ie di formule, accompagnate da un movimento ritmico regolato, si troverà un terrenod’incontro per le due evoluzioni alleate. Ciò sarà palese nell’uso del rituale e alcuni psichicigià testimoniano il fatto che sia nel rituale ecclesiastico che in quello massonico ciò sia apparsoevidente. Ciò sarà sempre più frequente e porta con sé certi rischi, che inevitabilmente diverrannodi dominio pubblico influendo così in vari modi sugli inesperti figli degli uomini.129 Come sapete, attualmente la Gerarchia planetaria sta compiendo un preciso sforzo percomunicare ai deva la loro parte nello schema delle cose e alla famiglia umana il ruolo chedeve svolgere. L’opera è lenta e certi effetti sono inevitabili. Non intendo discutere in questelettere la parte che il rituale e le formule mantriche svolgono nell’evoluzione dei deva e degliuomini. Desidero solo farvi notare che per gli uomini il pericolo consiste nell’uso imprudentedi formule per richiamare i deva, nello sperimentare con la Parola Sacra allo scopo di mettersiin contatto con i Costruttori che ne sono così tanto influenzati e nel tentare di spiare nei segretidel rituale con i suoi complementi di colore e di suono. Più tardi, quando l’allievo abbia oltrepassatoil portale dell’iniziazione, otterrà questa conoscenza insieme alle necessarie informazioniche gli insegneranno a operare secondo la legge. Seguendo la legge ogni pericolo èescluso.b. Una forte determinazione si è impossessata della razza umana di penetrare nel velo escoprire ciò che sta dall’altra parte, l’ignoto. Ovunque uomini e donne sono consapevoli, dentrodi sé, di poteri in germoglio che la meditazione accresce. Scoprono che seguendo attentamentecerte norme diventano più sensibili alla vista e ai suoni dei piani interiori. Afferranofuggevoli bagliori dell’ignoto; occasionalmente, di rado, l’organo della visione interiore si a-pre temporaneamente ed essi odono e vedono sul piano astrale o mentale. Vedono deva inqualche riunione dove si sia usato un rituale; captano un suono o una voce che dice loro veritàche riconoscono come tali. La tentazione di forzare questi eventi, di prolungare la meditazione,di sperimentare certi metodi che promettono l’intensificazione della facoltà psichica ètroppo forte. Incautamente forzano le cose e ne derivano effetti disastrosi.130 Vi do un indizio: In meditazione è letteralmente possibile scherzare con il fuoco.I deva dei livelli mentali manipolano i fuochi latenti del sistema e così, casualmente, quelli latentidell’uomo interiore. È dolorosamente possibile essere il loro zimbello e perire di loromano. È una verità ciò che vi dico; non dò voce a interessanti chimere di un cervello che vadafantasticando. Badate a non scherzare con il fuoco.c. Questo periodo di transizione è largamente responsabile di gran parte del pericolo. Nonesistono ancora corpi adatti a trattenere e maneggiare la forza occulta e nel frattempo i corpiora usati significano solo catastrofe per lo studente ambizioso. Quando si inizia a percorrere ilsentiero della meditazione occulta, occorrono ben quattordici anni per ricostruire i corpi sottilie di conseguenza quello fisico. Per tutto quel periodo non è scevro di pericoli l’andare a tentoninell’ignoto, poiché solo un fortissimo, affinato corpo fisico, un corpo emotivo controllato,stabile e simmetrico e un corpo mentale correttamente striato possono penetrare nei pianisottili e letteralmente operare con Fohat, ciò che è quanto compie l’occulto. Quindi, tutti isaggi Istruttori, ovunque, pongono l’accento sul Sentiero della Purificazione che deve precederequello dell'Illuminazione. Essi insistono <strong>sulla</strong> costruzione di facoltà spirituali prima chequelle psichiche possano essere permesse con sicurezza; esigono il servizio al genere umanogiorno per giorno per tutta la vita prima che sia concesso manipolare le forze della natura,dominare gli elementali, cooperare con i deva e imparare le formule e le cerimonie, i mantrame le parole chiave che porteranno quelle forze nel cerchio della manifestazione.Pericoli dai fratelli oscuri4 agosto 1920131 Penso di avervi detto praticamente tutto quanto sia possibile finora sui Fratelli delleTenebre, come sono talvolta chiamati. A questo punto voglio soltanto dare risalto al fatto che65
