo di coca<strong>in</strong>a nel breve<br />
term<strong>in</strong>e (Higg<strong>in</strong>s e altri, 2003; Roozen e altri, 2004).<br />
L’approccio CRA è un metodo terapeutico <strong>in</strong>tensivo che<br />
co<strong>in</strong>volge familiari, amici e altri membri <strong>del</strong>la rete sociale<br />
dei pazienti per tutta la durata <strong>del</strong> trattamento e consiste<br />
nell’<strong>in</strong>segnare ai pazienti a <strong>in</strong>trecciare rapporti sociali e a<br />
migliorare la propria immag<strong>in</strong>e di sé, nell’aiutarli a trovare<br />
un lavoro e a dedicarsi ad attività ricreative appaganti,<br />
per <strong>in</strong>staurare uno stile di vita diverso (Roozen e altri,<br />
2004). In associazione al cont<strong>in</strong>gency management,<br />
un metodo che mira a <strong>in</strong>fluenzare il comportamento dei<br />
pazienti offrendo <strong>in</strong>centivi importanti (per esempio, regali,<br />
buoni premio o privilegi per ogni campione di ur<strong>in</strong>a privo<br />
di tracce di coca<strong>in</strong>a), sono stati ottenuti effetti positivi sul<br />
consumo di <strong>droga</strong> e sul funzionamento psicosociale nella<br />
fase di trattamento e nel successivo periodo di follow-up<br />
nei pazienti coca<strong>in</strong>omani trattati <strong>in</strong> regime ambulatoriale,<br />
benché gli effetti sul consumo di coca<strong>in</strong>a appaiano limitati<br />
al periodo di trattamento (Higg<strong>in</strong>s e altri, 2003).<br />
I nuovi approcci di trattamento dei gruppi altamente<br />
problematici di consumatori di ero<strong>in</strong>a che fanno<br />
un uso concomitante anche di coca<strong>in</strong>a e coca<strong>in</strong>a<br />
crack si focalizzano sulla riduzione dei danni come<br />
Immunoterapia per coca<strong>in</strong>omani<br />
A differenza <strong>del</strong>la dipendenza da ero<strong>in</strong>a, che può essere<br />
curata con agonisti come il metadone o con antagonisti<br />
come il naltrexone, non esistono attualmente terapie mediche<br />
per la dipendenza da coca<strong>in</strong>a. Il motivo va ricercato nel<br />
meccanismo d’azione attraverso cui la coca<strong>in</strong>a esercita<br />
i suoi effetti sui neurotrasmettitori cerebrali dopam<strong>in</strong>a<br />
e seroton<strong>in</strong>a. Mentre l’ero<strong>in</strong>a si lega ai recettori cerebrali<br />
degli oppiacei (come i recettori mu), mimando qu<strong>in</strong>di<br />
l’azione <strong>del</strong>le endorf<strong>in</strong>e cerebrali, la coca<strong>in</strong>a <strong>in</strong>ibisce il<br />
riassorbimento <strong>del</strong>la dopam<strong>in</strong>a (e <strong>del</strong>la seroton<strong>in</strong>a) da parte<br />
<strong>del</strong>la s<strong>in</strong>apsi neuronale dopo che essa ha prodotto il suo<br />
effetto, determ<strong>in</strong>ando un accumulo <strong>del</strong> trasmettitore, e qu<strong>in</strong>di<br />
prolungandone e rafforzandone l’effetto.<br />
Ciò non significa necessariamente che è impossibile trovare<br />
una terapia medica per la dipendenza dalla coca<strong>in</strong>a, ma<br />
soltanto che può essere più difficile farlo e che è <strong>in</strong>dispensabile<br />
tener conto di concetti diversi rispetto a quelli usati nella<br />
def<strong>in</strong>izione di terapie per la dipendenza dall’ero<strong>in</strong>a.<br />
Un filone <strong>in</strong>teressante <strong>del</strong>la ricerca è quello<br />
<strong>del</strong>l’immunoterapia, ossia <strong>del</strong>la creazione di un vacc<strong>in</strong>o <strong>in</strong><br />
grado di «neutralizzare» <strong>in</strong> maniera efficace l’azione <strong>del</strong>la<br />
coca<strong>in</strong>a impedendo alla <strong>droga</strong> di raggiungere il cervello.<br />
Il concetto fondamentale è stato tuttavia sottoposto a prove<br />
ancora limitate. Un vacc<strong>in</strong>o (sviluppato nel Regno Unito)<br />
è stato testato su un numero esiguo di coca<strong>in</strong>omani, 18 <strong>in</strong><br />
totale, per un periodo di 14 settimane. Si è scoperto che<br />
tre quarti <strong>del</strong>la coorte vacc<strong>in</strong>ata dei coca<strong>in</strong>omani erano <strong>in</strong><br />
grado di sopportare un’ast<strong>in</strong>enza di 3 mesi senza subire<br />
effetti collaterali pregiudizievoli. Inoltre, dopo 6 mesi, sia<br />
i soggetti ricaduti nella dipendenza sia i rimanenti soggetti<br />
hanno dichiarato che la sensazione di euforia prodotta dal<br />
consumo <strong>del</strong>la sostanza non era così potente come prima<br />
<strong>del</strong> vacc<strong>in</strong>o. Grazie a questi risultati il vacc<strong>in</strong>o, denom<strong>in</strong>ato<br />
coniugato <strong>del</strong>la prote<strong>in</strong>a stupefacente TA-CD, è ora <strong>in</strong> fase di<br />
sperimentazione nell’ambito di due studi cl<strong>in</strong>ici di fase 2. Un<br />
approccio immunoterapeutico alternativo, che tuttavia è stato<br />
testato soltanto a livello precl<strong>in</strong>ico, prevede lo sviluppo di<br />
anticorpi monoclonali alla coca<strong>in</strong>a.<br />
Il potenziale beneficio <strong>del</strong> vacc<strong>in</strong>o TA-CD contro la coca<strong>in</strong>a<br />
ha sollevato dubbi di tipo etico sull’uso <strong>del</strong> vacc<strong>in</strong>o: chi dovrà<br />
essere vacc<strong>in</strong>ato, chi deciderà se vacc<strong>in</strong>are o meno, sulla<br />
base di quali criteri etc.<br />
obiettivo terapeutico primario e fanno ricorso alle<br />
terapie comportamentali (<strong>in</strong> particolare ai mo<strong>del</strong>li<br />
di cont<strong>in</strong>gency management) <strong>in</strong> associazione<br />
a programmi di mantenimento con metadone o a<br />
una terapia assistita con ero<strong>in</strong>a (Schottenfeld e altri,<br />
2005; van den Br<strong>in</strong>k, 2005; Pol<strong>in</strong>g e altri, 2006).<br />
( 158 ) www.emcdda.<strong>europa</strong>.eu/?nnodeid=400<br />
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