La chirurgia robotica - Agenzia sanitaria e sociale regionale ...
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<strong>La</strong> <strong>chirurgia</strong> <strong>robotica</strong>: il robot da Vinci<br />
Utilizzo sperimentale <strong>regionale</strong> del robot da Vinci limitato alle<br />
indicazioni cliniche determinate da uno stadio della ricerca che<br />
giustifichi la conduzione di studi clinici (studi multicentrici)<br />
Uno studio <strong>regionale</strong> multicentrico è in grado di fornire risultati di maggiore validità<br />
interna, alcuni elementi di validità esterna - anche se limitata al contesto <strong>regionale</strong> -<br />
e un contributo utile alla pianificazione di politiche regionali sul tema della <strong>chirurgia</strong> miniinvasiva<br />
e <strong>robotica</strong>. Richiede risorse economiche e oneri logistici e organizzativi<br />
decisamente maggiori ed è pertanto necessario che la scelta delle applicazioni chirurgiche<br />
su cui effettuare la valutazione di efficacia sia determinata anche dalla rilevanza clinicaepidemiologica<br />
e numerica degli interventi chirurgici. Interventi come la prostatectomia<br />
radicale e la colectomia, ad esempio, riguardano patologie in costante aumento nella<br />
popolazione - in virtù anche della maggiore attenzione alla diagnosi precoce. Sono quindi<br />
interventi sufficientemente frequenti e diffusi da consentire sia l’attuazione di studi<br />
multicentrici che la previsione di un impatto assistenziale importante in caso di risultati<br />
positivi di rilievo.<br />
I requisiti per la realizzazione di questo programma sono:<br />
• stesura e approvazione di protocolli di studi controllati e randomizzati;<br />
• selezione, secondo idonei criteri professionali e organizzativi, dei centri e<br />
professionisti candidati a partecipare alla sperimentazione;<br />
• formazione delle équipe chirurgiche partecipanti allo studio.<br />
<strong>La</strong> fattibilità di questo programma dipende da:<br />
• reclutamento di professionalità chirurgiche elegibili all’utilizzo del robot ed esperte<br />
nell’eseguire le tecniche chirurgiche di confronto (convenzionale e laparoscopica)<br />
nei diversi centri partecipanti allo studio;<br />
• risorse economiche e organizzative dedicate.<br />
Utilizzo della tecnologia a scopo formativo per l’acquisizione di un<br />
gruppo <strong>regionale</strong> di chirurghi altamente specializzati e per la<br />
realizzazione di una “scuola” di <strong>chirurgia</strong> <strong>robotica</strong> di riferimento<br />
<strong>La</strong> <strong>chirurgia</strong> mini-invasiva - proposta e sviluppata negli ultimi 20 anni - sta dando ottimi<br />
risultati in molteplici manovre e interventi chirurgici, ha ottenuto un alto livello<br />
di gradimento da parte dei pazienti e nuove applicazioni cliniche sono continuo oggetto<br />
di studio e ricerca. <strong>La</strong> <strong>chirurgia</strong> <strong>robotica</strong>, pur essendo ancora clinicamente immatura,<br />
può essere considerata una tecnica sufficientemente promettente da supportare un<br />
programma di formazione finalizzato alla preparazione di un team <strong>regionale</strong> di chirurghi<br />
sul quale investire per i prossimi sviluppi della <strong>chirurgia</strong> mini-invasiva. Le branche<br />
specialistiche su cui investire in termini di formazione dovrebbero essere quelle per le<br />
quali la <strong>chirurgia</strong> <strong>robotica</strong> appare sufficientemente promettente e per le quali la <strong>chirurgia</strong><br />
mini-invasiva è ancora poco diffusa (nel caso dell’Emilia-Romagna, per esempio,<br />
queste potrebbero essere la <strong>chirurgia</strong> del colon, la prostatectomia e la <strong>chirurgia</strong> bariatrica<br />
- vedi Tabella 1 del Capitolo 3).<br />
Dossier 167<br />
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