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Le Opere donate dagli Artisti - Delphi International

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Paolo Volta<br />

Nato nella città estense, dove vive e lavora, dopo<br />

essersi diplomato all’Istituto d’Arte “Dosso Dossi” di<br />

Ferrara, frequenta il corso di Pittura all’Accademia di<br />

Belle Arti di Bologna.<br />

Dal 2000 è il direttore artistico della Galleria del Carbone<br />

di Ferrara che rappresenta una punta di eccellenza<br />

nel quadro espositivo cittadino. In questi anni ha organizzato<br />

oltre centottanta mostre di maestri dell’arte italiana<br />

e di giovani artisti di interessante qualità e di promettente<br />

carriera. La Galleria è anche l’espressione di un gruppo di<br />

artisti che operano in associazione, collaborando con altre<br />

realtà internazionali in Germania, Ucraina,Venezuela,<br />

Texas, Cile, e che intendono valorizzare le peculiarità<br />

196<br />

delle espressioni dell’arte contemporanea.<br />

Ha partecipato a diverse mostre collettive in Italia<br />

e all’estero, suoi lavori sono presso il Museo di Arte<br />

Orientale e Occidentale di Odessa.<br />

L’attività di gallerista non gli fa trascurare quella di<br />

pittore che, anzi, viene rafforzata dai frequenti contatti<br />

con altre creatività. Come pittore preferisce la pittura<br />

figurativa ed in special modo le architetture industriali o<br />

di “passaggio” dell’attività umana. Utilizza un linguaggio<br />

espressivo che rivisita le istanze della Metafisica e del<br />

Razionalismo.<br />

L’attività pittorica di Volta si struttura in special modo<br />

sulla osservazione di forme e di colori immersi in territori<br />

in cui l’uomo interviene con risultati alterni. <strong>Le</strong> sue<br />

archeologie industriali, ad esempio, sono di grande forza<br />

narrativa, compositiva e concettuale.<br />

L’opera donata ha come criptico titolo: “Sezione<br />

aurea”.<br />

È un’indagine spaziale che, partendo in modo inconscio,<br />

si realizza attraverso il piacere di costruire linee<br />

perfette, equilibrate e di stendere le mestiche attraverso<br />

ripetute sovrapposizioni cromatiche, in questo tutto<br />

simili al gesto del muratore che di fila in fila, di mattone<br />

in mattone, forma l’edificio. In tal modo l’artista vuole<br />

dimostrare che solo con una più razionale osservazione<br />

dell’opera le geometrie latenti possono emergere.

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