Le Opere donate dagli Artisti - Delphi International
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Francoise Calcagno<br />
L’artista, francese di origine, è ormai veneziana di<br />
adozione. Con la città lagunare ha instaurato un rapporto<br />
molteplice fatto di molte sfumature e di infinite<br />
sollecitazioni. La sua galleria-atelier nel quartiere ebraico<br />
del ghetto è anche un modo di instaurare un colloquiare<br />
apertamente vivo con la città, con la sua cultura, le sue<br />
istituzioni, le sue fascinazioni. La formazione stessa si<br />
compie a Venezia dove si diploma con Giovanni Soccol<br />
in scenografia all’Accademia di Belle Arti.<br />
Ben presto all’attività scenografica si accompagna<br />
quella pittorica e incisoria, tradizionale e sperimentale.<br />
Molti sono i riconoscimenti italiani ed internazionali che<br />
continuamente riceve.<br />
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<strong>Le</strong> sue opere sono come mappe della memoria che<br />
vengono tracciate sui terreni insidiosi della non-memoria.<br />
Come lei stessa afferma, nel suo lavoro cerca di lasciare<br />
una traccia del tempo, mette in evidenza la mutevolezza,<br />
l’instabilità, la perdita, creando strati di colore e materia<br />
che in parte celano, in parte svelano ciò che è sotto.<br />
In questa affermazione di poetica troviamo gli elementi<br />
fondanti la sua ricerca fatta di silenzi e di narrazioni,<br />
di materia e memoria, per citare un testo famoso di<br />
Bergson, ma anche di intelligenza del fare e di curiosità<br />
nello sperimentare. Non è a caso che l’artista ami tanto<br />
uno scrittore come Italo Calvino, al che viene un po’ da<br />
pensare quello che l’imperatore dei Tartari dice a Marco<br />
Polo ne “<strong>Le</strong> città invisibili”: Torni da paesi lontani e tutto<br />
quello che sai dirmi sono i pensieri che vengono a chi<br />
prende il fresco la sera sulla soglia di casa. A che ti serve,<br />
allora, tanto viaggiare?». Eppure in questa piccola eversione<br />
di segni e di sensi consiste tutto il viaggio dell’arte.