Le Opere donate dagli Artisti - Delphi International
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Nemesio orsatti<br />
Nato a Pontelagoscuro (Ferrara) il 28 agosto del<br />
1912, frequenta l’Istituto d’Arte “Dosso Dossi” sotto la<br />
guida di Angelo Longanesi Cattani e, successivamente,<br />
l’Accademia di Belle Arti di Bologna con Virgilio Guidi.<br />
Dal 1950 entra a far parte del corpo docente del “Dosso<br />
Dossi”.<br />
L’attività espositiva di Orsatti è ricchissima, comincia<br />
nel 1934, quando è ancora studente, mentre l’ultima sua<br />
personale si tiene nel 1985, tre anni prima della morte.<br />
Quello che affascina sempre nella sua sicurezza di<br />
espressione è la capacità di muoversi attraverso le diverse<br />
tecniche artistiche con indifferenziata bravura. La calcografia<br />
non ha segreti per lui, così come l’affresco. Allo<br />
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stesso modo alla pittura si accompagna la scultura. È un<br />
potenziale immaginativo enorme che si attua secondo<br />
codici diversi.<br />
In tutte queste sue realizzazioni Orsatti coglie l’importanza<br />
della figura umana e dello spazio in cui essa vive.<br />
La Figura è l’elemento fondante della sua poetica. Ogni<br />
cosa comincia dal modo in cui la figura tiene lo spazio.<br />
Eppure i labirinti testuali dei corpi attivano una sorta di<br />
materializzazione di uno spazio narrativo che racconta<br />
il movimento interno ed esterno di essere nel mondo.<br />
<strong>Le</strong> opere <strong>donate</strong> connotano il luogo natale lungo le<br />
rive del Po. È un mondo anfibio di acque e terre che il<br />
grande fiume crea e distrugge. <strong>Le</strong> quattro incisioni sono<br />
un esempio di questa attenzione a partire dalla vecchia<br />
dogana (testimone di un tempo in cui il fiume era confine<br />
tra stati diversi) alle capanne in valle quando il fiume indugia<br />
a gettarsi in mare. <strong>Le</strong> terre bonificate sotto gli argini<br />
hanno la vitale importanza di cogliere la vita delle stagioni.<br />
<strong>Le</strong> acquaforti “Nevicata” e “Campagna ferrarese”<br />
richiamano le terre emerse al di qua e al di là del grande<br />
fiume. Allo stesso modo la tela con le aringhe riporta<br />
certe fascinazioni del realismo del secondo dopoguerra.