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l-ultimo-rifugio-di-riina

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San Lorenzo, uomo legatissimo a Totò Riina. Il boss era incompagnia del figlio Giuseppe, pure latitante, uno degli assassinidel capitano dei carabinieri Emanuele Basile. Ultimorinunciò ad agire personalmente, ma rientrò in caserma perpianificare un ‘osservazione dei luoghi con il colonnello Mori.Tra l'altro, agendo personalmente, avrebbe esposto a rischi sestesso ed altri residenti nel palazzo. Catturare i latitanti vabene, ma ove possibile, meglio farlo tutelando anche la propriavita e quella degli altri. Ad ogni modo fu organizzata la sorveglianzadel sito, la quale dopo pochi giorni, consentì <strong>di</strong> tirarenella rete dei carabinieri non soltanto Francesco e Giuseppe,ma anche Aldo, l’altro figlio latitante.Se i Madonia non si fossero più presentati in quel luogo e fossefiltrata la notizia che Ultimo se li era fatti sfuggire anzichéarrestarli, oggi probabilmente anche per quell'episo<strong>di</strong>o apriticielo, la trattativa, la protezione dei latitanti e altre sciocchezze.Ad ogni modo, per tornare a via Bernini ed alla strategia <strong>di</strong>Ultimo che abbiamo appena illustrato, va da sé quin<strong>di</strong> che sela finalità era quella, in<strong>di</strong>viduare gli eventuali accompagnatoridella famiglia Riina (incensurata) verso la nuova residenzasarebbe stato soltanto uno degli elementi possibili daacquisire e classificare nell’inchiesta, certamente però nonvolto all’imme<strong>di</strong>ata cattura <strong>di</strong> tali accompagnatori e soprattuttonon determinante, ma <strong>di</strong> rilievo minore e comunque non184

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