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Le Opere donate dagli Artisti - Delphi International

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Giovanni Gromo<br />

Nipote di Mario Gromo, scrittore, giornalista e critico<br />

cinematografico della prima metà del Novecento, Giovanni<br />

Gromo nasce a Torino alla fine degli anni Venti.<br />

Durante la sua prima infanzia, la famiglia si stabilisce<br />

ad Alassio, in Liguria, dove ancora giovanissimo conosce<br />

Carlo <strong>Le</strong>vi. Lo stesso Gromo ricorda quegli anni<br />

come «un’indigestione di quadri, di conversazioni sulla<br />

pittura, sull’arte» oltre che come l’inizio di un lungo e<br />

“fraterno”legame. Ma sarà solo anni dopo, durante il<br />

servizio militare a Vicenza, che Gromo coglie l’occasione<br />

per studiare la grande pitture veneta nei musei di Vicenza,<br />

Padova e Venezia, oltre che per venire a contatto con<br />

l’opera di De Pisis, di cui in quegli anni si teneva proprio<br />

100<br />

a Ferrara la prima grande retrospettiva.<br />

La formazione di Gromo si conferma così tutta museale<br />

e, dopo una parentesi romana ed un primo approccio<br />

al mestiere più affine alle attività decorative, torna in<br />

Liguria per dedicarsi più concretamente alla pittura e<br />

alla ceramica, fino ad arrivare all’attenzione della galleria<br />

“La Colonna” di Milano allora diretta da Renata Usiglio.<br />

Per tutti gli anni Sessanta si dedica principalmente<br />

all’attività plastica, instaurando con la tela e la pittura un<br />

rapporto quasi morboso che lo porterà a fare e letteralmente<br />

e a disfare ogni suo quadro di quel periodo. Ma<br />

alla soglia dei quarant’anni, Giovanni Gromo non può<br />

più rimandare una necessità, ancor più che una passione,<br />

e passa definitivamente alla pittura inaugurando una<br />

lunga carriera espositiva, con una personale, di nuovo<br />

a Milano, alla Galleria di Renzo Cortina, presentato<br />

dall’amico Carlo <strong>Le</strong>vi.<br />

Il temperamento di teorico e studioso delle Belle Arti<br />

si riflette da subito nella sua pittura, cauta e meditativa,<br />

ricca di introspezione, prediligendo un universo rurale,<br />

in contatto con la natura. Nei primi lavori non di rado<br />

ci si ritrova invischiati tra una pacata contemplazione e<br />

presenza (uomini o cose) ricche di un sentimento dolente<br />

e persino ‘ostile’.<br />

Un’atmosfera soffusa ed intima si dispiega invece nelle<br />

opere della piena maturità, in cui spesso le ombre giocano<br />

un contrappunto ancora più importante delle luci, sempre<br />

esterne ed estranee all’ambiente, nel disegnare scorci o<br />

nel lasciare emergere un racconto.<br />

(f.z.)

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