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LA GESTIONE - Direzione Generale per la Valorizzazione del ...

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in cui il bene si inserisce; il che significa spostare l’attenzione dal bene al territorio e riuscire<br />

a cogliere nel territorio tutte le potenzialità culturali che il territorio ha.<br />

Una esemplificazione di questo diverso approccio al bene è contenuta nell’accordo di valorizzazione<br />

sottoscritto ai sensi <strong>del</strong>l’art. 112 <strong>del</strong> Codice dal<strong>la</strong> <strong>Direzione</strong> Regionale <strong>per</strong> i beni culturali<br />

e paesaggistici <strong>del</strong><strong>la</strong> Toscana a giugno <strong>per</strong> il trasferimento <strong>del</strong><strong>la</strong> tito<strong>la</strong>rità <strong>del</strong>l’ex carcere<br />

di San Domenico a San Gimignano dal Demanio al<strong>la</strong> Regione, Provincia di Siena e Comune di<br />

San Gimignano in pari quote.<br />

E’ stato uno dei primi accordi previsti dal d. lgs. N. 85 <strong>del</strong> 2010, conclusi in Toscana, insieme<br />

a quello con il Comune di Firenze riguardante il Teatro <strong>del</strong><strong>la</strong> Pergo<strong>la</strong> a Firenze, e a quello concordato<br />

sempre con il Comune di San Gimignano <strong>per</strong> <strong>la</strong> chiesa di S. Lorenzo in Ponte.<br />

Quello re<strong>la</strong>tivo all’ex Carcere di San Domenico è un progetto abbastanza complesso e artico<strong>la</strong>to,<br />

<strong>per</strong>ché riguarda un compendio monumentale molto ampio, in condizioni di estremo<br />

degrado determinate anche dalle utilizzazioni non sempre proprie che nel tempo si sono succedute.<br />

Il monumento nasce come convento e viene successivamente trasformato in carcere attivo<br />

fino ad una decina di anni fa’: da allora è in uno stato di totale abbandono.<br />

Non è difficile immaginare quali stravolgimenti abbia dovuto subire <strong>la</strong> struttura e come questi<br />

abbiano inciso sulle sue attuali condizioni.<br />

Il progetto di recu<strong>per</strong>o e valorizzazione condiviso è stato il frutto <strong>del</strong> <strong>la</strong>voro condotto ad un<br />

tavolo tecnico che ha visto <strong>la</strong> partecipazione dei funzionari <strong>del</strong>le Sovraintendenze, <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>Direzione</strong><br />

Regionale, <strong>del</strong> Comune, <strong>del</strong><strong>la</strong> Provincia, <strong>del</strong><strong>la</strong> Regione e <strong>del</strong> Demanio; ognuno ha dato<br />

il suo contributo in base alle proprie competenze ed alle proprie professionalità, ma <strong>la</strong> cosa<br />

che ha colpito e ha soddisfatto di più è stato che il progetto e il programma di valorizzazione<br />

e<strong>la</strong>borato dall’amministrazione comunale di San Gimignano aveva in premessa, una attenta<br />

analisi <strong>del</strong> territorio.<br />

E’ stato questo il modo più corretto di impostare l’intervento <strong>per</strong>ché non è stato deciso subito,<br />

in prima battuta, che cosa si poteva fare <strong>del</strong>l’ex carcere, ma si è cominciato dicendo dove si<br />

colloca San Gimignano, che è un sito UNESCO, quali caratteristiche culturali ha, quali sono le<br />

attività artigianali che fanno parte <strong>del</strong><strong>la</strong> storia locale, quali sono gli elementi enogastronomici<br />

che caratterizzano quell’area (es. <strong>la</strong> Vernaccia di San Gimignano, lo zafferano, che ha una<br />

cultura tradizionale), tutti elementi e riflessioni che sono stati inseriti all’interno di un progetto<br />

di valorizzazione di area territoriale, dove le destinazioni d’uso <strong>del</strong> convento sono state<br />

individuate nel rispetto <strong>del</strong> monumento e con l’intento di valorizzare l’area nel suo insieme e<br />

favorire il rapporto tra chi visita il monumento e l’esterno.<br />

E’ stato così ottenuto il risultato di valorizzare quelle che sono le attività tradizionali locali<br />

senza <strong>per</strong>dere di vista gli aspetti economico-gestionali; <strong>per</strong> fare un esempio, nelle celle <strong>del</strong><br />

convento è stata ipotizzata <strong>la</strong> presenza dei <strong>la</strong>boratori artigianali con previsione di distribuzione<br />

dei prodotti.<br />

Nel progetto è stato esemplificato in maniera ottima proprio quel <strong>per</strong>corso concettuale che<br />

dovrebbe essere <strong>per</strong>seguito quando si <strong>la</strong>vora ad un programma e a un progetto di valorizzazione,<br />

costruendo un <strong>per</strong>corso che soddisfa appieno <strong>la</strong> indispensabile esigenza culturale<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> conoscenza, individua gli usi possibili avendo sempre presente <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>del</strong> bene e<br />

mantiene viva l’attenzione sui profili economici <strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>azione nell’ambito dei quali anche i<br />

servizi aggiuntivi hanno avuto un ruolo, ma solo nel<strong>la</strong> parte finale.<br />

Essenziale e importantissima è stata <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione interistituzionale <strong>per</strong>ché se non si <strong>la</strong>vora<br />

tutti assieme, non è possibile costruire un programma che colga le potenzialità di tutta l’area.<br />

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Primo colloquio sul<strong>la</strong> valorizzazione

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