LETTERA VI140L’USO DELLA FORMA IN MEDITAZIONEa. L’uso della forma per elevare la coscienzab. L’uso della forma da parte del mistico e dell’occultistac. Forme specificheL’uso collettivo della formaLETTERA VIL’USO DELLA FORMA IN MEDITAZIONE696 agosto 1920Il vostro naturale desiderio che in questa sesta lettera vi indichi forme specifiche per conseguiredeterminati risultati non può essere interamente soddisfatto. Non intendo delinearviforme da seguire con precisione. Come già detto, i rischi sono troppo grandi quando non esistala supervisione di un istruttore che ne osservi le reazioni. Forme del genere potranno essereimpartite più tardi. Il lavoro è debitamente predisposto per la prossima generazione di studentie questa serie di lettere ha il suo posto nello schema generale. Ciò che intendo fare oggiè un poco diverso. Mi propongo quattro punti che esamineremo e illustreremo separatamente.Questi, se debitamente assimilati e posti in atto, condurranno a ulteriore illuminazione. Nelmetodo occulto di insegnare si compie un passo alla volta, senza fretta si presenta all’allievoun punto dopo l’altro e solo quando ogni passo sia compiuto e ogni punto compreso quelloche segue diviene chiaro. L’istruttore dà un’indicazione, lascia cadere un accenno e sottolineaqualche argomento. L’allievo segue quanto si è accentuato e scopre che altra luce fluisce, unaltro stadio appare e altri cenni sono abbandonati. Lo studente è quindi formato dall’occultistacon azione e reazione congiunte.Studiando l’argomento “L’uso della forma in meditazione”, suddividerò le nozioni che intendoimpartirvi nelle quattro parti che seguono:1. L’uso della forma nell’elevare la coscienza.2. L’uso della forma da parte del mistico e dell’occultista.141 3. L’uso di forme specifiche per fini specifici.4. L’uso collettivo della forma.Nell’esporre questi soggetti vedrete che ciò che cerco di ottenere è una corretta comprensionedel valore delle forme in meditazione e non di impartire un metodo definito. Cerco dimostrare la natura essenziale del procedere secondo la legge con questi metodi, i più importantiper conseguire l’unione con il divino e produrre l’unificazione (at-one-ment) tra il superioree l’inferiore che è lo scopo di tutta l’evoluzione. Desidero lasciare nella mente di coloroche leggono queste parole la giusta comprensione del rapporto tra spirito e materia che è labase di ogni opera di questo genere.Il metodo usato dal Logos in questo secondo sistema solare è precisamente l’uso dellaforma a scopo di manifestazione, quale mezzo d’espressione e veicolo mediante il quale la vitaentrostante possa crescere, espandersi, sperimentare e trovare se stessa. Ciò è vero sia chesi tratti di un intero sistema solare, un essere umano in tutta la sua complessità o una forma daquesti costruita nel suo sforzo di realizzare e di conoscere – costruita con il reale proposito difornire un veicolo mediante il quale la coscienza possa, attraverso una serie di stadi, elevarsigradualmente a una meta visualizzata. Ciò ci porta all’esame del nostro primo argomento:
1. L’uso della forma nell’elevare la coscienza.Tre sono i fattori da considerare sotto questo titolo:a. La coscienza stessa.b. La meta verso cui cerca di elevarsi.c. I gradi per conseguirla.142 Ogni unità del genere umano è parte della coscienza divina ed è ciò che è conscio oconsapevole di qualcosa al di fuori di sè – qualcosa che sa di essere differenziato dal veicoloche la racchiude o dalle forme che la circondano.A questo particolare stadio d’evoluzione l’uomo comune è semplicemente conscio delladifferenziazione, o di essere separato da tutti gli altri membri della famiglia umana, formandoin tal modo una unità fra altre unità. Accetta questa concezione e riconosce il diritto di ognialtra unità separata di considerarsi tale. Vi aggiunge il riconoscimento che in qualche luogonell’universo esiste una Coscienza suprema che egli chiama teoricamente Dio o Natura. Traquesto punto di vista puramente egoistico (uso questo termine in senso scientifico e non dispregiativo)e la nebulosa teoria di Dio immanente, vi sono parecchi stadi intermedi, in ciascunodei quali si produce un’espansione di coscienza o un allargarsi dell’angolo visuale, cheporta quell’unità, passo dopo passo, dal riconoscere se stessa a riconoscere sé superiori, a qualificarsiper essere similmente riconosciuta come tale e infine all’occulto riconoscimento delproprio Sé superiore. Finisce per riconoscerlo come il suo vero Sé e da questo stadio passa aquello della coscienza di gruppo. Qui realizza dapprima il suo gruppo egoico, poi altri gruppiegoici.Questo stadio è seguito dal riconoscimento del principio universale della Fratellanza; ciòcomporta non solo un’ammissione teorica, ma il fondersi della coscienza nel riconoscimentodella coscienza umana, nella sua interezza. Questo è in realtà lo sviluppo di coscienza chemette l’uomo in grado di realizzare non solo le sue affiliazioni di gruppo egoiche, ma anche ilproprio posto nella Gerarchia umana sul suo piano. Egli si riconosce di fatto come parte diuno dei grandi Uomini Celesti.143 Ciò in seguito si espande fino a un punto di visione inconcepibilmente vasto, quello delsuo posto nel Grande Uomo Celeste, rappresentato dallo stesso Logos.Oltre non dobbiamo spingerci, poiché queste lettere non mirano allo sviluppo della coscienzacosmica.Vi sarà dunque evidente che tutti questi stadi devono essere superati sistematicamente eche ciascuno di essi deve essere padroneggiato passo per passo. È necessario dapprima comprendereche il luogo dove l’espansione si verifica e la realizzazione deve essere percepita sitrova infine nella coscienza pensante di veglia. L’Ego sul suo piano può essere ben consapevoledell’unità della sua coscienza con tutte le altre coscienze e realizzare il suo gruppo comeuno con se stesso, ma finché l’uomo (nella coscienza del piano fisico) non si sia elevato fino aquello stesso piano e non sia similmente consapevole della propria coscienza di gruppo, considerandosiil Sé superiore entro il gruppo egoico, e non una unità separata, non sarà più utiledi quanto non lo sia una teoria riconosciuta, ma non sperimentata.L’uomo deve sperimentare questi stadi nella sua coscienza fisica e sapere per esperienza, enon solo in teoria, ciò di cui parlo prima che sia ritenuto pronto a passare a quelli che seguono.Tutto si risolve nell’espansione della mente che finisce per dominare ciò che è inferiore enella facoltà di concepire per astrazione, che col tempo trova espressione sul piano fisico. Significatradurre le vostre più elevate teorie e gli ideali in fatti dimostrabili ed è la fusione delsuperiore con l’inferiore, e la qualificazione di quest’ultimo finché fornisca l’adatta espressioneal primo. È qui che la pratica della meditazione compie la sua parte.144 La vera meditazione scientifica provvede forme graduali per cui la coscienza viene elevatae la mente ampliata fino a comprendere:70
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