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LA GESTIONE - Direzione Generale per la Valorizzazione del ...

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endono concretamente il bene fruibile e dunque conoscibile. Un museo “non gestito” non è<br />

un museo, è solo un contenitore, che può ben conservare i beni al suo interno, ma non li può<br />

far conoscere quindi non li può valorizzare, non consentendo ai beni che lo compongono di<br />

comunicare il proprio valore.<br />

La disciplina sulle modalità di gestione è composta da un corpus normativo complesso e in<br />

movimento, <strong>la</strong> cui ricostruzione costituisce appunto <strong>la</strong> prima parte <strong>del</strong> nostro studio. Tale<br />

complessità deriva da diversi elementi.<br />

Dal<strong>la</strong> sua genesi, innanzitutto: quanto al<strong>la</strong> provenienza si evidenzia come esso si caratterizzi<br />

dall’essere un quadro pluri-strutturato, composto da una pluralità di poli di produzione normativa.<br />

Ci sono norme statali che hanno valore di discplina esaustiva <strong>per</strong> <strong>la</strong> valorizzazione dei<br />

beni appartenenti allo Stato; le norme statali, poi, valgono anche come principi fondamentali<br />

<strong>per</strong> i legis<strong>la</strong>tori regionali, il ché implica una ricostruzione dei rapporti fra questi due livelli di<br />

produzione normativa nonché <strong>la</strong> comprensione e <strong>del</strong>imitazione di quali siano le norme statali<br />

che effettivamente costituiscono “principi” e quali no - l’auto-qualificazione ad o<strong>per</strong>a <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

norma stessa non è vinco<strong>la</strong>nte <strong>per</strong> l’interprete. La disciplina poi si compone <strong>del</strong><strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione<br />

regionale di dettaglio; molte regioni hanno già legiferato sul tema, alcune offrendo una<br />

panoramica <strong>del</strong>le singole tipologie e forme di gestione possibili, altre seguendo invece un<br />

profilo meno strutturato e <strong>la</strong>sciando dunque molta libertà all’altro polo di produzione normativa:<br />

gli enti locali, tito<strong>la</strong>ri di poteri normativi, statutari e rego<strong>la</strong>mentari, questi ultimi alquanto<br />

incidenti sulle forme di organizzazione e gestione. Ancora, il settore <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

valorizzazione dei beni culturali è <strong>la</strong>mbito da altre forme di normazione, di provenienza sovranazionale,<br />

che implicano che spesso l’azione <strong>del</strong><strong>la</strong> publica amministrazione debba essere<br />

condotta secondo una disciplina di provenienza non nazionale (ad esempio <strong>la</strong> normativa di<br />

derivazione europea).<br />

In secondo luogo, <strong>la</strong> complessità <strong>del</strong><strong>la</strong> disciplina è data dal<strong>la</strong> sua continua innovazione; si<br />

nota infatti come essa risulti partico<strong>la</strong>mente “fluida”, ad alto tasso di riforma, controriforma,<br />

<strong>per</strong>fezionamento, rivisitazione complessiva, integrazione giurisprudenziale. Basti porre mente<br />

al fatto che l’impianto <strong>del</strong><strong>la</strong> discplina di tute<strong>la</strong> è inviariato, a parte ritocchi lessicali e procedimentali,<br />

da oltre sessanta anni; quello inerente <strong>la</strong> gestione-valorizzazione, le cui norme<br />

sono già di <strong>per</strong> sé recenti, è già stato rivisto o reimpostato più volte.<br />

Al<strong>la</strong> parte “staticamente” ricostruttiva <strong>del</strong> dato normativo, segue poi l’analisi <strong>del</strong><strong>la</strong> sua concreta<br />

applicazione, ossia <strong>del</strong>le modalità di utilizzo <strong>del</strong><strong>la</strong> disciplina. Finalità di tale seconda tappa<br />

è <strong>la</strong> comprensione <strong>del</strong>l’utilità e <strong>del</strong>l’efficacia <strong>del</strong>le forme giuridiche proposte dal<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zone,<br />

anche in re<strong>la</strong>zione alle diverse condizioni territoriali, economiche, culturali in cui esse vengono<br />

utilizzate. Oltre al<strong>la</strong> rassegna <strong>del</strong>le forme di gestione utilizzate in generale, l’attenzione<br />

viene rivolta ad alcuni casi di cui si approfondisce lo studio, realtà che hanno s<strong>per</strong>imentato<br />

nuove strade, diverse forme di dialogo, prime applicazioni di norme innovative. Le strade,<br />

infatti, a<strong>per</strong>te da alcuni possono essere con grande utilità osservate <strong>per</strong> coglierne i successi<br />

e le criticità e <strong>per</strong> valutarne <strong>la</strong> applicabilità anche ad o<strong>per</strong>a di altri soggetti.<br />

Infine lo studio si incentra su una lettura critica <strong>del</strong><strong>la</strong> normativa, orientata ad evidenziare<br />

modalità positive e costruttive che possano essere suggerite nell’applicazione <strong>del</strong>le norme.<br />

Esse infatti contengono possibilità che vengono applicate in maniera ridotta, dubbi interpretativi<br />

che spesso ne limitano l’applicazione, finanche criticità che ne possono consigliare un<br />

ripensamento.<br />

Il quadro ricostruttivo che vuol <strong>del</strong>ineare riguarda ovviamente i beni <strong>del</strong>lo Stato, ma ne sono<br />

oggetto anche le modalità di gestione e valorizzazione <strong>del</strong> patrimonio culturale che gli altri<br />

Quaderni <strong>del</strong><strong>la</strong> valorizzazione - 2<br />

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