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LA GESTIONE - Direzione Generale per la Valorizzazione del ...

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Ci si confronta, quindi, con <strong>per</strong>centuali che sono estremamente preoccupanti in una logica di<br />

valorizzazione e di appeal “turistico – culturale”; se il 92% dei musei si colloca nel<strong>la</strong> fascia<br />

medio – picco<strong>la</strong>, questo vuol dire che il nostro patrimonio culturale è caratterizzato da una<br />

presenza diffusa di beni, di beni anche localmente inseriti in luoghi <strong>del</strong><strong>la</strong> cultura noti, ma<br />

ciascuno dei quali, pur provvisto di una dimensione e rilevanza culturale non discutibile,<br />

appare invece, dal punto di vista <strong>del</strong><strong>la</strong> ricaduta turistica, privo di grande attrattiva da parte<br />

dei visitatori.<br />

Considerato, quindi, che <strong>per</strong> il 92% dei musei l’o<strong>per</strong>azione di instal<strong>la</strong>zione di servizi di supporto,<br />

cd. aggiuntivi, non sarebbe sostenibile, con una inaccettabile esclusione da forme di<br />

valorizzazione maggiori di quasi tutto il sistema museale italiano, e considerato altresì che,<br />

pur con variazioni di <strong>per</strong>centuali, le valutazioni finali non mutano se si analizza il sistema dei<br />

musei civici, ecclesiastici, privati o di altra tito<strong>la</strong>rità, si giunge al<strong>la</strong> conclusione che è necessario<br />

approfondire lo studio di queste tematiche <strong>per</strong> individuare insieme modalità di intervento<br />

diverse e più efficaci.<br />

Una prima riflessione deve essere fatta proprio sul tema “Col<strong>la</strong>borazione istituzionale”;<br />

presupposto primo <strong>per</strong> impostare correttamente un progetto di valorizzazione non può non<br />

essere <strong>la</strong> conoscenza <strong>del</strong> bene, <strong>del</strong><strong>la</strong> sua natura, <strong>del</strong><strong>la</strong> sua storia e <strong>del</strong>le re<strong>la</strong>zioni che nel<br />

tempo hanno legato sempre più il bene al territorio.<br />

Se questo presupposto è condiviso, allora le strategie da definire devono essere diverse,<br />

devono avvicinare il visitatore non solo al museo in quanto luogo di cultura, ma sopra tutto<br />

al territorio dove storia, natura, arte, archeologia, tradizioni, costumi si fondono portando a<br />

unitarietà quel<strong>la</strong> cultura materiale e immateriale che caratterizza il nostro Paese.<br />

Perseguire questo risultato richiede <strong>per</strong>ò una attenta capacità di programmazione da parte di<br />

tutti i soggetti istituzionali che intervengono nel<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong> territorio, <strong>per</strong>ché solo o<strong>per</strong>ando<br />

insieme è possibile far emergere tutte le valenze culturali di cui il sistema Italia è ricco.<br />

Un secondo spunto di riflessione è inerente al<strong>la</strong> necessità di avere una conoscenza precisa<br />

<strong>del</strong> fenomeno “Turismo” riferito al<strong>la</strong> parte <strong>del</strong> territorio che si intende valorizzare.<br />

Esistono, infatti, molti tipi di turismo: il turismo di passaggio, meno interessato ad aspetti storici<br />

e scientifici precisi, oppure il turismo formato da studiosi, che al contrario mirano ad avere<br />

il massimo <strong>del</strong>l’informazione e <strong>del</strong><strong>la</strong> conoscenza storica e scientifica dei beni, al turismo<br />

locale, che torna a visitare i propri musei quando è opportunamente sollecitato, al turismo<br />

sco<strong>la</strong>stico artico<strong>la</strong>to nei vari livelli di scuole.<br />

Ognuna di queste tipologie ha esigenze proprie e desidera ricevere risposte diverse, riuscire<br />

a soddisfarle pienamente costituisce il presupposto <strong>per</strong>chè almeno parte di questo turismo<br />

possa nel tempo essere “fi<strong>del</strong>izzato”.<br />

Questa realtà non è nuova <strong>per</strong> gli o<strong>per</strong>atori, è solo confermata e messa in partico<strong>la</strong>re evidenza<br />

dai numeri; se non è pensabile di poter trascurare il 92% <strong>del</strong> nostro sistema mussale,<br />

ugualmente non è pensabile di poter applicare a questo 92% gli stessi criteri di valorizzazione<br />

che sono ormai adottati e s<strong>per</strong>imentati <strong>per</strong> le grandi realtà espositive.<br />

Lo spunto che con questo intervento si vuole inserire nel dibattito richiama l’attenzione, allora,<br />

su due aspetti in partico<strong>la</strong>re; il primo riguarda <strong>la</strong> necessità di e<strong>la</strong>borare <strong>del</strong>le strategie<br />

nuove che devono trovare il loro primo fondamento nel<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione interistituzionale, e il<br />

secondo attiene al fatto che non è possibile pensare ad un progetto di valorizzazione se non<br />

si parte da una conoscenza vera <strong>del</strong> bene.<br />

Conoscere il bene vuol dire, non soltanto, conoscere il bene in se stesso, ma anche il contesto<br />

Quaderni <strong>del</strong><strong>la</strong> valorizzazione - 2<br />

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