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LA GESTIONE - Direzione Generale per la Valorizzazione del ...

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Mi incalzate sui tempi dopo solo alcuni secondi, lo so, vi capisco, <strong>per</strong>ò sono cose che vanno<br />

appuntate a chi non ha previsto un’organizzazione adeguata ad un’oceanica partecipazione<br />

da parte di chi, sul territorio, evidentemente represso e inascoltato da anni, nutriva legittime<br />

aspettative. Praticamente ci date trenta secondi <strong>per</strong> dire, o meglio non dire, allora <strong>per</strong>ché non<br />

mandarvi <strong>per</strong> email le considerazioni, e sarebbe stata <strong>la</strong> stessa cosa, anzi meglio, così veniva<br />

smascherato il tentativo di far passare un’informazione <strong>per</strong> una comunicazione! Questo è il<br />

momento, par<strong>la</strong>te con il territorio, confrontatevi, rinunciate a volgari passerelle!<br />

Guido dichiara che le risultanze <strong>del</strong>le Commissioni di Studio che di volta in volta si istituiscono<br />

ci devono dire quali sono i sistemi, come funzionano, i criteri, le criticità ecc. e invece,<br />

sistematicamente, vanno a finire nei cassetti, non servono a niente. Non è vero, servono a far<br />

incamerare qualcosa a chi evidentemente è stato commissionato lo studio e a chi glielo ha<br />

commissionato! Nel<strong>la</strong> rotazione dei nostri vari dirigenti c’è una cosa che non si ricorda mai,<br />

una cosa molto importante che voglio dire e poi chiudo: non mi pare che valutando le difficoltà<br />

che il sistema Paese ha, un dirigente che firma un contratto abbia mai detto “io con questi<br />

fondi, con queste risorse, con questi sistemi non ci posso stare quindi rimetto il mandato”. Lo<br />

avete mai visto Non ricordo un soprintendente, specialmente di questi tempi che non abbia<br />

fatto ricorso a <strong>la</strong>menti sul<strong>la</strong> mancanza di fondi e sull’impossibilità di gestire i settori di appartenenza.<br />

Ricordo invece benissimo, anche in questo caso, di come si sono sempre prese le<br />

dovute distanze dalle parti sociali sul<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong> Bene e <strong>del</strong> <strong>per</strong>sonale e di come, invece<br />

adesso, ogni sindacato è buono <strong>per</strong> veico<strong>la</strong>re i propri disagi. No. Passiamo ad una <strong>del</strong>le cose<br />

riferiteci dal<strong>la</strong> Ragni che par<strong>la</strong>va di crescere non solo nel numero dei potenziali utenti ma<br />

nel<strong>la</strong> fi<strong>del</strong>izzazione. Io vorrei ricordare a me stesso, poi magari sbaglierò, che <strong>la</strong> cultura nel<br />

nostro ordinamento, come prevede <strong>la</strong> nostra carta costituzionale è fondamento <strong>del</strong>lo stato<br />

italiano e noi, in quanto Ministero dei Beni Culturali, siamo <strong>per</strong> una cultura garantita anche<br />

nei confronti di una so<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona. Non ci interessa il numero, o meglio ci interessa ma non<br />

è l’aspetto principale. Che da noi vengano mille <strong>per</strong>sone o una so<strong>la</strong> non cambia se non siamo<br />

capaci di intercettare <strong>la</strong> preparazione, <strong>la</strong> cultura, l’intelligenza. Il problema è che quel<strong>la</strong><br />

<strong>per</strong>sona deve essere attratta sì dal nostro bene, ma non <strong>per</strong>ché dobbiamo condurce<strong>la</strong> “con<br />

<strong>la</strong> forza”, magari dandogli dei ciocco<strong>la</strong>tini, <strong>per</strong>ché <strong>la</strong> cultura non può essere addolcita! Feste<br />

di innamorati, <strong>del</strong><strong>la</strong> donna (che da so<strong>la</strong> meriterebbe una giornata di discussione a parte),<br />

degli anziani, dei bambini, dei disabili ed altro, sono tutte cose che possiamo pure inventarci<br />

ma senza dimenticare che al museo, quello dove tutti si possono ritrovare, riscoprirsi, capire<br />

(se gli archeologi lo <strong>per</strong>mettono) ci vai a prescindere, <strong>per</strong> cultura, <strong>per</strong> <strong>per</strong>corso, <strong>per</strong> interesse<br />

istintivo, non <strong>per</strong>ché ti propongono spettacoli sostitutivi. Al rappresentante <strong>del</strong> FAI che diceva<br />

a proposito degli ingressi gratuiti che vanno aboliti, <strong>per</strong>sonalmente voglio dire che non sono<br />

affatto d’accordo, anzi. Ribadisco <strong>la</strong> nostra necessità di essere cultura di stato; noi dobbiamo<br />

garantire l’ingresso ai musei statali, musei di tutti, gratuitamente. Piuttosto il problema è un<br />

altro, se non si è capaci di fare una reale battaglia all’evasione fiscale, al foraggiamento degli<br />

armamenti, all’industria bellica, ciò non può essere un problema di tutti coloro i quali intendono<br />

recarsi al museo, anche più volte, “fi<strong>del</strong>izzandosi” convintamente, non si può e non si deve<br />

pagare <strong>per</strong> colpa di chi ingrassa senza rispetto e a dispetto di quelli che desiderano vivere<br />

di cultura. In un’altra occasione, sempre il rappresentante FAI, in un momento di follia da<br />

recu<strong>per</strong>o ad ogni costo, diceva che in condizioni partico<strong>la</strong>ri molto meglio sarebbe rinunciare<br />

ad un Bene in grave difficoltà, magari eliminandolo, pur di poter restaurare e recu<strong>per</strong>are una<br />

situazione più significativa. S<strong>per</strong>o vivamente di aver compreso male e di non dover ripetere<br />

quanto sopra! E chiudo. Questa chicca finale <strong>la</strong> voglio <strong>la</strong>sciare ai tanti o<strong>per</strong>atori sul territorio,<br />

Quaderni <strong>del</strong><strong>la</strong> valorizzazione - 2<br />

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