lo studente medio non deve temere alcun pericolo da quella fonte. Solo quando ci si avvicinaal discepolato distinguendosi dai compagni quale strumento della Fratellanza Bianca si attrael’attenzione di coloro che cercano di opporsi. Quando, applicandosi alla meditazione, al poteree alla capacità nel servizio l’uomo ha sviluppato i suoi veicoli a un livello di vero conseguimento,le sue vibrazioni mettono in moto materia di un tipo specifico ed egli impara a operarecon essa, a manipolare i fluidi e a controllare i costruttori. Così facendo si introduce neldominio di coloro che operano con le forze di involuzione e può esporsi agli attacchi. Questipossono essere diretti contro uno qualsiasi dei suoi tre veicoli ed essere di vario genere. Vediamoin breve alcuni metodi che vengono usati contro un discepolo, i soli che riguardano chistudia queste lettere.a. Un preciso attacco al corpo fisico. Tutti i mezzi vengono impiegati per intralciarel’utilità di un discepolo, per malattia o menomazione del corpo fisico. Non tutti gli incidentisono effetti karmici, poiché solitamente il discepolo ha già superato gran parte di quel generedi karma ed è pertanto relativamente esente da quella fonte di intralci nel lavoro attivo.b. Un altro metodo usato è l’annebbiamento o l’avvolgere il discepolo in una nube di materiaemozionale o mentale sufficiente a nascondere la realtà e oscurare temporaneamente il vero.Lo studio dei casi nei quali si è usato questo metodo è assai rivelatore e dimostra quantosia difficile, anche per un discepolo avanzato, discriminare sempre tra il reale e il falso, tra ciòche è vero e ciò che non lo è.132 L’annebbiamento può avvenire sia a livello mentale che a quello emozionale, mageneralmente è su quest’ultimo. Una delle forme usate è di avvolgere il discepolo con le ombredi pensieri di debolezza, scoraggiamento o critica ai quali può saltuariamente dare accesso.Così proiettati assumono proporzioni indebite e l’incauto discepolo, non realizzando chesta vedendo solo il profilo gigantesco dei suoi stessi pensieri momentanei e passeggeri, si lasciaprendere dallo scoraggiamento e persino dalla disperazione e non è più di alcuna utilitàper i Grandi Esseri. Un’altra forma è di lanciare nella sua aura mentale suggestioni e idee apparentementeprovenienti dal suo Maestro, ma che sono invece suggerimenti sottili che intralcianoe non aiutano. Un discepolo deve essere saggio per saper sempre discriminare tra la vocedel suo vero Istruttore e i falsi mormorii di chi si camuffa per tale e anche iniziati di altoordine sono stati temporaneamente tratti in inganno.Molti e sottili sono i mezzi usati per illudere e con ciò ridurre il rendimento effettivo di chilavora nei campi del mondo. Con saggezza s’ingiunge dunque a tutti gli aspiranti di studiare elavorare allo sviluppo di viveka, la discriminazione che salvaguarda dall’inganno. Se questaqualità viene laboriosamente costruita in noi e coltivata in ogni evento, grande e piccolo, dellavita quotidiana, i rischi di essere fuorviati verranno annullati.c. Terzo sistema usato sovente è di avviluppare il discepolo in una fitta nube di tenebra, dicircondarlo di una notte di nebbia impenetrabile sì che inciampi e spesso cada. Può essere unanera nube di materia emotiva, di qualche nera emozione che sembri mettere a repentaglio ognivibrazione stabile e getti lo studente perplesso in una cupa disperazione; sente che ogni cosasi allontana da lui; è preda di varie emozioni deprimenti; crede di aver rinunciato a tutto; pensache tutti i suoi sforzi passati non siano serviti a nulla e che non resti altro che morire.133 In quei momenti ha molto bisogno del dono di viveka, di ponderare seriamente e ragionarecon calma <strong>sulla</strong> questione. Dovrebbe ricordare a se stesso che le tenebre non nascondono nullaal Dio interiore e che il centro stabile di coscienza rimane là, intatto da qualsiasi cosa chepossa accadere. Dovrebbe perseverare fino alla fine, ma la fine di che? Della nube che lo avvolgefino a quando essa s’immerga nella luce del sole; dovrebbe percorrerla in tutta la sualunghezza e uscire nella luce diurna, realizzando che nulla può mai raggiungere e colpire lacoscienza interiore. Dio è all’interno, qualunque cosa trapeli all’esterno. Siamo così inclini aoccuparci delle circostanze ambientali, siano esse fisiche, astrali o mentali, e a dimenticareche il centro più recondito del cuore cela i nostri punti di contatto con il Logos Universale.66
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