LA GESTIONE - Direzione Generale per la Valorizzazione del ...
LA GESTIONE - Direzione Generale per la Valorizzazione del ...
LA GESTIONE - Direzione Generale per la Valorizzazione del ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
attori istituzionali, innanzitutto regioni ed enti locali, pongono in essere. Ciò <strong>per</strong>ché, come si<br />
dirà, il punto di tenuta, “<strong>la</strong>” modalità <strong>per</strong> valorizzare efficacemente è il fare sistema, il porre<br />
in essere una modalità congiunta e concordata di valorizzare, che presuppone necessariamente<br />
<strong>la</strong> conoscenza <strong>del</strong>le forme organizzative assunta dai diversi soggetti che a tale compito<br />
partecipano.<br />
Nel condurre lo studio <strong>per</strong> <strong>la</strong> stesura <strong>del</strong>le Linee guida, si impongono all’attenzione alcuni<br />
punti focali, nodi che appaiono fondamentali e che costituiscono i terreni, i campi in cui si<br />
gioca l’efficacia <strong>del</strong> sistema amministrativo di valorizzazione. Uno di questi nodi è il ricco<br />
sistema che oggi <strong>la</strong> normativa consente di <strong>per</strong>correre <strong>per</strong> creare “re<strong>la</strong>zioni” tra i soggetti,<br />
utilizzando lo strumento <strong>del</strong>l’accordo (art. 112 <strong>del</strong> Codice). Già prima <strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> Codice<br />
tale strada era già stata utilmente <strong>per</strong>corsa <strong>per</strong> <strong>la</strong> programmazione negoziata di interventi<br />
di conservazione. La nuova stesura <strong>del</strong>l’articolo 112, <strong>per</strong>ò, assume una valenza ben diversa<br />
dal<strong>la</strong> semplice indicazione di una possiblità da porre in essere <strong>per</strong> valorizzare: essa infatti<br />
spinge tutti i livelli di governo a progettare e realizzare in maniera sistematica un mo<strong>del</strong>lo di<br />
valorizzazione congiunto, concordato, condiviso. La coo<strong>per</strong>azione interistituzionale, dunque,<br />
diventa “il” principio da seguire <strong>per</strong> valorizzare e dunque gestire. Ciò da un <strong>la</strong>to deriva da una<br />
necessità che sta al<strong>la</strong> base <strong>del</strong> sistema di valorizzazione: <strong>per</strong> poter valorizzare un bene, un<br />
sito, un insieme di beni è necessario che tutti gli attori istituzionali che sono tito<strong>la</strong>ri di competenze<br />
amministrative in quel territorio siano coinvolti e vi partecipino secondo modalità<br />
coordinate e concordate. Dall’altro <strong>la</strong>to, ancor più importante appare <strong>la</strong> partecipazione al<strong>la</strong><br />
fase ideativa, progettuale dei piani che poi dovranno essere eseguiti.<br />
Dunque, il punto a cui tendere è proprio il ricorso al<strong>la</strong> creazione di re<strong>la</strong>zioni come modalità<br />
normale, usuale <strong>per</strong> valorizzare; esse possono essere alquanto diversificate a livello di intensità,<br />
creando rapporti di diverso peso o livello di strutturazione, dal semplice coordinamento<br />
di alcune attività di interesse comune al<strong>la</strong> istituzione di soggetti giuridici cui affidare <strong>la</strong> valorizzazione,<br />
o ancora di sistemi di re<strong>la</strong>zione stabile tra enti, come nel caso <strong>del</strong>le reti, dei sistemi<br />
museali, bibliotecari, archvistici e dei distretti culturali, secondo una graduazione che deve<br />
essere soppesata caso <strong>per</strong> caso in base alle condizioni dei territori e dei beni.<br />
Altrettanto diversificati sono gli strumenti giuridici utilizzabili. Lo strumentario a disposizione<br />
è vastissimo: l’art. 112 <strong>del</strong> Codice fondamentalmente descrive una vasta gamma di possibili<br />
contenuti <strong>per</strong> lo strumento giuridico, altrove disciplinato procedimentalmente in maniera piuttosto<br />
varia e ricca, <strong>del</strong>l’”accordo”.<br />
Per concludere, il <strong>la</strong>voro che stiamo conducendo si propone di fornire un quadro di indicazioni<br />
chiare e utilizzabili dagli o<strong>per</strong>atori di tutti i livelli istituzionali sulle più opportune modalità di<br />
applicazione <strong>del</strong>le norme vigenti in re<strong>la</strong>zione alle molteplici e diversificate esigenze, <strong>per</strong>mettendo<br />
quindi alle amministrazioni di o<strong>per</strong>are scelte che devono necessariamente graduarsi a<br />
seconda <strong>del</strong> carattere dei beni interessati. Necessario appare infatti calibrare, graduare l’utilizzo<br />
degli strumenti amministrativi, dei limiti e dei controlli, in base alle esigenze e alle cautele<br />
richieste dai diversi tipi di beni; entrambe le anime <strong>del</strong><strong>la</strong> valorizzazione, quel<strong>la</strong> principale,<br />
di genere culturale, e quel<strong>la</strong> di genere economico possono coniugarsi attraverso l’ocultata<br />
scelta degli strumenti a disposizione. Abbiamo sentito da Maddalena Ragni che <strong>la</strong> stragrande<br />
maggioranza dei luoghi <strong>del</strong><strong>la</strong> cultura in Italia è di piccole dimensioni; occorre dunque che<br />
l’applicazione <strong>del</strong>le norme sia basata su una consapevole graduazione <strong>del</strong>l’utilizzo degli strumenti<br />
normativi calibrata sul<strong>la</strong> diversificazione di condizioni e dimensioni <strong>del</strong><strong>la</strong> realtà. Detta<br />
graduazione si deve riflettere su una serie di punti, quali ad esempio gli standard di qualità<br />
<strong>del</strong><strong>la</strong> valorizzazione, il loro valore, significato e utilità, l’autonomia organizzativa dei musei in<br />
170<br />
Primo colloquio sul<strong>la</strong> valorizzazione