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LA GESTIONE - Direzione Generale per la Valorizzazione del ...

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Emanue<strong>la</strong> Melloni<br />

Direttore amministrativo economico finanziario coordinatore, Soprintendenza<br />

<strong>per</strong> i Beni Architettonici e paesaggistici <strong>per</strong> le province di Bologna, Modena e<br />

Reggio Emi<strong>la</strong>.<br />

Ad un osservatore non attento potrebbe sembrare che il mondo politico abbia sco<strong>per</strong>to l’importanza<br />

<strong>del</strong> patrimonio culturale italiano e <strong>del</strong><strong>la</strong> sua enorme potenzialità economica solo<br />

ora. In realtà chi si è interessato di “servizi aggiuntivi” sa bene che il fenomeno ha origini<br />

più remote, semplicemente veniva chiamato con altri nomi ed altre erano le ango<strong>la</strong>ture di<br />

osservazione.<br />

Quando agli inizi degli anni novanta l’allora ministro Ronchey ha normato <strong>la</strong> materia ricomprendo<strong>la</strong><br />

sotto il nome di servizi aggiuntivi (legge 14 gennaio 1993, n. 4) questa sembrava<br />

essere stata legiferata pensando che i beni culturali da valorizzare avessero tutti il medesimo<br />

richiamo al<strong>la</strong> stregua di Pa<strong>la</strong>zzo Pitti, gli Uffizi, il Colosseo.<br />

In questa sede ho sentito, <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta, affrontare il tema dei “piccoli numeri”, <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

necessità di individuare strumenti giuridici che consentano di valorizzare anche quei siti di<br />

minor richiamo internazionale ma altrettanto “meravigliosi” ed importanti da un punto di vista<br />

storico, artistico, demo antropologico, architettonico ed archeologico da tute<strong>la</strong>rli e conservali<br />

come “beni culturali”.<br />

In questo contesto ritengo utile riportare l’es<strong>per</strong>ienza maturata come funzionario amministrativo<br />

responsabile dei servizi aggiuntivi <strong>del</strong><strong>la</strong> Soprintendenza Archeologica <strong>del</strong>l’Emilia Romagna.<br />

La competenza <strong>del</strong><strong>la</strong> Soprintendenza Archeologica comprende l’intero territorio regionale, ad<br />

essa afferiscono quattro musei nazionali (Marzabotto, Ferrara, Sarsina, Parma) e cinque siti<br />

archeologici (Veleia, Russi, Ravenna, Marzabotto, Cattolica) a<strong>per</strong>ti al pubblico, alcuni con tassa<br />

d’ingresso altri ad ingresso gratuito. La passione <strong>per</strong> l’arte dei diversi dipendenti che negli<br />

anni si sono succeduti al<strong>la</strong> Soprintendenza ha consentito di offrire al pubblico-utente i servizi<br />

minimi di accoglienza, quali visite guidate, prenotazioni, guardaroba, vendita guide, <strong>la</strong>boratori<br />

didattici, che hanno aumentato considerevolmente il numero dei visitatori nei singoli siti.<br />

Tutto ciò consente - a noi oggi- di affermare senza incertezze l’importanza di una corretta attività<br />

di valorizzazione sia da un punto di vista di conoscenza sia in partico<strong>la</strong>re da un punto di<br />

vista di ritorno economico. Altrettanto chiaro appare che, allo stato attuale, il MiBAC non ha al<br />

suo interno né risorse umane sufficienti né idonee professionalità <strong>per</strong> far fronte direttamente<br />

al<strong>la</strong> richiesta di offerta culturale, le sole giornate <strong>del</strong> patrimonio e <strong>la</strong> settimana <strong>del</strong><strong>la</strong> cultura<br />

ne sono esempio.<br />

Lo scenario normativo vigente all’epoca dei fatti era quello <strong>del</strong><strong>la</strong> legge Ronchey (legge 14 gennaio<br />

1993, n. 4) che prevedeva che i servizi aggiuntivi elencati all’art. 117 <strong>del</strong> T. U. 490/1999<br />

potessero essere realizzati (nelle forme indicate all’art. 115) o direttamente dall’amministrazione<br />

(Soprintendenza) o dati in concessione ad un soggetto privato da individuarsi, indipendentemente<br />

dal valore economico <strong>del</strong> servizio, mediante procedura di gara ad evidenza pubblica<br />

secondo l’allora vigente disciplina <strong>del</strong>l’appalto di servizi (d.lgs. 17 marzo 1995, n. 157)<br />

che prevedeva una gara con pubblicazione di bando ed a<strong>per</strong>tura a soggetti oltre che italiani<br />

appartenenti all’unione europea, <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo di 4 anni rinnovabili <strong>per</strong> ulteriori quattro.<br />

Il territorio di competenza <strong>del</strong><strong>la</strong> Soprintendenza Archeologico coincide con quello regionale,<br />

tale circostanza consente un ulteriore raffronto <strong>del</strong>l’es<strong>per</strong>ienza fatta secondo le previgenti<br />

normative con <strong>la</strong> disciplina successiva. Ove veniva originariamente previsto l’affidamento<br />

212<br />

Primo colloquio sul<strong>la</strong> valorizzazione

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